Una combinazione di dati macroeconomici in miglioramento e politica monetaria globale ancora complessivamente espansiva ha prodotto, negli ultimi giorni, ulteriori rialzi per i mercati azionari globali; lo S&P 500 ha chiuso venerdì sui massimi dell’anno. Ancora negativa la performance settimanale dell’Euro Stoxx 50, sotto pressione a causa del settore finanziario.
Negli Stati Uniti gli importanti dati diffusi la scorsa settimana hanno fornito indicazioni complessivamente incoraggianti. L’Ism servizi di giugno è risultato in rialzo, segnalando quindi una accelerazione nel tasso di espansione del terziario. Robusta, e superiore alle attese, anche la crescita di buste paga nel settore non agricolo, risultata pari a 287.000 unità (attesa mediana di consensus: 180.000). Le minute del Fomc hanno mostrato che la Fed si mantiene comunque del tutto concentrata sui rischi di ribasso per l’attività economica interna e, soprattutto, globale. Di conseguenza, gli operatori continuano ad attribuire una bassa probabilità all’eventualità che la Fed possa procedere con un rialzo dei tassi di riferimento nei prossimi mesi (prob. implicita nei prezzi di mercato che la Fed alzi i tassi in occasione della riunione di luglio: 4%; 9,8% per le riunioni di settembre e novembre).
Guardiamo alla Cina. Gli esperti segnalano la crescita inattesa delle riserve valutarie, passate a giugno da 3.191,7 a 3.205,2 miliardi di dollari. La contrazione di queste ultime era risultata associata di recente a episodi di forte instabilità finanziaria sul mercato azionario interno e sullo yuan. I gestori di alcuni fondi immobiliari inglesi (Aviva, M&G e Standard Life, tra i nomi più blasonati) hanno dovuto, gli scorsi giorni, bloccare le richieste di rimborso, dal momento che molti investitori hanno chiesto di ritirare i propri risparmi da questa tipologia di investimento. Questo genere di incertezze ha prodotto, nei primi giorni della scorsa settimana, un ulteriore indebolimento della sterlina sul mercato dei cambi (ora a circa 0,85 contro euro e a 0,77 contro dollaro).
L’attuale fase di mercato, in cui l’economia americana continua a costituire una delle aree del mondo caratterizzata dai fondamentali più robusti, porta gli operatori a far affluire capitali di investimento verso gli Usa. Peraltro,tra gli emittenti di titoli governativi delle principali economie avanzate, gli Stati Uniti sono quello che paga i più alti rendimenti a scadenza (i rendimenti dei titoli di stato decennali tedeschi, giapponesi e svizzeri sono ora negativi).
Le considerazioni appena sviluppate spiegano come, pur a fronte di dati Usa in miglioramento, la curva di tassi americana ha continuato ad appiattirsi. Il movimento, che tradizionalmente segnala una fase di possibile rallentamento macroeconomico, è da attribuirsi principalmente alla ulteriore flessione del tasso a dieci anni, ora a 1,378.
Occhi puntati in settimana sulla stagione degli utili americana (si apre in calendario con la diffusione dei dati su Alcoa). Sui dati Usa relativi alle vendite al dettaglio, prezzi al consumo e produzione industriale. Dati cinesi di giugno relativi all’interscambio con l’estero, produzione industriale e vendite al dettaglio.