600 mila euro di investimento, 1.500 metri quadrati di superficie, 26 aule trasformate in uffici con 150 scrivanie a disposizione: ecco Wylab, il primo Sports Tech Business Incubator in Italia. Nasce a Chiavari, a meno di 50 metri dalla sede di Wyscout. Obiettivo: riproporre su larga scala la dinamica dell’azienda di Matteo Campodonico, dove proprio l’incontro tra giovani “startupper” con affermati imprenditori locali ha contribuito a trasformare l’idea iniziale in una realtà affermata a livello internazionale. Oggi Wyscout rappresenta per molti aspiranti imprenditori un punto di riferimento nel settore dello sport e non solo.
«Il progetto WyLab – racconta l’ad Matteo Campodonico – nasce dalla fortunata storia che lega il sottoscritto ad alcuni amici e ad Antonio Gozzi, il primo a credere anni fa in Wyscout; questa esperienza, diventata un punto di riferimento per molti ragazzi, ci ha consentito di sviluppare una conoscenza molto estesa delle applicazioni digitali integrate allo sport. Ecco perché abbiamo pensato a un incubatore “Sports Tech”: fornire un contributo concreto ai giovani che si presenteranno da noi sarà molto più facile. Oggi fare impresa è così complesso che un’idea non basta: come è successo a me, l’idea va accompagnata, corretta, sostenuta con soldi e consigli. Il modo più semplice per farlo è creare dei luoghi fisici dove chi fa impresa può stare insieme ed essere aiutato quotidianamente». Per scovare nuove idee, saranno organizzate ogni anno due selezioni nel laboratorio Wylab: i giovani avranno venti minuti di tempo per convincere un gruppo di imprenditori a investire su di loro. Serviranno poi quattro mesi di “pre-incubazione” per capire se l’idea possa funzionare e 12 mesi di incubazione vera e propria per trasformarla in realtà, strutturando l’impresa e lanciandola sul mercato: «Il talento in giro c’è, va intercettato e aiutato», commenta Campodonico. La startup creata sarà sostenuta, finanziariamente, dalla “confraternita”, cioè il gruppo di imprenditori che ha deciso di investire sull’idea: in cambio, l’investitore entrerà in possesso di una quota di minoranza.
I modelli di accelerazione e incubazione di Wylab sono simili a quelli di altre realtà presenti nel panorama nazionale, ma hanno tre caratteristiche particolari: la focalizzazione sulle start up attive solo nel settore dello sport, vista la conoscenza del mercato e il posizionamento di Wyscout nel settore calcistico, unita alle potenzialità dell’applicazione delle nuove tecnologie al settore sportivo, con imprenditori e manager affermati di Wyscout che possono diventare i tutor delle start up. Inoltre, la volontà di costituire un centro di eccellenza per società attive nel settore dello sport e non solo: l’obiettivo è rendere Wylab una vera e propria scuola del digitale al servizio del territorio, ma anche un valido modello a livello nazionale e internazionale. Infine, la dimostrazione che anche in provincia si può fare azienda: fare impresa in Italia è difficile per molte ragioni e creare start up lo è ancora di più. Ma il caso di successo di Wyscout dimostra come un’idea interessante, se sostenuta e corretta, può trovare terreno fertile per la propria crescita anche in provincia. «WyLab non è una struttura generalista, ma un modello che vuole dare spazio alle start up dedicate a servizi digitali che supportano il mondo dello sport: una novità assoluta in Europa – afferma Antonio Gozzi, presidente della società Virtus Entella – Gli ingredienti per vincere questa sfida ci sono tutti: giovani preparati e ben formati, una struttura di qualità, l’esempio di un’impresa di successo come Wyscout; senza dimenticare, poi, che Chiavari è uno dei luoghi più vivibili d’Italia e, di conseguenza, del mondo».
«Oltre alle start up, Wylab ospita anche un’area di coworking dedicata ai professionisti del digitale: sviluppatori, web designer, web agency, informatici», descrive Stefano Tambornini, direttore di WyLab. Due le finalità: mettere a disposizione delle start up tutti i servizi occorrenti in ambito digitale e creare un polo che possa diventare un punto di riferimento per le aziende del territorio. «Vogliamo fortemente che il Tigullio sia un luogo dove fare crescere aziende, posti di lavoro, ma anche famiglie e figli – dice Marco Lanata, ceo virtual Wyscout – Famiglie e figli che sicuramente sperimentano una qualità della vita più alta che a Milano o a Berlino. La scommessa è quindi quella di risvegliare questo nostro territorio e metterlo nelle condizioni di ospitare aziende innovative, giovani, che sappiano coniugare una apertura verso i mercati esteri e uno sguardo sulla nostra terra e le nostre origini. Una scommessa difficile, ma assolutamente centrale per il futuro di questo territorio».
Il laboratorio, 300 mila euro di costi di gestione annuali, ospita anche l’associazione San Michele Valore Impresa, nata nel 2008 da un noto gruppo di imprenditori liguri e lombardi con lo scopo di favorire l’imprenditoria giovanile in un periodo pre-crisi quando nessuno in Italia parlava di start up. «Il mondo dello sport e del digitale – conclude Matteo Campodonico – sono in grande evoluzione. Questo nuovo progetto non vuole avere solo valenza nazionale: speriamo con il tempo di attrarre talenti da tutta Europa. E chissà, magari un giorno riusciremo a scovare una nuova Wyscout».