«Gsl (Gruppo sanitario ligure) ha sempre rispettato gli accordi con l’ente pubblico, fin dal primo giorno. Il traguardo prefissato è stato raggiunto anche nel 2014, quando la società ha ottemperato alle richieste, portando le prestazioni a 967 interventi di artroprotesi di anca e ginocchio su pazienti provenienti da tutta la Liguria, un numero superiore rispetto all’obiettivo contrattuale che prevedeva l’effettuazione di almeno il 65% della media delle fughe regionali verso Piemonte e Lombardia nel triennio 2009-20111. Non solo. Con la sua attività Gsl ha fatto risparmiare alla Regione 7,7 milioni di euro». Lo ha dichiarato il presidente di Gsl, Francesco Berti Riboli, in una conferenza stampa tenuta questa mattina nella sede genovese di Confindustria, con la partecipazione del presidente Giuseppe Zampini, e di Elio Guglielmelli, presidente dell’Unione Industriali di Savona, collegato con Genova in video conferenza.
Gsl nel 2011 era stata scelta per la realizzazione di un progetto finalizzato all’attivazione di un centro per il recupero della mobilità passiva ortopedica per i cittadini del Ponente ligure, in particolare per quelli residenti nel territorio della Asl 2 per un periodo di 9 anni.
La società effettua attività preoperatoria, chirurgica e degenziale (compreso l’aspetto riabilitativo post intervento) per mezzo di proprio personale . La sua operatività si realizza nel reparto di Ortopedia elettiva dell’ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga, in integrazione funzionale con tutti i servizi dell’ASL 2 Savonese. Il reparto ha oggi 26 posti letto. Nel reparto sono trattate in elezione le patologie a carico delle articolazioni maggiori (anca, ginocchio, spalla e piede) in particolare a livello protesico e artroscopico.
Il 27 novembre 2015, sulla base di una relazione dell’Ars sul primo triennio della sperimentazione, visto il “mancato conseguimento degli obiettivi di cui al progetto approvato con la DGR n. 349/2013”, la Regione Liguria, su proposta del vicepresidente e assessore alla Sanità, Sonia Viale (Lega Nord), ha incaricato l’ Asl 2 di risolvere il contratto con la società. Gsl, quindi, è autorizzata a operare soltanto fino al 31 luglio 2016. Nel frattempo ha avviato le procedure per il licenziamento dei dipendenti, una cinquantina e ha convocato per il 30 maggio un’assemblea straordinaria per la messa in liquidazione.
Secondo la ricostruzione degli eventi fornita da Gsl, nel novembre 2014 la Regione richiede ad Ars una valutazione in merito alle risultanze della sperimentazione gestionale. Il 10 dicembre 2014 la Regione chiede al Ministero della Salute «in qualità di garante istituzionale, di individuare un soggetto terzo al quale affidare – sulla base della relazione predisposta dall’Asl 2 e dei dati e delle informazioni elaborati dall’Ars in ordine all’obiettivo fissato con la DGR n. 349/2013 – la verifica del conseguimento dei risultati».
«A metà novembre 2015 il Ministero della Salute non ha ancora fornito alcuna risposta; allora l’Agenzia Regionale Sanitaria redige una propria relazione “in modo autonomo”».
Secondo l’analisi dell’Ars «non risulterebbe conseguito il risultato della riduzione della mobilità passiva regionale di chirurgia protesica nella misura del 65% della media delle fughe regionali verso Piemonte e Lombardia verificatesi nel triennio 2009-2011».
Gsl obietta immediatamente che «il parere Ars, probabilmente per la precipitazione e la celerità con cui è stato approntato e per l’assenza di ogni fisiologico contraddittorio, oltre a utilizzare (come ammesso) dati parziali, giunge a conclusioni inesatte, posto che – correttamente intesi – gli obiettivi di contratto sono stati raggiunti Il parere reca poi alcuni evidenti ulteriori errori più di dettaglio (valuta il secondo semestre 2013 in sede di verifica degli obbiettivi dal contratto del luglio 2013, quando invece quel contratto ha avuto efficacia solo dal primo gennaio 2014 e riporta tabelle sfalsate di un anno – 2010-2012, anziché 2009-2011 – sulla produzione interna del Sistema Sanitario Regionale)».
Inoltre il 22 gennaio 2016 la giunta regionale delibera di integrare le motivazioni per la risoluzione del contratto con Gsl per “nuove dirimenti ragioni di inadempimento” e la decisione viene fatta propria il 26 gennaio dalla Direzione amministrativa di Asl2.
A proposito di «ulteriori e importanti cause di risoluzione del contratto» si fa riferimento alle «modalità di gestione delle sale operatorie e a reiterate violazioni degli obblighi di esclusività degli operatori sanitari” con “grave inadempimento sotto il profilo della frode, dolo e colpa grave nello svolgimento del servizio».
Il 22 aprile 2016 la procura di Savona conclude le indagini preliminari in merito all’indagine della Guardia di Finanza che aveva descritto scenari gravi dell’attività di Asl 2.
Per quanto riguarda Gsl, le indagini sono articolate su due filoni: una presunta turbativa d’asta che riguarderebbe l’ex presidente della Regione, alcuni suoi collaboratori e l’ex presidente di Gsl Alessio Albani e inadempimenti nello svolgimento del servizio.
A proposito di Albani e della presunta turbativa d’asta, Berti Riboli questa mattina ha dichiarato: «non crediamo che il fatto sussista».
Circa l’altro filone dell’inchiesta, la società rileva che «solo un sanitario operante in Gsl aveva alterato documenti relativi agli interventi operatori, risultando presente mentre non lo era. A questo sanitario sono imputati circa 400 casi, di cui la grande maggioranza relativi alla sua attività presso struttura privata di altra regione. Per quanto riguarda Gsl, vengono imputati 8 casi nel 2011, 6 nel 2012, 31 nel 2013, 45 nel 2014, 7 nel 2015». A questo riguardo, Gsl, «evidenziando che si tratta di una percentuale molto bassa sui circa diecimila interventi effettuati, si dichiara evidentemente parte lesa e ha già chiamato in causa il predetto sanitario». Inoltre, non essendo Gsl una struttura accreditata, «toccava alla stessa Asl 2 controllorare le procedure organizzative regolanti la condotta dei sanitari operanti».
La società dichiara di avere effettuato 9584 interventi chirurgici – nel reparto sono trattate in elezione le patologie a carico delle articolazioni maggiori (anca, ginocchio, spalla e piede) in particolare a livello protesico e artroscopico – e di avere raggiunto ampiamente i tetti previsti nel contratto con la Asl.
«L’obiettivo del contratto del 5 luglio 2013 – si legge in una nota stampa di Gsl – è definito “riduzione della mobilità passiva regionale di chirurgia protesica almeno del 65% della media delle fughe realizzatesi nel triennio 2009 – 2011. Il traguardo indicato è di 964 interventi. In quell’area gli interventi sono stati 967. Non solo. Così come conferma anche la relazione di Ars, l’attività ha risposto alla condizione di appropriatezza: gli interventi chirurgici dovevano essere appropriati (gli interventi effettuati da Gsl sono stati certificati al 100% dai Noc, Nursing outcomes classification, senza alcuna contestazione). Il contratto prevedeva altre due tutele che si sono verificate: l’esclusione dal computo degli interventi della “quota di attività erogabile dai dipendenti Asl” e che l’attività di Gsl non “drenasse” dalle attività già svolte dal servizio sanitario regionale».
Secondo la società, «l‘attività di Gsl oltre a ridurre notevolmente la fuga di pazienti liguri verso altre regioni ha comportato un risparmio netto di oltre 7,7 milioni di euro per la Regione Liguria».
La cifra è data dalla differenza tra i costi degli interventi calcolati con la tariffa della Regione Lombardia e quella di Gsl. Gsl applica uno sconto ulteriore alla tariffa della Regione Liguria del 6, 77%.
I tempi di attesa dichiarati sono mediamente per la chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio 25 giorni, per la chirurgia protesica della spalla 30 giorni.
Gsl evidenzia anche il fatto di essere sempre stata monitorata attraverso questionari in reparto e telefonate successive al ricovero e di avere ottenuto giudizi positivi: «altissimo (il voto è 4,94 su 5) il livello di soddisfazione dei pazienti che sono stati ricoverati nel reparto».
Se la conferenza stampa di questa mattina, con la partecipazione di Zampini e Guglielmelli, attesta l’appoggio di Confindustria a Gsl, le ragioni della società ligure vengono sostenute anche da una trentina di sindaci del territorio savonese, preoccupati per la perdita di posti dei lavoro e dell’indotto. La vicenda sta provocando tensioni nella giunta regionale e all’interno della stessa Lega Nord