C’è tanto entusiasmo nelle parole di Davide Zoppi, titolare dell’agriturismo Cà du Ferrà, quando parla della propria struttura ricettiva e di Bonassola. «Un territorio da rilanciare e far crescere», spiega. Proprio come è avvenuto negli ultimi cinque anni per Cà du Ferrà, che gode di una caratteristica unica: si tratta dell’agriturismo più vicino al mare di tutta la Liguria, a 400 metri dalla spiaggia di Bonassola e a pochi passi dalla pista ciclopedonale.
Nell’ultimo quinquennio il lavoro del 28enne “agrigiurista” Davide (appellativo che il laureato in Giurisprudenza alla Cattolica di Milano si è conquistato dopo aver preferito la natura a tutt’altra carriera) è stato fondamentale per il cambio di passo dell’azienda. Nata quindici anni fa grazie alla volontà di papà Antonio, imprenditore edile, e mamma Aida, commerciante d’abbigliamento, che hanno lasciato le proprie attività per dedicarsi ai terreni acquistati nel corso degli anni, l’agriturismo Cà du Ferrà ha cambiato volto sia “online”, puntando sui social e sul sito internet, sia “offline”, rinnovando quasi tutto, dalle camere, quattro in totale, alle brochure:
«Abbiamo investito parecchio – commenta Zoppi – la maggior parte proprio sul web. È stato un lavoro lungo ma che ha fruttato molto: in cinque anni abbiamo incrementato le prenotazioni del 50%». Ma non è solo merito dell’investimento economico: «Quello che paga di più è l’accoglienza e la continua presenza a disposizione del cliente. Siamo qui 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Un sorriso, una cordialità valgono ben più del miglior sito del mondo».
E non solo dell’accoglienza Cà du Ferrà fa la propria forza: «Da qualche anno abbiamo iniziato a puntare sul biologico per le nostre produzioni: vino, grappa e limoni». Tornare indietro per andare avanti, insomma: «Questo tipo di agricoltura ha risanato le piante e le ha fatto crescere meglio: un indice di salubrità delle coltivazioni è stato proprio il ritorno delle coccinelle, che contribuiscono, tra l’altro, alla lotta contro gli afidi. Nella nostra vigna da circa 1 ettaro e mezzo abbiamo 6.500 piante di Albarola, Bosco e Vermentino, dalle quali produciamo il vino Bonazolae Colline di Levanto Bianco doc, da tre anni completamente biologico», spiega Zoppi, che, non a caso, ha voluto lasciare la propria impronta da giurista sul nome del vino: «Deriva dal latino e significa “di Bonassola”: con questo nome vogliamo trasmettere immediatamente la provenienza tipica del territorio. Lo abbiamo presentato con successo anche a Expo Milano». Una produzione ancora piccola, circa tremila bottiglie all’anno, per la vendita all’estero, così come quella dei limoni e della grappa, circa 500 bottiglie: i raspi vengono portati a distillare in un’azienda piemontese.
Ma l’agricoltura bio non si ferma qui, come ricorda il titolare: «Da un paio di anni abbiamo una piana di more, con cui riforniamo gelaterie e pasticcerie della zona, e abbiamo recentemente acquistato da un’azienda agricola di Riva del Garda alcune varietà antiche di mela e pera».
Cà du Ferrà, in cui lavorano altre due persone insieme alla famiglia Zoppi, si avvale di due strutture particolari per l’accoglienza degli ospiti: un “casottino” e un mulino, sotto il quale scorre il torrente San Giorgio, entrambi edifici abbandonati e restaurati. «Storicamente si tratta di una valle ricca di mulini, ma ormai sono spariti quasi tutti – racconta il titolare – Lo abbiamo recuperato, così come il casottino, con mattoni e tegole tipici della Liguria. Ma parallelamente a queste strutture “antiche”, offriamo i servizi più avanzati, dal wifi, anche nei giardini, alla cromoterapia in doccia».
E a usufruire delle strutture sono soprattutto stranieri, in particolare francesi e olandesi: «In realtà fino a pochi anni fa il 70% dei turisti che soggiornavano nelle nostre camere erano italiani. Oggi la situazione si è invertita, ripagando anche i tanti investimenti compiuti», commenta. E proprio su Francia e Olanda Cà du Ferrà sta facendo il marketing più serrato, ottenendo risultati prestigiosi: «Siamo inseriti nelle principali guide turistiche straniere e poco tempo fa è stato pubblicato un redazionale sul nostro agriturismo sul più noto quotidiano olandese».
Ma come ricorda Zoppi, «non c’è investimento che tenga se non si pone l’ospite al centro delle proprie attenzioni: è questa la carta vincente che ci ha fatto crescere davvero».