«Non ci sono criticità, se non quelle di dieci anni di amministrazione precedente che non si risolvono né quest’anno, né, nella loro totalità, nel prossimo futuro». È il primo commento a caldo di Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, al termine dell’udienza della Corte dei Conti (sezione per il controllo della Liguria) che ha parificato l’esercizio finanziario 2015 della Regione. La situazione finanziaria, complessivamente, non presenta grosse criticità (nel 2015 la Regione ha realizzato il pareggio di bilancio con un avanzo considerevole nel rispetto della legge di Stabilità, con un saldo positivo di 48 milioni), ma, come richiesto dalla procura regionale, dalla parifica sono rimaste escluse alcune situazioni.
In primis, pesa la situazione di Arte Genova, Agenzia regionale territoriale per l’edilizia, in forte difficoltà nel sostenere gli oneri legati al finanziamento bancario sostenuto per la cartolarizzazione degli immobili regionali e delle Asl liguri (111 milioni di euro di capitale e 11,9 milioni di euro di soli interessi maturati fino a oggi). «Al di là del fatto che ritengo sia stata una cessione e non, come sostiene la Corte dei conti, una cartolarizzazione – commenta Toti – la criticità resta, perché esiste uno stock di immobili non dedicati a scopi istituzionali dell’ente che appesantiscono il bilancio. Uno stock che è di difficile cessione, anche se sono in corso in questi giorni numerose trattative e speriamo che alcune vadano a buon fine. L’eliminazione totale dello stock di immobili e di debiti sarà fatta sotto più aspetti, in alcuni casi saranno valorizzati. È il caso di Villa Zanelli, Costarainera e Quarto, su cui numerose trattative sono in corso, ma non è detto che vadano tutte a buon fine. Sarà un tema che si prolungherà nei prossimi anni». L’operazione di cartolarizzazione degli immobili di proprietà della regione e delle Asl, avvenuta tra 2011 e 2012 per un importo totale di circa 103 milioni e 378 mila euro, resta ancora esclusa dalle voci contabili del rendiconto, mentre deve essere iscritta nel bilancio alla voce passività perché sono da considerarsi un indebitamento.
Esclusi dalla parifica anche le somme riportate a titolo di residui attivi, circa 1 milione e 130 mila euro, per la mancata rendicontazione delle spese della gestione economale, e per i 20 milioni di saldo differenziale dei flussi finanziari, generati dai contratti derivati.
Altra criticità sottolineata dalla Corte riguarda l’istituto della vicedirigenza, figure abrogate a livello nazionale ma che la Regione Liguria ha regolamentato, istituendone altre due nel corso 2016 e andando così contro la legislazione nazionale. Ma Toti si difende, affermando che si tratta di «una disattenzione da parte della Corte, perché i vicedirettori hanno sostituito le figure dei direttori per un accorpamento di dipartimenti. Quindi si tratta sostanzialmente di un calo di spesa e non di un aggravio». E contrattacca: «Con tutto rispetto, bisognerebbe che si leggessero bene le cose, e gli stessi giudici non sono esentati dal farlo. Se ci sono quattro direttori generali a capo di quattro dipartimenti, credo che fare due dipartimenti con due direttori e due vice possa essere un risparmio e una semplificazione, oltre che un elemento di efficienza, e non un aumento dei costi. Non vorrei che, talvolta, una semplificazione populista e antipolitica prendesse la mano a tutti. Sarebbe meglio fare più attenzione nel leggere i provvedimenti».
Ma tutto sommato, sottolinea il governatore ligure, nella relazione odierna «nulla che abbia fatto sobbalzare sulla sedia, mentre alcuni suggerimenti sono interessanti». Come quello sulla spesa farmaceutica, che risulta in calo: «Nelle prossime settimane rinnoveremo la convenzione con le farmacie, credo che così facendo si continui ad andare nella direzione della riduzione di questa voce di spesa – spiega Toti – Su tutto il resto la Corte dei conti ha riconosciuto che la Liguria è una buona regione, con un bilancio sostanzialmente in ordine, con qualche limite agli investimenti dovuto ai tetti di finanza pubblica nazionale e non certo da noi. Ma mi auguro che con i provvedimenti combinati presi quest’anno di riduzione fiscale e Growth Act, si possa vedere un incentivo agli investimenti per un significativo sviluppo».
Tra gli altri dati di bilancio sottolineati nella relazione, la progressiva riduzione dell’esposizione debitoria dell’ente regionale (dai circa 726,8 milioni di fine 2006 ai 652,4 milioni dell’esercizio 2015).
Il sostanziale pieno impiego delle risorse comunitarie a disposizione, in particolare per il Por Fesr 2007-2013, per il quale il dato della spesa certificata è già superiore alla dotazione finanziaria del 2015. Centrato l’obiettivo anche per il Feasr 2007-2013 (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale), a eccezione dell’Asse 3 (ma il dato è irrilevante), mentre per il Fondo sociale europeo i dati dell’avanzamento finanziario sono in ritardo.
Infine, i risultati generali della spesa sanitaria regionale, che con il 76,41% rappresenta la componente principale della spesa regionale, parlano di un avanzo finale di 9 milioni di euro circa. Il dato è frutto di un disavanzo di 102,66 milioni che nel 2016 ha trovato copertura in risorse proprie per 111,7 milioni.