Sono in crescita tutti gli indicatori di performance operativi e migliora di circa 117 milioni di euro il debito netto nel bilancio 2015 di Iren, approvato dall’assemblea degli azionisti a Regio Emilia. L’assemblea ha anche nominato il nuovo consiglio di amministrazione, di cui Paolo Peveraro è il nuovo presidente, e approvato le modifiche statutarie per l’introduzione del voto maggiorato e per l’attribuzione di una delega al consiglio di amministrazione per aumentare il capitale sociale.
I ricavi consolidati del 2015 si attestano a 3.094,1 milioni di euro, in crescita (+6,6%) rispetto a 2.901,8 milioni di euro dell’anno precedente, confermando il trend positivo già registrato nei primi nove mesi dell’anno. L’utile netto è pari a 118,2 milioni di euro in crescita (+71,4%) rispetto a 68,9 milioni di euro registrati nell’anno precedente. Tale incremento riflette le rilevanti performance operative, una migliore gestione finanziaria e un minore tax-rate legato alla dichiarazione di incostituzionalità della cd. Robin Hood tax e alla deduzione del costo del lavoro dal calcolo dell’Irap. Da rilevare che, al netto di effetti straordinari derivanti dalla fiscalità differita legati della riduzione dell’aliquota Ires, l’utile netto avrebbe sperimentato un ulteriore incremento attestandosi a circa 131,4 milioni di euro.
Il dividendo agli azionisti è 70.192.412,24 euro, corrispondente a 0,055 euro per ciascuna delle 1.181.725.677 azioni ordinarie e delle 94.500.000 azioni di risparmio (al lordo delle ritenute).
Il margine operativo lordo (ebitda) è pari a 677,8 milioni di euro, in crescita dell’8,8% rispetto ai 622,7 milioni di euro del 2014.
L’incremento è ancor più significativo tenuto conto non solo della scadenza degli incentivi sulle produzione della centrale di Moncalieri che hanno pesato sul mol per circa 20 milioni di euro ma anche dell’assenza di alcuni elementi positivi non ricorrenti registrati nell’anno precedente e di alcune partite straordinarie negative che si sono manifestate durante il 2015. Tale performance beneficia innanzitutto dell’implementazione di importanti azioni di efficientamento e cost-saving, così come delineate nel piano industriale, che hanno permesso il raggiungimento di sinergie trasversali su tutte le aree di business per un valore di circa 22 milioni di euro. A ciò si aggiungono il consolidamento per tutto il 2015 di Amiat, la società che gestisce l’igiene ambientale nella città di Torino e le iniziative volte alla crescita organica che hanno permesso tra l’altro al gruppo di superare per la prima volta il milione e mezzo di clienti energetici. Viene confermato, infine, l’ottimo bilanciamento del portafoglio di business di Iren, il cui margine operativo lordo alla fine del 2015 deriva per il 76% da attività regolate e semi-regolate.
Il risultato operativo (ebit) si attesta a 346,8 milioni di euro, crescita del 6,6% rispetto a 325,4 milioni di euro al 31 dicembre 2014, invertendo il trend negativo registrato nei primi nove mesi dell’anno. Gli ottimi risultati realizzati a livello di mol più che controbilanciano infatti, maggiori ammortamenti dovuti principalmente al consolidamento integrale di AMIAT e maggiori accantonamenti legati al rilascio parziale nel 2014 di alcuni fondi rischi a seguito del venir meno del relativo rischio.
L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2015 è pari a 2.169 milioni di euro segnando un decremento rilevante, pari a circa 117 milioni sul dato registrato alla fine del 2014. A ciò contribuiscono sia i risultati del periodo che una migliore gestione del capitale circolante netto. A valle dell’ottenimento da parte dell’agenzia Fitch del rating “investment-grade” il gruppo ha proceduto con l’emissione di un bond dell’importo di 500 milioni di euro, portando la percentuale dei finanziamenti obbligazionari al 41% sul debito lordo.