È possibile recuperare un vecchio fabbricato industriale senza doverlo trasformare in appartamenti o in outlet? Esiste una strategia per rilanciare la cultura e, allo stesso tempo, il commercio cittadino? A Savona sono convinti di sì. Qualcuno ha creduto in quest’utopia e ha cercato di realizzarla. Tre associazioni Arci hanno formato un consorzio e, con l’aiuto del Comune, hanno riesumato uno stabile industriale situato nella Vecchia Darsena (le ex Officine Solimano) per trasformarlo nella casa per le loro attività.
Dopo anni di diplomazia, progettazione, intoppi e lavori in corso, quest’autunno finalmente la struttura ha aperto i battenti. Durante un’affollata cerimonia inaugurale tutti i savonesi hanno potuto scoprire cosa il palazzo celasse al suo interno. Al piano terra c’è la sala cinematografica del cinema d’essai Nuovo Filmstudio. Al primo piano il palco teatrale della compagnia Cattivi Maestri. Al secondo piano, dotato di terrazza con vista sulla Vecchia Darsena, c’è invece il Raindogs House, un locale pensato per la musica dal vivo. Tutte e tre le associazioni erano prima sparse per la città, in ambienti angusti ma con canoni di affitto molto alti. Oggi si sono riunite sotto un unico tetto e, insieme, sperano di poter trasformare la Darsena di Savona nell’epicentro della vita cittadina, per la felicità di tutti i pubblici esercizi che vi gravitano attorno. È servito uno sforzo congiunto per tentare l’avventura, oltre a un corposo aiuto dal Comune, dalla Regione e dalla Fondazione De Mari.
L’importo del quadro economico dell’intervento è stato, complessivamente, di 1,5 milioni. I fondi per il primo lotto, pari a circa 600 mila euro, sono arrivati dalla Regione Liguria (la delibera risale al 22 ottobre del 2004).
Il secondo lotto è stato portato avanti con 408 mila euro di fondi europei Por, uniti a un contributo comunale di 102 mila euro. La Regione ha stanziato anche 35 mila euro per il progetto Centro giovani. Infine, per quanto riguarda gli arredi e le attrezzature tecniche, il consorzio Officine Solimano, con il contributo della fondazione De Mari, ha investito 330 mila euro. Uno sforzo congiunto imponente, che si è concretizzato anche perché all’amministrazione savonese il progetto è sempre piaciuto.
Il Comune era alla ricerca di una realtà che riuscisse a rendere il quartiere della Vecchia Darsena, popolato fino a pochi mesi fa solo dalle folle di turisti in entrata e uscita dalle navi da crociera, intrigante anche per i savonesi. Ora, con l’apertura delle Officine Solimano, crede di aver finalmente trovato questa realtà. «In un momento economico tutt’altro che semplice si tratta di un importante traguardo – dice Elisa Di Padova, assessore alla Cultura e alle politiche giovanili del Comune di Savona – la richiesta di spazi per l’arte, la creatività, la cultura è crescente e riuscire a dare una risposta in questo senso oggi è per noi di fondamentale importanza. Il consorzio Officine Solimano si è rivelato un ottimo esempio di collaborazione tra associazioni che, in prima persona, rimboccandosi le maniche e rapportandosi in maniera positiva e propositiva con l’amministrazione, ha dato forma al sogno di uno spazio dedicato alle attività culturali».

LA GENESI DEL PROGETTO
Come nelle migliori storie, tutto ebbe inizio in una notte buia e tempestosa. Nel 2001 al Filmstudio, la cui sede era a lato del teatro civico Chiabrera, non venne rinnovato il contratto di affitto. Tanti savonesi rischiavano di rimanere orfani dell’unico cinema d’essai della città, mentre molti altri schermi chiudevano i battenti per lasciare posto a un unico multisala, il Diana. Il Comune, allora guidato dal sindaco Carlo Ruggeri, promise all’associazione Filmstudio di trovare loro una nuova casa. L’opportunità venne offerta da un finanziamento europeo Por che la Regione Liguria poteva destinare al recupero di una struttura, con il solo vincolo che il fine del progetto fosse “culturale”. A quel punto le ex Officine Solimano erano già un palazzo di proprietà del Comune di Savona.
«Il progetto si arenò per un certo periodo – racconta Giovanni Durante, presidente savonese dell’Arci – se al pian terreno della struttura doveva approdare il Filmstudio, non era chiaro cosa ne sarebbe stato dei piani superiori. Nel frattempo erano nate nuove associazioni, come la Cantina teatrale dei Cattivi Maestri e il Raindogs». Anche i ragazzi del Raindogs House, patiti di musica dal vivo, erano stati “sfrattati” dalla loro casa originaria per un problema con l’affitto. «Abbiamo pensato così di unire le forze di queste associazioni –spiega Durante – per proporre un utilizzo complessivo della struttura. Così abbiamo stipulato una convenzione, con gli impegni e le modalità di utilizzo, e fondato il consorzio delle Officine Solimano». Dopo anni di travaglio, il risultato è un modello unico in Liguria, che sta già cominciando ad attirare l’attenzione di altre realtà, non solo italiane.

«A giugno abbiamo partecipato a un evento di quattro giorni organizzato a Viterbo dall’Arci – ricorda Durante – e ci è stato chiesto di raccontare di come abbia presto vita il nostro progetto. Il 5 ottobre siamo stati invitati a Ferrara come relatori in una conferenza sulla riprogettazione degli spazi urbani. Anche dalla vicina Francia hanno dimostrato interesse per il nostro risultato».
PRESENTE E FUTURO
È ormai più di tre mesi che le Officine Solimano sono tornate in attività: una vecchia industria savonese che si è riconvertita e oggi produce cultura. Nella speranza di poter, in questo modo, dare una mano all’intero quartiere della Vecchia Darsena di Savona, dove i bar e i ristoranti ci sono sempre stati ma, a volte, a mancare era la gente che li riempisse. «Le Officine Solimano non vogliono porsi in concorrenza con le attività vicine – specifica Renato Allegra, presidente dell’associazione Nuovo Filmstudio – vorremmo anzi collaborare in futuro con gli imprenditori che abbiamo intorno, ad esempio per l’organizzazione di specifici eventi». La novità che le Officine porteranno nei prossimi mesi sarà un passaggio di persone non solo la sera, ma anche in altre fasce orarie della giornata a partire dai laboratori del Filmstudio e dei teatranti dei Cattivi Maestri, dedicati ai ragazzi e alle scuole. I corsi sono previsti soprattutto di mattina e nel primo pomeriggio. La stima dei rappresentati del consorzio è di muovere quasi 500 persone al giorno tra corsi mattutini, spettacoli all’ora dell’aperitivo e serali.
«Questo mese – conferma Allegra – sono cominciati gli incontri e le lezioni di cinema con i ragazzi». La sfida di costruire, di questi tempi, nuovi spazi per la cultura nell’Italia della crisi è stata vinta. Il consorzio e il Comune hanno dimostrato che si possono recuperare vecchi spazi industriali in disuso senza doverli per forza convertire in residenziale o in un centro commerciale, capace forse di dar lavoro a più persone ma destinato a entrare in competizione con tante altre realtà esistenti. Ora comincia un’altra sfida, altrettanto complessa, per far apprezzare questi spazi alla popolazione e mantenerli vivi.