Il vescovo di Sanremo monsignor Antonio Suetta vuole trasferirlo nelle valli di confine. Lui, don Pasquale Traetta, cappellano del Festival e parroco della frazione di Coldirodi, tace. La delibera è già firmata ma i fedeli non ci stanno: ieri sera un primo confronto con il vescovo nella piazza della concattedrale. Altre manifestazioni in programma fino al 24 gennaio: nel giorno di San Sebastiano, patrono del paese di Coldirodi, don Pasquale dovrà salutare la sua affezionata comunità. Sei anni fa il precedente vescovo Alberto Maria Careggio aveva provato a fare altrettanto, ma si era dovuto arrendere alla tenacia dei parrocchiani.
L’insolito muro contro muro avviene nella città dove tra meno di un mese si aprirà il sipario sulla kermesse canora più guardata d’Italia. Una storia di parrocchia che tale resterebbe, se non fosse che don Traetta, 52 anni, assegnato al borgo di Coldirodi da 25, ormai è una piccola autorità, oltre che un esempio di buona gestione dei bilanci parrocchiali. Il “don” è famoso per l’organizzazione delle scenografiche rappresentazioni sacre pasquali impersonate dagli abitanti, della “casa stregata” che riavvicina alla parrocchia i bambini nel periodo dei Santi. Organizza tornei di calcio (lo voleva anche la nazionale preti), dialoga coi numerosi abitanti di fede musulmana. Il comitato spontaneo sta raccogliendo centinaia di firme per farlo rimanere sulle colline sanremesi. E per la seconda volta in sei anni un vescovo prova a spostarlo, scontrandosi con la popolazione locale.
Una gestione esemplare, quella di don Traetta, manager di anime e di risorse. Così raccontano i fedeli affezionati. La chiesa è un gioiellino: il presepe allestito perfino nella cripta, le casse dello stereo diffondono musiche natalizie, belati, scrosci d’acqua in tutta la navata. Gli archivi sono stati restaurati ed esposti in canonica, il vicino santuario risplende di nuova luce. Tanto bravo, don Pasquale, che il vescovo vorrebbe affidargli le sorti di parrocchie meno fortunate.
Come il San Sebastiano trafitto dalle saette raffigurato sulla pala d’altare, don Pasquale Traetta, affronta il “martirio” mediatico senza proferir parola. La sua destinazione è la val Roja, entroterra di Ventimiglia: Airole, Olivetta San Michele, Trucco. La sollevazione popolare continua, nuove manifestazioni sono in programma fino al 24 gennaio, giorno di San Sebastiano, quando don Pasquale dovrà salutare la sua comunità. Non è chiaro se potrà ancora fare il cappellano del Festival: a questo, il vescovo Suetta, fino a ieri non aveva pensato.