Gli agricoltori liguri diventano “custodi attivi dell’ambiente e del territorio”, grazie all’iscrizione a un apposito registro regionale, e, tramite le amministrazioni locali, possono svolgere opere di manutenzione sostenute da finanziamenti europei. Su questo si basa la proposta di legge presentata oggi dal gruppo consiliare ligure del Partito Democratico (primo firmatario il consigliere Giovanni Barbagallo) dal titolo “Riconoscimento dell’agricoltore custode attivo dell’ambiente e del territorio”.
La salvaguardia del territorio ligure dal degrado, dall’abbandono e dalla riduzione della popolazione nelle zone montane, la tutela della diversità e la valorizzazione delle produzioni agricole tradizionali passano dunque dall’istituzione di un elenco di agricoltori “custodi”. Elenco che, come spiega Barbagallo, «diventerebbe uno strumento molto importante per le amministrazioni locali, perché proprio da lì potrebbero attingere per affidare agli agricoltori iscritti opere di manutenzione e gestione del territorio». Interventi che possono essere sostenuti tramite finanziamenti europei e nei provvedimenti di attuazione degli interventi del Piano di sviluppo rurale (Psr) 2014/2020.
Secondo la proposta di legge, che non comporta oneri finanziari a carico del bilancio regionale, si intendono per custodi attivi dell’ambiente e del territorio “gli imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 del Codice civile, singoli o associati, oltre alle società cooperative del settore agricolo e forestale”. La figura dell’agricoltore-custode è qualificata e riconosciuta in base a una serie di azioni specifiche: la manutenzione del territorio attraverso attività di sistemazione per il mantenimento del paesaggio agrario e forestale, la cura dell’assetto idraulico e idrogeologico e la difesa del territorio, specialmente quello montano, da incendi boschivi e da avversità atmosferiche. Ma anche il contrasto dell’abbandono delle attività agricole, attraverso, per esempio, la valorizzazione e la sostenibilità economica e ambientale dell’agricoltura. La salvaguardia della biodiversità rurale, intesa come conservazione e valorizzazione delle varietà colturali locali e l’allevamento di razze animali e coltivazione delle varietà vegetali, appartenenti al patrimonio genetico animale e vegetale del territorio ligure. Infine, la conservazione di formazioni vegetali tipiche e di alberi monumentali.
L’iscrizione all’elenco dovrebbe avvenire su presentazione di un’apposita istanza o sulla base delle comunicazioni degli enti locali che hanno sviluppato insieme agli agricoltori determinati progetti di valorizzazione e salvaguardia. Gli iscritti nell’elenco possono esporre in azienda un contrassegno con la dicitura “agricoltore custode attivo dell’ambiente e del territorio”.
«La proposta di legge − commenta Barbagallo − vuole dare un contributo al problema della rivitalizzazione delle zone interne, attraverso la valorizzazione del ruolo degli agricoltori che ancora vivono e operano in quelle aree, riconoscendo appunto la figura del custode attivo dell’ambiente e del territorio, riaffermando la funzione positiva e per certi aspetti determinante di coloro che, pur in contesti produttivi non caratterizzati da elevati livelli di valore aggiunto, sono portatori di un valore sociale. Valore non quantificabile immediatamente dal punto di vista monetario, ma dalle conseguenze durature nel tempo in termini di stabilità dei suoli, regimazione delle acque e preservazione della biodiversità».