Imperia, La Spezia e Savona uniscono le forze e danno vita alla Camera di Commercio delle Riviere di Liguria. Approvate tre delibere identiche, la decisione di costituire un unico ente nasce da un radicale processo di revisione delle funzioni degli assetti organizzativi in cui è impegnato da alcuni anni l’intero sistema camerale italiano e che ha subito un’accelerazione dopo che il governo, con il decreto 90 del 2014, ha fortemente limitato le risorse delle camere di commercio con la riduzione del 35% degli introiti del diritto annuale per il 2015, percentuale che salirà al 40% nel 2016 e al 50% nel 2017.
L’abbattimento del diritto annuale, che rappresenta mediamente il 70% delle entrate camerali, ha compromesso le possibilità di intervento economico dei singoli enti, con rischi di soppressione nel caso non si adottassero misure in grado di contenere gli impatti negativi sui bilanci: dalla riduzione dei costi di struttura al ricorso a funzioni associate, ma anche, come indicato dal progetto di autoriforma approvato da Unioncamere nell’aprile dello scorso anno, accorpamenti volontari tra gli enti. E proprio questa è stata la scelta che le Camere di Commercio di Imperia, La Spezia e Savona hanno intrapreso.
La nuova Camera avrà sede a Savona: non solo per la posizione baricentrica, ma anche perché la più rilevante in termini di numero di aziende. Ci saranno anche le sedi operative a Imperia e La Spezia, con una base complessiva di circa 98 mila imprese (che a livello ligure si confrontano con le 108 mila della Camera di Commercio di Genova). Il territorio della nuova Camera di Commercio delle Riviere Liguri comprende oltre i due terzi della superficie regionale (3.600 kmq) e il 45,5% della popolazione (724 mila residenti).
L’ente sarà caratterizzato da unicità degli organi (è previsto un consiglio camerale di 30 membri, oltre i rappresentanti dei lavoratori, consumatori e professionisti, ridotto rispetto agli attuali 72 consiglieri delle tre camere) e un’unica organizzazione gestionale (temperata dal mantenimento dell’autonomia e del rispetto delle specificità operative locali).
Territori legati dal mar Ligure, tanto da elevare la “blue economy” a vero e proprio pilastro dell’economia delle tre province: le imprese legate all’economia del mare (dalla filiera ittica ai porti, dalla cantieristica al turismo) contribuiscono ben oltre il 10% al valore aggiunto e all’occupazione di Imperia, La Spezia e Savona, a fronte del 3% nazionale e, assieme a Genova, fanno della Liguria la regione italiana al primo posto per incidenza della “blue economy” sul totale dell’economia. «Oltre a generare preziose economie di gestione, l’accorpamento tra gli enti camerali di Imperia, La Spezia e Savona – sottolinea il presidente della Camera di Commercio di Savona, Luciano Pasquale – apre la strada a un nuovo modello di sostegno e di affiancamento delle imprese su territori diversi ma caratterizzati da una forte omogeneità, dove sarà possibile portare avanti una politica complessiva di sviluppo che punti sulla qualità e sul dinamismo imprenditoriale, valorizzando le potenzialità economiche e sociali di ciascuna area in un quadro di collaborazione con la Camera di Commercio di Genova finalizzato alla crescita della Liguria nel suo insieme».