Un Pil in crescita del 3,5%, con previsioni del 3,6% a fine anno, disoccupazione al di sotto della media europea, oltre 1,1 miliardi di importazioni dall’Italia, il 18% di quelle totali. Un biglietto da visita, quello di Malta, che stuzzica le imprese liguri a fare business nelle tre isole mediterranee a ridosso dell’Africa. Una piccola nazione che negli anni ha saputo fare non solo del turismo la propria economia: da una manifattura “a basso costo” Malta è passata a quella delle grandi multinazionali e, soprannominata “infermiera del Mediterraneo”, ha saputo sfruttare negli anni la propria lunga tradizione nel settore sanitario (risale al 1575 la prima scuola medica, fondata proprio dai cavalieri di Malta), unendola a una forte innovazione.
Ma Malta è soprattutto marittimo e shipping, due settori che caratterizzano fortemente l’economia della Liguria: ecco il motivo della tavola rotonda che ha messo insieme i maggiori esponenti del comparto, Stefano Messina, vicepresidente di Confindustria Genova, e Augusto Cosulich, console onorario di Malta, insieme a Massimo Giacchetta, Wtc Genoa, Franco Aprile, ad di Liguria International, e l’ambasciatrice di Malta Vanessa Frazier.
Una crescita economica, quella di Malta, che va di pari passo con la crisi dei principali competitor portuali: grande scalo di transhipment, negli ultimi anni Malta ha tratto vantaggio dal calo dei traffici di Gioia Tauro, Cagliari e il Pireo, facendo addirittura aumentare di 500 mila unità le Teu movimentate tra 2009 e 2014: «Non abbiamo risentito della crisi – spiega l’ambasciatore – al contrario, i traffici sono aumentati e la nostra economia è florida». E c’è chi già nel 2007 ha puntato i propri investimenti su Malta: «Abbiamo partecipato a una gara per aggiudicarci la privatizzazione di Tug Malta Ltd, che ha in esclusiva il servizio di rimorchio nei porti Grand Harbour Marsaxlokke – spiega Giacomo Gavarone di Rimorchiatori Riuniti – e abbiamo vinto la gara con un’offerta di 30 milioni di euro: un’offerta importante, che avrebbe garantito inoltre il mantenimento della forza lavoro, circa 90 unità, e investimenti per 60 milioni di euro per due nuove unità portuali e un’unità offshore». Le prospettive parlavano, già allora, di grandi opportunità e possibilità di sviluppo: «Traffici in aumento, investimenti chiari e mirati, anche sulle infrastrutture, e una posizione strategica di vicinanza al Nord Africa», aggiunge Gavarone.
Una realtà piccola, in cui il rapporto tra mondo dell’imprenditoria e autorità è molto vicino: «Le azioni del governo – spiega Frazier – sono sempre mirate ad aiutare le imprese, la burocrazia è più agevole e la fiscalità minore rispetto all’Italia e a molti altri Stati europei». Ma questo non significa “flag of convenience”: «Le tasse si pagano eccome – precisa Messina – semplicemente se ne pagano meno. Ma soprattutto quello che aiuta l’imprenditoria a Malta è la trasparenza e la facilità delle norme». Anche nell’avvio dell’impresa: «In quattro mesi abbiamo aperto una start up che oggi conta 35 dipendenti con un’età media che si aggira sui 30 anni – descrive Ferdinando Gatto del gruppo milanese Connexo, specializzato nell’Information technology – La facilità del sistema, soprattutto bancario, ci ha agevolato. Nonostante però, in apparenza, Malta sia molto vicina all’Italia, la sua cultura è molto radicata e bisogna conoscerla». Se è vero che quasi tutti a Malta parlano italiano, è anche vero che esiste una barriera culturale da superare data dalla forte tradizione anglosassone.
Incidenza minore delle tasse, giurisdizione più semplice, ma non solo: alla Valletta esiste un forte legame tra scuola e mondo del lavoro e il turnover è limitato: «Si cambia lavoro non tanto per il denaro, quanto per la motivazione», precisa Gatto.
Buone prospettive anche per le imprese liguri, dunque: «Marittimo e hi tech sono i due nostri settori di eccellenza e in questo siamo molto simili a Malta – spiega Franco Aprile – ma non solo. Agroalimentare e artigianato sono altre due filiere su cui le nostre piccole e medie imprese possono puntare per fare business con le controparti maltesi. Fino a poco gli scambi economici erano favoriti dal fatto che molte delle imprese che avevano rapporti con la Libia transitassero per Malta, mentre oggi purtroppo i rapporti si sono incrinati».