Andrea Dameri, direttore di Confesercenti Genova, prende posizione con una dura nota sull’ulteriore aggravio delle tariffe Tari con il quale l’Amiu intenderebbe risolvere l’emergenza Scarpino e dare luogo a quella riforma del sistema di raccolta che la città attende da tempo immemore. Responsabilità delle quali non possono rispondere sempre e soltanto residenti e commercianti chiamati a pagare, ogni anno, una bolletta sempre più salata per un servizio sempre più insoddisfacente: «Altri 12 milioni di euro, come minimo, a carico d’imprese e famiglie. Non solo la Tari ha raggiunto livelli stratosferici, in particolare per alcune categorie d’imprese, ma ora si vogliono far pagare alla collettività anni di cattiva gestione e mancate scelte. Anche solo pensare di chiedere a imprese e cittadini di Genova e della Liguria di pagare i costi della chiusura d’impianti fuori norma, perché negli anni non si è provveduto a costruire le infrastrutture per la separazione secco/umido, per tacere di quelli per la raccolta differenziata, è cosa semplicemente inaccettabile: paghi chi aveva la responsabilità di decidere e mettere in esecuzione».
Dameri rincara la dose: «Continuiamo ad avere un sistema profondamente inefficiente, con una frammentazione della raccolta affidata a gestori diversi nei vari Comuni, una sessantina di soggetti diversi per i 235 comuni liguri. Persino il colore dei bidoni della differenziata è diverso da Comune a Comune, e se c’è un compito che la nuova Città Metropolitana può e deve assumersi è di porre fine una volta per tutte a questa situazione: da questo punto di vista auspichiamo di essere convocati a breve per affrontare anche questo tema al momento della stesura del nuovo Statuto».
La soluzione per Dameri è una: «Occorre promuovere risparmi sui costi con nuove modalità del servizio di raccolta che, a fronte di significative riduzioni in bolletta, comportino un ruolo attivo nella separazione e nel conferimento dei rifiuti anche da parte di imprese e cittadini. Solo per Genova dobbiamo tagliare almeno 20 milioni di spesa per riportare le bollette nell’alveo della sostenibilità. Da questo punto di vista il rapporto sulla fiscalità locale di recente pubblicazione testimonia che la pressione fiscale in Liguria è insostenibile, e che si deve mettere necessariamente mano alla situazione».