Wi-fi, trasparenza, partecipazione, innovazione: i temi “cari” a Open Genova diventano argomenti di discussione per i candidati alle Elezioni regionali, ai quali la community web ha rivolto quattro domande secche.
Parlando di wi-fi, Alice Salvatore (Movimento 5 Stelle), afferma che «prima di tutto il sistema va fatto funzionare», con un occhio all’inquinamento (elettromagnetico in questo caso), e, successivamente, gli esercizi commerciali che lo adotteranno «potranno godere di sgravi fiscali». Sgravi che, per Luca Pastorino (Rete a Sinistra-Lista Pastorino), «possono essere allargati anche ai privati che contribuiscano alla diffusione di Internet aprendo le proprie reti». Per Enrico Musso (Liguria Libera), «questo succede anche nelle altre città europee, e garantirebbe una migliore qualità della vita». Secondo Antonio Bruno (L’Altra Liguria), «la connettività va allargata soprattutto alle periferie». Sì al wi-fi anche per Giovanni Toti, candidato di Lega e Forza Italia, ma il progetto deve essere «funzionante, efficace ed esteso al maggior numero di postazioni possibili». E la proposta è quella di «fornire liberi accessi negli esercizi commerciali e di aiutare gli alberghi attraverso finanziamenti dedicati». E proprio «il ritardo del sistema alberghiero sul wi-fi va colmato per incrementare lo sviluppo del turismo», secondo la candidata Pd Raffaella Paita.
Sul tema trasparenza, Paita risponde a Open Genova con «politiche di alfabetizzazione digitale dei cittadini e di comunicazione e rappresentazione degli open data», mentre Pastorino rilancia promettendo un «aumento del numero dei dataset disponibili e l’ascolto delle associazioni per la loro promozione». Bruno ribadisce la necessità che «i dati effettivamente siano online» e che «vengano resi fruibili grazie al lavoro di un pool di esperti di comunicazione e informatica». Per Musso «il cittadino non deve impazzire per trovarli, serve un’interpretazione facile e immediata». Non solo dati e bilanci «facilmente accessibili in tempo reale dai cittadini», per Salvatore, ma anche «tutte le sedute di consiglio e commissioni devono essere trasmesse in streaming». Per Toti lo sviluppo della trasparenza dei dati pubblici e della burocrazia «è collegato alle proposte di creare uno sportello unico per le imprese e uno sportello unico per il cittadino».
Alcuni metodi stranieri di partecipazione dei cittadini all’attività di governo possono essere delle buone basi da adottare anche in Liguria. «È il caso degli Stati Uniti, all’avanguardia sotto questo punto di vista – dice Toti – e in particolare il progetto web del Chicago Metropolitan Agency». Pastorino “gioca in casa”, citando il progetto Partecip@ di Open Genova, «che potrebbe essere un buon modello per realizzare uno standard in tutta la regione». Lo stesso fa Bruno, citando l’esperienza del Municipio del Centro Est, «strumento che va nella direzione della democrazia partecipativa, senza sostituire il confronto “de visu”». «Non è la sostituzione della democrazia rappresentativa con la democrazia diretta – dice Musso – ma è l’ammodernamento della prima. Naturalmente serve una fase di test, non si deve pretendere che da domani si governi con strumenti come Liquid Feedback o Airesis». Per Paita un buon esempio, legato sempre all’alfabetizzazione digitale dei cittadini, è TuParlamento, realizzato dalla Fondazione Rete Civica di Milano: «Potenziandolo con le opportunità offerte da piattaforme come Airesis, potrebbe essere adattabile al contesto regionale». Salvatore punta invece sul referendum propositivo online «per creare percorsi informativi per i cittadini e per decidere insieme a loro prima di ogni votazione politica».
Sull’innovazione, infine, Bruno ne sottolinea l’importanza, tecnologica e organizzativa, «per creare occupazione e far crescere la produzione, superando i miti che bloccano la possibilità di vita, socialità e lavoro». Secondo Salvatore, l’innovazione passa soprattutto per «un miglior accesso al credito per le start-up e una velocizzazione burocratica grazie a un ufficio di europrogettazione che monitori le nuove possibilità di fondi europei». La chiave della crescita innovativa per Toti sta nell’essere più attrattivi per le nuove imprese: «sia per quelle che decidono di trasferirsi in Liguria, sia per i giovani che vogliono fare impresa nella loro regione». E le proposte sono «abolizione Irap e bollo auto per le start-up e l’affidamento gratuito alle imprese giovanili dei locali pubblici non utilizzati». La priorità di Paita è il sostegno ai poli di innovazione, «a cui si deve aggiungere una politica di aggregazione: le imprese saranno maggiormente coinvolte cercando un modello di collaborazione trasversale tra le diverse realtà». E l’interazione tra i vari esempi di innovazione in regione, dall’Università alla ricerca, è necessaria anche per Pastorino: «servono una migliore coordinazione tra le realtà e fondi europei mirati e non distribuiti a pioggia». Ma per Musso è necessario anche premiare il merito: «mettere le menti migliori alla guida della Regione e impedire che la burocrazia fine a se stessa blocchi il processo innovativo».