Cresce il fatturato dell’alta tecnologia genovese, ma diminuiscono gli addetti. Lo rivelano i dati della nona indagine Dixet-Confindustria sulle imprese del settore del capoluogo ligure, circa 350 con 14 mila occupati. Di queste, 81 hanno chiuso il 2014 con un fatturato di quasi 4,2 miliardi di euro (erano poco più di 4 nel 2013). «La ripresa del fatturato nel 2014 è stata sorretta dalle esportazioni ma anche dal mercato interno, un dato molto interessante – evidenzia Carlo Castellano, presidente di Dixet – l’occupazione è ancora ferma dopo la pesante crisi degli anni passati, l’hi-tech risente di trasformazioni anche strutturali del mercato del lavoro». Il settore registra ricavi 2014 a +3,3%. Bene anche l’export, che chiude l’anno con un +6,7%, ma gli addetti sono in calo dello 0,3% rispetto al 2013. «Sono numeri più significativi rispetto alle attese – dice Giuseppe Zampini, presidente di Confindustria Genova – e confermano una certa volatilità delle previsioni. Purtroppo i problemi sull’occupazione restano: è l’elemento critico per poter dire “siamo usciti dalla crisi”. Il traino sono sempre le medie-grandi aziende, che hanno l’80% degli impiegati».
L’hi-tech genovese è costituito per il 68% da piccole imprese fino a 49 dipendenti, il 22% medie imprese da 50 a 249 dipendenti e il restante 10% grandi aziende con oltre 250 lavoratori. Informatica, automazione robotica, biomedicale, telecomunicazioni ed energia, i principali settori d’appartenenza. Punto critico denunciato dalle imprese genovesi del comparto è quello delle infrastrutture materiali e immateriali presenti sul territorio. «È una criticità forte – commenta Castellano – a Genova abbiamo un aeroporto di serie B o C, che non risponde alle esigenze delle imprese tecnologiche costrette ad andare in altri scali internazionali per potersi muovere».
Positive le prospettive del 2015: +12,1% per il fatturato, +6,8% per l’export e una ripresa anche dell’occupazione, con un lieve +0,1% di addetti.