Cultura, sociologia, tradizioni, storia, ricette. C’è tutto questo e anche di più nel meeting internazionale “Mortai e pestelli, cultura alimentare dei popoli”, organizzato dall’associazione culturale Palatifini e ospitato dal Palazzo della Borsa di Genova per tutta la giornata.
L’evento fa parte delle iniziative culturali collegate al Campionato del mondo di pesto al mortaio e ha l’obiettivo di dimostrare e rafforzare le connessioni di antropologia culturale, la fratellanza fra popoli diversi. «Non siamo solo noi liguri a usare il mortaio – conferma Roberto Panizza, presidente dell’associazione culturale Palatifini – non è un caso che abbiamo invitato a fare una dimostrazione di live cooking personalità dalla Catalogna, dalla Norvegia e dal Libano, però attraverso questo meeting, che vorremmo non fosse il primo e l’ultimo, intendiamo lanciare Genova come città capitale del mortaio, anche nell’ottica della domanda di riconoscimento all’Unesco del pesto come patrimonio dell’umanità».
«Il pesto, lo ha dimostrato l’interesse della Nestlé, è la seconda salsa più diffusa al mondo – aggiunge Paolo Odone, presidente della Camera di Commercio di Genova, che ha contribuito all’organizzazione dell’evento – e ha un legame indissolubile con la tradizione locale. Questa riscoperta ha fatto crescere l’economia del pesto, che riguarda anche la ristorazione e il turismo».
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Per Stefano Mai, assessore regionale all’Agricoltura, il pesto è «ambasciatore di successo di tutta la cucina ligure» e un evento come il Campionato mondiale rappresenta un volano anche per tutto il settore agricolo.
Proprio il fatto di associare la cultura alimentare a un evento internazionale e di richiamo turistico, è la base della filosofia di Palatifini: «Non basta la qualità e la buona volontà per ottenere automaticamente risultati e agganciare nuovi mercati – sottolinea Panizza – noi abbiamo scelto la comunicazione, la diffusione informativa e l’innalzamento delle competenze del consumatore».
In uno dei live cooking, lo chef Joan Antonio Rubies Perez ha mostrato come si fanno l’aioli (maionese a base di aglio), il romesco (olio, pomodori, mandorle, pane tostato, peperoncino, aglio, aceto, sale) e la picada (aglio, pane tostato, mandorle, nocciole, aceto e peperoncino).
Al termine della giornata un’eliminatoria del Campionato mondiale di pesto al mortaio (la finale il 16 aprile a Palazzo Ducale).
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