La premessa è che il Comune di Genova ha vietato al Consorzio “Il mercatino da Forte dei Marmi” di organizzare la giornata di vendita al Porto Antico il 7 agosto. Gli ambulanti genovesi plaudono alla decisione, ma rilanciano: «Lo stop a uno dei sedicenti mercatini di Forte dei Marmi, con i quali è sempre mancata la reciprocità essendoci impedito di organizzare manifestazioni al Forte per l’opposizione del Comune, è equo e giusto. Ma non capiamo perché l’area del Porto Antico debba rimanere off limits anche per gli ambulanti genovesi».
Con queste parole Roberto Zattini, presidente provinciale di Anva Confesercenti, commenta la decisione del Comune di Genova di non concedere l’autorizzazione al mercato delle bancarelle “toscane” che avrebbe dovuto tenersi domenica 7 agosto, a Ponte Morosini. In tale occasione l’assessore allo sviluppo economico Emanuele Piazza ha ribadito la decisione presa dall’amministrazione all’inizio del 2016: quella, cioè, di non organizzare alcuna manifestazione analoga in tutto il Porto Antico.
«Tutelare gli ambulanti genovesi e liguri dall’ingerenza dei colleghi di altre regioni è doveroso, in particolare per quanto riguarda tutti quei consorzi che, spesso, si rifanno a Forte dei Marmi pur non avendo nulla a che vedere con la località versiliese. Tanto che – ricorda il presidente di Anva – lo stesso sindaco di Forte ha diffidato dall’uso del nome più di un consorzio. È chiaro che da questo punto di vista siamo di fronte a un abuso del nome. Il Comune di Forte dei Marmi poi non ha mai accettato, legittimamente, di ospitare i nostri ambulanti. Ma se noi non possiamo andare da loro, non vedo perché loro possano venire da noi».
Il veto posto dall’amministrazione a qualsiasi attività mercatale al Porto Antico è incomprensibile per Anva. «In queste settimane ha imperversato in particolare il dibattito su cosa fare di Caricamento e condividiamo la posizione di chi sostiene che quella piazza deve essere usata per eventi e manifestazioni temporanee. Allora perché non mettere lì, come chiediamo da anni, un mercato settimanale o bisettimanale visto che il Municipio Centro-est è l’unico di tutta la città a non averne? Si creerebbero lavoro, contrasto al degrado e sinergia con le attività della piazza e del Porto Antico, garantendo un servizio ai turisti e ai cittadini. Ora ci sono anche gli strumenti per dare vita ad un bando di assegnazione che valorizzi le proposte di qualità. Cosa aspetta il Comune?».
«In effetti è quantomeno paradossale – aggiunge Daniele Mignacca, referente di Anva per il Tigullio – che gli stessi operatori di Forte dei Marmi, sedicenti paladini della libera concorrenza, siano poi i primi a non volere consorzi estranei a casa loro, o a non voler organizzare manifestazioni congiunte con noi quando vengono in Liguria, come successo recentemente, ad esempio, a Recco. Se vogliamo davvero parlare di liberalizzazione, questa deve valere per tutti: poi saranno i consumatori a decidere quale mercato li soddisfi di più. Di certo, però, porre un freno all’invadenza dei consorzi esterni servirebbe anche a salvaguardare la qualità dei nostri mercati: perché non è infrequente il caso di operatori presenti a livello individuale alle manifestazioni ordinarie che si svolgono nei nostri Comuni, ma che allo stesso tempo appartengono a uno dei tanti consorzi “di” o “da” Forte dei Marmi – a volte, infatti, questi si differenziano solo nella preposizione – e non potendo essere contemporaneamente in più luoghi con la stessa merce, come è ovvio, partecipano ai nostri mercati con una bancarella di serie B: questo non deve più essere possibile».