Liguria terra di imprenditori stranieri. Secondo i dati Unioncamere-Infocamere elaborati dall’Ufficio studi Confartigianato, la nostra regione nel 2014 risulta terza in Italia per incidenza di imprese a conduzione straniera sul totale del tessuto imprenditoriale, valore che tocca il 12,2%. Quasi alla pari con il Lazio, secondo in classifica con il 12,3% e di poco inferiore al 13% della Toscana.
In Italia l’incidenza media è del 9,2% e si contano poco più di 473 mila realtà imprenditoriali gestite da stranieri. Sono 16.865 le imprese straniere attive in Liguria, contro le 46 mila circa della Toscana e le 58.700 del Lazio. Agli ultimi posti troviamo Basilicata (3,3%), Puglia (4,9%) e Valle d’Aosta (5,5%).
Guardando al panorama provinciale, Imperia, con 3.134 imprese straniere, si piazza addirittura al quinto posto in Italia, a pari merito con Reggio Emilia, per incidenza sul totale, pari al 14,1%, dato che supera di gran lunga la media nazionale. Poco distante Genova (9.106 imprese), al nono posto, con un’incidenza del 12,8%. Seguono La Spezia (1.822) e Savona (2.803) che, rispettivamente con il 10,5% e il 10,3%, rientrano comunque nei primi trenta posti nella classifica nazionale.
Considerando solo il comparto artigiano nazionale nel 2014, sono 176.715 le imprese a conduzione straniera, che rappresentano il 12,8% dell’artigianato nazionale. Quasi la totalità di queste attività si concentra in 17 comparti: al primo posto, le costruzioni, settore scelto nel 52% dei casi. Per quello che riguarda invece l’incidenza sul totale dell’artigianato per settore di attività, in testa c’è l’abbigliamento (32,9%), immediatamente seguito dalla fabbricazione di articoli in pelle (26,8%). Seguono i servizi di supporto a imprese e uffici (22%), i lavori di costruzione specializzati (21,8%) e la ristorazione (21,2%).
«Nella nostra regione – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – si concentrano prevalentemente nel settore delle costruzioni. Da controllare e monitorare l’alta percentuale di imprenditoria straniera nei servizi alle imprese, che potrebbe testimoniare un iniziale radicamento delle comunità ma anche un’esigenza di servizi lowcost delle imprese, come già sta avvenendo ad esempio nei servizi alle persone».
Tra il 2012 e il 2014 nelle imprese artigiane l’assunzione di personale immigrato ha riguardato il 13,5% del totale delle assunzioni previste. Dato che è diminuito proprio nel corso dell’ultimo anno, quando ha toccato il minimo dell’11,4%.