La Liguria è la regione con il tasso di natalità più basso d’Italia (appena 7 per mille), ben lontano non solo da quello della Provincia autonoma di Bolzano (10,3‰), il maggiore della penisola, ma anche da quello medio nazionale (8,3‰). Ed è anche la seconda regione d’Italia, dopo la Sardegna (12,65%) con la maggior percentuale di parti in cui la madre ha più di 40 anni. Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto 2013 del Cedap, Certificato di assistenza al parto (dati Istat), che compie un’analisi a 360 gradi su parti e natalità.
Al di sotto della media nazionale anche il tasso di fecondità della Liguria, che si attesta a 1,37 figli per donna. Un valore, a livello nazionale, in continuo calo dal 2010: da 1,46 si è passati a all’attuale 1,39. I dati per il 2013 danno livelli più elevati di fecondità al Nord, nelle Province Autonome di Trento e Bolzano, e nel Mezzogiorno, in Campania e Sicilia. Le regioni in assoluto meno prolifiche sono invece Sardegna, Basilicata e Molise. Il tasso di mortalità infantile per la Liguria è di 3,11‰, al di sotto della media nazionale di 3,2‰.
Il 99,7% dei 10.543 parti avvenuti in Liguria nel 2013 si sono svolti in strutture pubbliche: il 25% in strutture relative a una classe di parto compresa tra le 500 e le 799 unità, un altro 25% in punti nascita che effettuano fino a 999 parti annui e il rimanente 50% nelle strutture che possono ospitare fino a 2.499 parti all’anno. Nella nostra regione, poco meno del 10% delle strutture rientra nella classe di parto più piccola, quella che può effettuare fino a 499 eventi annui.
Secondo i dati diffusi dal Cedap, nel 2013 in Italia ben il 20% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana. In Liguria la percentuale sale al 25,7%, in linea con il Centro-Nord, macroarea a maggiore presenza straniera regolare: nel 4,53% dei casi le madri provengono da Paesi dell’Ue, il 6,59% da altri Paesi europei. I parti “sudamericani” sono il 6,38%, quelli “africani” il 5,9%. La provenienza asiatica della madre riguarda il 2,17% dei parti. E le straniere sono anche le più precoci: nel loro caso, il primo figlio si fa in media a 27 anni, mentre le liguri partoriscono per la prima volta, in media, a 33 anni.
E proprio per quello che riguarda l’età, i dati confermano per le liguri una percentuale del 59,64% di parti nella classe di età tra i 30 e i 39 anni. Nel 27,76% dei casi la madre ha tra i 20 e i 29 anni, mentre in quasi l’11% dei casi l’età supera i 40 anni (contro una media nazionale del 9%). Solo l’1,96% ha mamma giovanissima, d’età inferiore ai 20. E di pari passo con la maggiore età delle madri liguri vanno gli esami pre-parto: non a caso la nostra regione registra una delle più alte percentuali di amniocentesi effettuate nel 2013, il 21,4% sul totale dei parti (contro la media nazionale del 10,6% e dietro solo all’Umbria con il 22,5%).
In media, in Liguria, ogni donna che ha partorito nel 2013 ha avuto 0,24 aborti in concepimenti precedenti, valore in leggero aumento rispetto al 2012. In percentuale, nell’82,45% dei casi le madri non hanno mai avuto in precedenza aborti spontanei, il 16,26% (valore circa due punti superiore alla media nazionale) hanno avuto 1 o 2 aborti spontanei e nell’1,29% oltre 2 aborti spontanei.
Le liguri si dimostrano tra le più attente nel monitorare la propria gravidanza: il 94,4% dei parti del 2013 sono stati preceduti da più di quattro visite di controllo. Si tratta della terza maggior percentuale d’Italia dopo Valle d’Aosta (96,7%) e Umbria (94,7%), a pari merito con quella della Provincia autonoma di Bolzano. Nel 5% dei casi i controlli sono stati meno di quattro, mentre solo nello 0,6% non è stata fatta alcuna visita in gravidanza. In media, sono 6,2 le ecografie per parto nella nostra regione.
La sala parto ligure è sicuramente una delle più “affollate” d’Italia: in base al rapporto, oltre al ginecologo e all’ostetrica, presenti rispettivamente nel 95,68% e nel 93,29% dei casi, anche l’anestesista è spesso tra i professionisti in sala (50,93%, cinque punti in più della media nazionale), così come il pediatra (e/o neonatologo),presente nell’82,1% dei parti effettuati (in questo caso la media italiana si ferma al 68%). Il travaglio è spontaneo nell’81,1% dei parti liguri, indotto per il 18,9%. I parti cesarei sono stati il 34,5%, in linea con la media nazionale. Nel 2013 la Liguria ha raggiunto un primato: con una percentuale pari al 2,3% è risultata la prima regione d’Italia per tasso di parti plurimi sul totale (in valore assoluto sono stati 241). Eventi che hanno riguardato, nella maggior parte dei casi, madri over 40. In Italia, quell’anno, se ne sono contati 8.719. In Liguria, il 26,5% dei parti plurimi ha riguardato gravidanze con Procreazione medicalmente assistita.
E parlando di Pma, nella nostra regione ha riguardato 278 parti, sugli 8.337 totali con Pma in Italia nel 2013. Nel 38,8% si è trattato di fecondazione vitro tramite iniezione di spermatozoi nel citoplasma, mentre nel 30,6% di casi di fecondazione e trasferimento di embrioni nell’utero. Nell’11,5% l’ovulazione è stata indotta tramite trattamento farmacologico (percentuale maggiore d’Italia), mentre nel 9,7% di casi è stato effettuato il trasferimento di gameti maschili in cavità uterina.