Nelle città liguri, così come in quelle italiane, “tira”la stessa aria: inquinamento atmosferico a livelli d’emergenza e tasso di motorizzazione in crescita è quanto emerge dalla 21esima edizione di Ecosistema Urbano, il rapporto di Legambiente sulla vivibilità ambientale dei 104 capoluoghi di provincia italiani, realizzato in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Ambiente Italia e Sole 24 Ore e presentato oggi a Torino.
«Presentiamo la classifica di Ecosistema urbano – commenta Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria – con la città di Genova ancora in difficoltà a causa dell’alluvione. Ci auguriamo però che i dati riportati possano rappresentare uno stimolo alla discussione per far comprendere la necessità di cambiare le priorità nella gestione della città e del territorio. Genova sembra entrata nel tunnel delle emergenze, dal dissesto idrogeologico e la sicurezza per i cittadini ai rifiuti, al trasporto pubblico locale. Anche per vincere la sfida che i cambiamenti climatici pongono, bisogna pensare un modo nuovo di usare le risorse e l’energia, di organizzare la mobilità dando priorità al trasporto pubblico recuperando nuovi spazi, sottraendoli alla mobilità privata, rendendoli più sicuri, più salutari e meno alienanti, immaginando la città come luogo dove si realizzano le condizioni per favorire le relazioni sociali, il senso del vicinato, del quartiere, della comunità. Indirizzare politiche e azioni in questo senso, nelle grandi città e nei piccoli borghi, significa garantire sviluppo, emancipazione economica e nuovo lavoro».
Verbania, Belluno e Bolzano ai primi tre posti, ma non ci sono buone notizie per la Liguria, nonostante il nono posto della Spezia, che migliora la qualità dell’aria ma rimane al palo sulla produzione dei rifiuti e la raccolta differenziata e peggiora nelle politiche del trasporto pubblico locale. «I dati sulla qualità dell’aria non devono farci abbassare la guardia sulle emissioni inquinanti generate da attività produttive, come la centrale Enel, e dal traffico automobilistico – commenta Paolo Varrella del circolo di Legambiente La Spezia – anche perché molto probabilmente si sono determinate per effetto della crisi sia produttiva, con conseguenti emissioni minori, sia per un minor uso dei mezzi privati da parte dei cittadini. Bisogna poi considerare che la rete spezzina di rilevamento degli inquinanti è incompleta, non copre tutti i parametri previsti dalla legge e va pertanto adeguata. Restano negativi i dati relativi alla produzione di rifiuti, stranamente in aumento nonostante la crisi, alla raccolta differenziata, ancora bassa, e quelli del trasporto pubblico locale».
Gli altri capoluoghi rimangono più indietro: Savona ventesima, premiata per l’aumento dei passeggeri che utilizzano il trasporto pubblico locale e la diminuzione di produzione di rifiuti procapite, ma nettamente in difficoltà per quanto riguarda i parametri relativi alla qualità dell’aria. Inoltre tra le città liguri è quella dove maggiore è la percentuale di spostamenti privati (auto e moto) sul totale. Genova 49sima continua ad avere problemi sulla qualità dell’aria, a perdere passeggeri e a diminuire l’offerta di trasporto pubblico nonostante sia minore la percentuale di trasporti privati sul totale, rispetto alle altre tre città liguri. Resta indietro sulle politiche della ciclabilità e ancora al di sotto dei limiti di legge per la raccolta differenziata. Imperia chiude la classifica delle liguri al 76esimo posto, non rendendo però disponibili i dati sulla qualità dell’aria. Nella città di estremo Ponente si verificano miglioramenti sia sul trasporto pubblico locale, sia sulla riduzione della produzione di rifiuti pro capite, ma risultano più alti i tassi di auto e motocicli circolanti.