Boom delle esportazioni liguri nel terzo trimestre 2014: l’indagine di Unioncamere Liguria sulla base degli ultimi dati Istat parla di una crescita del 15,8% in Liguria, in controtendenza rispetto al resto del Paese, in calo del 3,4%. Export trainato da una marcata crescita nella provincia di Genova (+57,5%), dove il porto ha giocato la parte del leone: l’andamento positivo dell’attività portuale ha influito in modo determinante, ma c’è anche da considerare che dal porto del capoluogo partono merci provenienti da quasi tutto il Nord Ovest.
Oltre alla Liguria, le uniche regioni ad aver registrato un trend congiunturale positivo sono state le Marche (+11,6%), la Puglia (+6%) e la Sicilia (+3,5%).
Se si prendono in considerazione i primi 9 mesi del 2014, rispetto allo stesso periodo del 2013, in Liguria i transiti di beni verso i mercati esteri risultano in crescita del 9,5%, la maggiore variazione tendenziale fra le regioni italiane. L’incidenza dell’export ligure su quello nazionale è solo dell’1,8%: questo spiega il modesto contributo della Liguria (+0,2%) alla crescita dell’export italiano (+1,4%).
Macchinari e apparecchiature (+58,6%), mezzi di trasporto (+41,1%), apparecchi elettrici (+25,8%) e prodotti chimici (+11,1%) quelli che hanno maggiormente influito sulla crescita delle esportazioni liguri. Ma continua la frenata dei prodotti petroliferi (-15,8%) e di quelli agricoli (-11,7%).
A Genova le migliori performance
È tutta genovese la maggiore crescita registrata nel terzo trimestre dell’anno: +57,5%, mentre, se si prende in considerazione l’andamento totale da inizio anno, la variazione è del +24,2%. Tra i prodotti con il maggior volume di vendite all’estero nei primi nove mesi i macchinari e le apparecchiature (in particolare macchine di impiego generale, le navi e le imbarcazioni), in crescita dell’83,3% e con un peso del 25% sul totale dell’export provinciale, e i prodotti petroliferi, che registrano invece un calo del 26,1%. Tra le destinazioni “preferite” sale al primo posto l’Algeria, grazie soprattutto a una straordinaria “vendita” di navi e imbarcazioni pari al 65% del valore complessivo dell’export verso questo Paese. Segue la Germania, verso cui è ulteriormente cresciuta la vendita di prodotti siderurgici (+17,9%) e, infine, la Tunisia, dove si è registrato un ulteriore aumento nella vendita di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (+128,4%).
A Ponente vincono olio e nautica
Anche in provincia di Imperia nei primi nove mesi dell’anno si registra un buon andamento delle vendite all’estero, +9,7%, fortemente caratterizzato dal successo del settore alimentare (in particolare l’olio, con +9,8%), e delle navi e imbarcazioni (+3,3%). La Francia è il primo Paese verso cui è indirizzato l’export imperiese (+0,3%), principalmente di prodotti alimentari. Più staccata la Germania (-8,1%), verso la quale è diminuito il volume di vendite di prodotti agricoli, mentre hanno tenuto i prodotti alimentari; al terzo posto i Paesi Bassi sostanzialmente stabili (+0,9%).
Crescono prodotti chimici e petroliferi a Savona
Nel savonese l’export tra gennaio e settembre ha segnato un +4,3%: i prodotti chimici si confermano la voce principale dell’export provinciale (il loro peso sfiora il 50%), con un incremento del 14,1%, seguiti dai prodotti petroliferi (+36,8%) e dai prodotti agricoli, in particolare le piante (in calo del 10,4%). Stabile l’export verso la Francia, nonostante un calo nelle vendite di prodotti chimici, controbilanciato da un aumento dei prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio; in calo invece l’export verso la Germania, determinato soprattutto dai prodotti chimici, e al terzo posto si riconferma il mercato spagnolo (+15,3%).
Export in calo solo alla Spezia
La provincia della Spezia è l’unica a registrare un decremento: un -33,4% fortemente influenzato dal calo di vendite di imbarcazioni (-73,3%) e di armi (-12,3%). L’export spezzino è indirizzato particolarmente verso la Francia, con una crescita del 169,3% rispetto a un anno fa, quasi interamente ascrivibile alla vendita di armi e munizioni. Crollano le vendite di navi e armi verso gli Emirati Arabi, che comunque mantengono il secondo posto nella graduatoria provinciale, e conquista il terzo posto l’Algeria grazie a una cospicua vendita di macchine per impieghi speciali.
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