Odontoiatri sociali, disposti a fornire cure alle fasce di reddito più deboli a tariffa ridotta. Con l’obiettivo ambizioso di formare una rete nazionale di professionisti etici che vuole scendere a patti con la crisi, rinunciando a una parte della propria parcella per curare anche quei pazienti che il dentista non possono più permetterselo. È questo il tema dell’incontro di domani mattina, alle 10 alla Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia. Il convegno sarà introdotto dall’assessore regionale alla sanità Sonia Viale e dal sindaco della città di confine Enrico Ioculano. Quindi la parola passerà ai promotori del progetto: Filippo Fordellone, segretario nazionale di Ugl Medici, l’imprenditore ventimigliese Andrea Incarbona (responsabile del progetto per Liguria e Piemonte), i delegati Ugl Giorgio Strano e Danilo Papa.
Il nome del progetto è Pimos – Progetto italiano medico odontoiatrico sociale. A spiegarne la portata a Liguria Business Journal è lo stesso segretario nazionale Ugl medici Filippo Fordellone: «Tutto nasce da una riflessione sulla grave crisi economica, sull’espansione dei franchising e sulle fughe dei pazienti verso paesi a minor costo». Mancano i soldi, in buona sostanza, e l’italiano sceglie di curarsi all’estero: «Peggio – continua Fordellone – in molti casi non si cura proprio più. Piccoli problemi risolvibili coi controlli di routine si trasformano in casi critici, ovviamente molto più costosi. Per questo vogliamo dare vita a una rete di professionisti del settore, gestita tramite un ufficio di prenotazione centrale, che venga incontro a tutti. Quando avremo terminato la fase preparatoria pubblicheremo le tariffe e le modalità d’accesso all’assistenza. Ma il principio è semplice: i prestatori rinunceranno a una quota della propria parcella per formare una sorta di “salvadanaio”. I pazienti potranno prendere contatto e, con la formula dell’Isee, saranno indirizzati verso la struttura che proporrà loro tariffe preferenziali. Per i medici aderenti ci sarà un vantaggio in termini di relazioni, assistenza, e altre iniziative che spiegheremo di volta in volta durante gli incontri».
Un progetto che serve però a far fronte a una fuga dal settore ormai conclamata: «Il paziente si rivolge al settore privato e paga» – spiega Danilo Papa, delegato Ugl e responsabile di progetti di cooperazione transfrontaliera per l’Asl imperiese. «Si calcola che a fonte di una spesa di circa 120 miliardi nella sanità pubblica, quella privata è invece di 35 miliardi. Almeno un paziente su quattro si fa curare pagando cash, tramite assicurazione privata o casse professionali». Il risultato è una fuga verso dall’Ssn, ma anche dai professionisti italiani verso quelli di altri paesi. «Noi siamo per la sanità italiana – ribadisce Filippo Fordellone – e per mettere un freno alla fuga all’estero dei pazienti. Questa iniziativa risponde anche a questa ovvia necessità».
La rete Pimos, in fase di sviluppo, è coordinata in Liguria e Piemonte da Andrea Incarbona, amministratore di una clinica odontoiatrica a Ventimiglia: «Siamo in contatto con l’Andi – spiega Incarbona – che ha reagito positivamente a questa idea. Il progetto nasce per coprire un buco che è quello della non-cura. Al momento le cliniche sopperiscono con economie di scala che riducono i costi di investimento per il professionista e i tempi di seduta». Ma è chiaro che si può fare di più: «Ad oggi non chiediamo contributi pubblici per sostenere il progetto, ma ogni sponda da parte delle istituzioni è benvenuta» – chiarisce il promotore Filippo Fordellone.
Sempre domani a Ventimiglia si parlerà anche di sanità transfrontaliera, recepimento della direttiva Ue 24/2011 e applicazione in Italia. «La presa in carico da parte dell’Ssn per chi ha bisogno di cure all’estero non è automatica» – spiega Danilo Papa. «L’applicazione pratica della direttiva migliorerà nel corso di altri dieci, quindici anni. Nel frattempo dobbiamo ripensare la nostra sanità in termini di reti di cooperazione fra gli stati, non solo di concorrenza. E puntare su un sistema di eccellenze, che deve essere valorizzato da investimenti e organizzazione: cito tra gli altri strutture come il Gaslini e il Santa Corona».
Anche la sanità imperiese è in fase di riorganizzazione e sarà chiamata in futuro a tener conto di una sempre maggiore permeabilità fra i sistemi sanitari europei. Pena la fuga dei pazienti verso strutture e cliniche francesi, e ovviamente monegasche.