«Non esiste alcun collegamento tra i lavori di dragaggio del molo Garibaldi nel porto della Spezia e le morie di muscoli avvenute tra dicembre e febbraio in alcuni vivai presso la diga». Lo dichiara Lorenzo Forcieri, presidente dell’Autorità Portuale della Spezia, rispondendo ad alcune associazioni ambientaliste secondo le quali dietro alla moria di muscoli avvenuta nei mesi scorsi sarebbero i lavori di dragaggio effettuati nei fondali dello scalo.
«Lo stabilisce – precisa Forcieri – ogni accertamento svolto da parte di tutti gli enti preposti e ad analoghe conclusioni conducono gli studi e le ricerche che la stessa Autorità Portuale ha prontamente commissionato all’Università di Genova e a Dhi, società olandese specializzata in studi sulle correnti marine e sulla dispersione di solidi sospesi. Basti considerare – aggiunge il presidente dell’Autorità Portuale della Spezia – che il materiale rinvenuto nell’organismo dei mitili morti è diverso dal materiale oggetto del dragaggio e molto più simile a quello presente dentro diga presso i vivai e che in nessuna condizione meteo-marina è possibile che il materiale fangoso possa viaggiare “galleggiando” per oltre tre chilometri, tanta è la distanza dal Garibaldi alla diga»
Forcieri conferma l’impegno a sostenere, anche economicamente, ogni iniziativa volta alla conservazione e allo sviluppo delle attività produttive legate al mare ed golfo della Spezia, come la mitilicoltura, e propone di mettere a punto assieme ai comuni del Golfo ed alla Regione, un accordo di programma per risanare e rilanciare questa attività tradizionale del territorio.
Domani, in consiglio regionale, si discuterà degli impianti di mitilicoltura nel golfo della Spezia su interrogazione dei consiglieri Raffaella Paita e Juri Michelucci.