La Commissione Immigrazione e Politiche per l’integrazione di Anci nazionale, riunitasi a Roma, ha fatto propria la proposta di Anci Liguria per evitare che una nuova emergenza migranti si scateni sul territorio ligure e in Italia, vista la congiuntura internazionale e le incongrue posizioni di chiusura di alcuni Paesi vicini. Anci nazionale porterà la questione all’attenzione del governo.
«Sulla base delle previsioni, l’emergenza non sarà in termini strettamente numerici, ma può diventare tale se si proseguirà con modalità di gestione insostenibili scarichi reciprochi di responsabilità – dichiara Paolo Pezzana, coordinatore per l’immigrazione di Anci Liguria – come è successo a Borzonasca e a Ventimiglia. Sarà emergenza dove l’accoglienza non venga praticata in modo diffuso e con numeri piccoli, da gestori affidabili e controllati, soggetti non profit che facciano della qualità e dell’umanità i loro requisiti operativi piuttosto che speculatori d’occasione».
Come si legge nella nota diffusa dall’associazione, preso atto che l’accoglienza diffusa non è stata in questi anni praticata spontaneamente dalle amministrazioni comunali, che pochissimi sono i progetti Sprar presentati dai Comuni Liguri al ministero dell’Interno (appartamenti disponibili non sono per questa ragione stati affittati), e tenendo conto del fatto che le Prefetture sono chiamate a gestire concretamente e continuamente l’accoglienza e la collocazione di esseri umani, Anci Liguria propone e richiede che le Prefetture liguri, nei loro bandi e nelle loro prassi, esortino gli enti gestori ad affittare a mercato alloggi da 6-10 persone in tutti i Comuni della Liguria, evitando concentrazioni superiori allo 0,2-0,4% della popolazione in ciascuno di loro; le Prefetture si adoperino per ridurre quanto prima le concentrazioni insostenibili di profughi sui territori che oggi sono sovraccarichi (come Borzonasca, dove non devono essere ospitati più di 10-15 profughi); la Commissione di controllo istituita dalle Prefetture con le altre autorità competenti, coinvolgendo anche Anci e i sindaci dei Comuni ove le strutture hanno sede, intervenga a controllare non solo i requisiti formali per l’accoglienza ma anche il rispetto dei requisiti di qualità e inclusione sociale previsti dai progetti approvati, imponendo sanzioni e la cessazione degli affidamenti a chi non risulti adempiente sotto tutti i profili; si attivi quanto prima, tra tutti i livelli istituzionali, un Piano per Ventimiglia, che contenga protocolli operativi e risorse adeguate per fronteggiare i flussi in transito per il territorio di confine e gli eventuali picchi di presenze che si dovessero registrare, comprese le situazioni di turbativa all’ordine pubblico generate da chi intorno ai migranti specula per proprie convenienze.
Da inizio anno 2016 la Francia ha rimpatriato sulla città ligure 3390 migranti che si aggiungono alla situazione già critica precedente. Anci Liguria è convinta che mediante questo sistema le Prefetture Liguri potrebbero attivare, mediante gli enti gestori, in tempi brevissimi, oltre 500 nuovi posti di accoglienza in tutta la Liguria, ulteriormente ampliabili con il tempo. In tal modo le strutture più grandi potrebbero essere limitate a una accoglienza di prima necessità, propedeutica alla identificazione e allo smistamento, e potrebbero essere localizzate principalmente nei capoluoghi. Le strutture abnormi esistenti, come quelle di Borzonasca, vanno rapidamente smantellate e la ricollocazione effettuata in accoglienza diffusa.