La scorsa settimana si è chiusa in territorio positivo per i principali listini con l’indice Dow Jones, che ha superato quota 18.000 punti per la prima volta dal mese di luglio. La volatilità è rimasta su livelli molto contenuti ancora una volta grazie alle politiche ultra espansive delle principali Banche Centrali che, mantenendo i tassi molto bassi o addirittura portandoli in territorio negativo, hanno reso l’investimento azionario più interessante rispetto a quello obbligazionario. Ma anche grazie alla buona tenuta del prezzo del petrolio, che ha continuato la fase di recupero mantenendosi sui massimi degli ultimi mesi, e all’andamento positivo delle trimestrali americane, che in media riescono a superare le stime degli analisti sulla metrica dell’utile netto per azione e soprattutto dove alcune società hanno espresso una maggiore positività sulle attese per l’anno in corso.
Le obbligazioni governative hanno invece visto i rendimenti in rialzo. In particolare, il rialzo dei rendimenti dei Treasury americani ha accompagnato il recupero del prezzo del petrolio dai minimi segnati l’11 febbraio. Gli esperti segnalano infine come il cambio dollaro-yen, il cui andamento era stato motivo di volatilità per i listini azionari, abbia cercato di invertire la tendenza: lo Yen infatti si è indebolito sulle attese di nuove mosse della Banca del Giappone, che potrebbero essere annunciate a partire dal meeting di questo venerdì.
La settimana in corso è particolarmente interessante in quanto molto ricca sul fronte dell’attività delle Banche Centrali, della reporting season americana e dei dati macro. Sotto la lente, quindi, il meeting della Fed, da cui gli analisti si attendono un nulla di fatto ma allo stesso tempo indicazioni sul timing del prossimo rialzo: se da una parte le probabilità stimate di un rialzo a giugno sono ancora molto basse (circa 20%), dall’altra i rischi finanziari sull’economia globale sono diminuiti. Sotto scrutinio è anche la Banca del Giappone: le attese sono per l’ampliamento della politica dei tassi negativi ad altre tipologie di prestito. Lo Yen forte, l’andamento deludente della crescita e dell’inflazione e il terremoto che ha colpito il Paese richiedono una strategia monetaria aggressiva che potrebbe vedere ampliati anche gli acquisti diretti di Etf (Exchange-traded fund).
Dal punto di vista dei dati macro in Eurozona, gli esperti segnalano la pubblicazione delle survey relative alla fiducia delle imprese e del settore dei servizi, dell’andamento dell’inflazione e della disoccupazione e il dato preliminare del Pil del primo trimestre; negli Stati Uniti evidenziano come market mover l’andamento dei beni durevoli e la stima preliminare del Pil del primo trimestre. La settimana sarà particolarmente interessante anche per il Giappone dove saranno pubblicati i dati relativi all’andamento dell’inflazione, delle vendite al dettaglio e della produzione industriale. Infine, sarà una settimana particolarmente intensa per gli Stati Uniti dove riporteranno 186 società dell’S&P 500. Viene inoltre sottolineato come il settore della tecnologia vedrà protagoniste Apple e Facebook e il settore energetico entrerà nel vivo della reporting season con Exxon e Conoco Phillips.