Contestato dai manifestanti il segretario provinciale del Pd Alessandro Terrile, sindacati divisi, divisi anche i partiti, nonostante l’odg votato all’unanimità nella III regionale Attività produttive. La vicenda Ilva sta provocando tensioni nel mondo politico-sindacale genovese. Oggi Terrile, attraversando il cortile di Palazzo Tursi dopo avere parlato con il sindaco, ha incontrato il presidio dei lavoratori che sta occupando simbolicamente la sede del Comune. Ha ricevuto urla, insulti e spintoni. Poi, con un megafono, Terrile è riuscito a spiegare le ragioni per cui il Pd sostiene l’emendamento Basso, respinto dalla Fiom e da una parte dei lavoratori dell’Ilva. Ma non ha convinto i contestatori.
«A chi ha espresso dubbi su questa vicenda – dichiarano i consiglieri regionali del Pd Raffaella Paita e Giovanni Lunardon – ricordiamo che il Governo e il Gruppo parlamentare del Pd hanno lavorato bene sull’Ilva, visto che senza quell’emendamento non ci sarebbe oggi l’integrazione al reddito garantita fino al prossimo mese di settembre. Come detto il nostro impegno non si esaurisce certo qui e siamo decisi a far sì che quell’integrazione, di cui in Italia beneficiano solo i lavoratori dell’Ilva di Cornigliano, prosegua. Inoltre nell’ordine del giorno chiediamo di integrare i fondi nazionali per le bonifiche con cui si finanziano i lavori di pubblica utilità attraverso contributi nazionali, regionali e comunali, affinché non vengano sottratte risorse alla bonifica di Cornigliano e alla riqualificazione urbana del quartiere».
Tra quelli che hanno espresso dubbi, Paita e Lunardon citano lo stesso vicesindaco di Genova Stefano Bernini, del Pd.
Mentre sul fronte sindacale Fim Cisl e Uilm UIl oggi hanno diffuso un comunicato polemico nei confronti di Fiom Cgil, i partiti hanno trovato l’unanimità nella III Commissione Attività produttive della Regione. Riunita questa mattina, la commissione ha licenziato un ordine del giorno, approvato all’unanimità, che chiede garanzie precise sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali e sulla continuità di reddito dei lavoratori.
In particolare il documento impegna la giunta ad attivarsi presso il governo affinché sia garantito il principio dell’integrazione salariale degli addetti dell’impianto e affinché, nella futura contrattazione sindacale, siano mantenuti i contratti di solidarietà anche dopo la scadenza prevista per il mese di settembre.
Nel documento, inoltre, si domanda un impegno da parte del governo a prevedere, attraverso una legge specifica, i finanziamenti per completare l’impianto per la zincatura e per la lavorazione della banda stagnata. Nell’ordine del giorno, infine, si chiede all’esecutivo di verificare la possibilità di inserire nel bando di vendita della società, pubblicato nei giorni scorsi, la clausola sociale che garantisca gli attuali livelli occupazionali.
Il documento verrà sottoposto domani all’esame del consiglio regionale ed è probabile che l’unanimità venga meno, con il Pd contrapposto agli altri partiti sulla valutazione dell’emendamento Basso.
Già oggi le critiche del governatore Toti nei confronti del Pd sono taglienti. «Ilva – ha detto il presidente della Regione – è stato un pasticcio tutto locale, noi avevamo trovato soluzioni tecniche ma qualcuno ha fatto il furbetto del quartierino. Non bisogna giocare sul futuro dell’azienda e dei lavoratori. Preoccupa, tutta questa confusione sul decreto, non c’è una situazione chiara ma noi siamo disponibili a sederci intorno a un tavolo anche domani mattina».