Tecnologia, idee, business. L’open innovation cresce e si nutre di iniziative che cercano di tessere una tela abbastanza resistente da accogliere e trattenere ricercatori, visionari e rappresentanti di una nuova economia, fatta di start up, programmazione e tanta passione da incrociare con i numeri. Se sulla carta il genius loci di un ecosistema innovativo aperto a studenti, imprenditori, mentori, ricercatori, potrebbe essere il Parco scientifico tecnologico (già predisposto per ospitare scambi tra startupper a livello internazionale, vedi box), oggi il talento ligure all’innovazione trova occasionali punti di aggregazione e spunti di emersione soprattutto intorno all’Università. Quel che conta è che settori e attori diversi stanno lavorando per sviluppare una cultura di contaminazione e di attraversamento delle frontiere. A giugno a raggiungere senza grande rumore il piazzale di ingegneria è stato il Barcamper, il quattroruote venture capital sponsorizzato da Microsoft e Fondazione Cariplo che porta in giro per l’Italia un team di esperti del business digitale alla ricerca delle migliori idee da sostenere con finanziamenti da 20 a 50 mila euro. A portare il colorato e attrezzato mezzo d’innovazione dentro ai confini liguri ci ha pensato Giuditta del Buono (collabora con Dpixel, Venture Capital Advisory ideatore del programma Barcamper), una delle tante persone che credono che Genova sia ricca di menti fresche con tanta attitudine alla ricerca e che questa città abbia un feeling particolare con l’ingegno.
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«Ho lavorato nell’ufficio di trasferimento tecnologico per il progetto Uniti che in questi anni ha portato alla nascita di 17 imprese spinoff nel campo della ricerca. Da quell’esperienza ho maturato la convinzione che occorra trovare sempre nuove strade per mettere in contatto start up e imprese – spiega – dopo aver organizzato l’Innautic Barcamp Challenge, che ha messo in relazione ricerca e nautica, questa volta ho cercato di portare in Liguria il modello informale del Barcamper per fare scouting sulle Apps per Windows Phone: in una giornata chi ha l’idea e chi la deve valutare s’incontra di persona in modo che si possa analizzare l’opportunità di impresa nella sostanza e non, come a volte può accadere, essere sviati dalla forma».
Il Pitch, cioè la presentazione, è l’elemento determinante per riuscire a convincere in pochi minuti l’interlocutore della validità e fattibilità di un’idea, ma chi ha buona dimestichezza con la tecnologia non è detto che la abbia con la comunicazione «Abbiamo ascoltato 16 pitch di altrettanti startupper. Per facilitare la presentazione abbiamo predisposto un template da compilare In modo da organizzare nel modo più efficace le idee», spiega Loris Lanzellotti di Dpixel, che sottolinea come una delle parti più importanti della presentazione, cioè quella riguardante le esperienze pregresse dei promotori dell’idea, venga spesso trascurata, «invece per noi è fondamentale capire a chi siamo di fronte, qual è l’esperienza e la motivazione dei potenziali imprenditori». Quello che i selezionatori si aspettano di sapere in mezz’ora è racchiuso in 9 slide, ma il contatto personale dice molto su determinazione e capacità di gestione dell’idea. Curiosando tra le idee che hanno sostato davanti al camper dedicato allo scouting nella speranza di proseguire la loro corsa in un secondo step (quello della TechWeek, una settimana di formazione che oltre alle lezioni prevede sessioni di mentoring e di lavoro di squadra) si trovano progetti molto diversi tra loro: l’app My Round Trip è dedicata alla personalizzazione della guida di viaggio ed è stata proposta da un team di tre studenti lavoratori, l’applicazione Gente di Classe guarda alla digitalizzazione dei testi scolastici per adeguarsi alle nuove normative mentre Keybee fa una tastiera per device mobili con una disposizione dei tasti diversa rispetto alla classica qwerty, basata sulla frequenza delle lettere usate nelle parole più comuni. Esistono poi idee in stato avanzato e pronte per la commercializzazione, come per esempio l’app SurgiQ per gestire liste di attesa negli ospedali: in questo caso non solo il progetto si sta già testando sia in Liguria sia a Milano, ma si prevede un’estensione dei vantaggi attraverso una versione per gli utenti. Grande interesse sta riscuotendo il settore musicale (vedi box) che ha visto entrare in campo anche B-Leaf, l’agenzia ligure che nel dicembre scorso aveva vinto il Techgarage di Biella con l’app Mubilo dedicata a chi vuole creare in maniera guidata applicazioni mobile per se o per i clienti. Dpixel è stato consulente anche per l’Innautic Challenge, un’iniziativa partita da una richiesta del Distretto ligure delle tecnologie marine e che dalla Spezia ha toccato altre 5 tappe: Viareggio, Milano, Monfalcone e Cagliari.
BARCAMPER DELLA NAUTICA
La richiesta era di organizzare un incontro tra idee e imprenditori focalizzandosi sul tema della nautica ma attingendo ad altri settori, proprio per garantire uno sguardo inedito su problematiche già conosciute. «L’Innautic Barcamper Challenge ha permesso di attivare l’afflusso di nuove idee verso il settore nautico – dice Martina Rossi, project manager del Distretto ligure delle tecnologie marine, sottolineando che – è importante che il tessuto imprenditoriale comprenda l’importanza di queste iniziative per il rinnovamento e la competitività». Secondo Rossi è anche importante che qualunque casa dedicata al sistema dell’innovazione sia costruita non pensando a un ecosistema regionale ma punti a uno scambio internazionale come vuole il concetto vero e proprio di open innovation.
IL NETWORK CON GHT
Sicuramente di questo avviso anche Genova High Tech che negli ultimi mesi ha portato a segno diverse iniziative per dare respiro internazionale al vivaio d’innovazione immaginato per il Parco degli Erzelli «A maggio dell’anno scorso – spiega Maria Silva responsabile sviluppo Erzelli – abbiamo portato a Genova il Mind the bridge, un’iniziativa di livello internazionale che si occupa di scouting di start-up e di supporto alla creazione di impresa sia dal punto di vista gestionale sia da quello finanziario, creando un vero e proprio ponte tra l’Italia e la Silicon Valley. Proprio in questa occasione Genova High Tech spa ha finanziato una borsa di studio per la Mind the bridge Startup School, un programma di tre settimane nell’omonimo incubatore di impresa a San Francisco che ha dato al giovane ricercatore dell’Iit, Emanuele Guglielmino, la possibilità di portare la sua idea di impresa negli Stati Uniti e di perfezionare il suo business plan. L’unità di intenti tra Università e Ght continua a disegnare percorsi comuni: l’Università di Genova in collaborazione con Ght sta predisponendo il progetto di un nuovo incubatore. Da quest’anno, inoltre, l’offerta formativa di Perform prevede un nuovo Master universitario sul Trasferimento tecnologico, imprenditorialità e innovazione nel settore high tech, con testimonianze internazionali di grande rilievo (alcuni relatori sono stati chiamati come consulenti dal ministro Carrozza) e rapporti di partneship con i principali attori del tessuto economico ligure; il master dà la possibilità a studenti con formazione tecnica, economica e imprenditoriale di seguire alcune lezioni nello spazio multimediale collocato nello stesso edificio della nuovissima sede di Ericsson situata all’interno del Parco. Il network dell’high tech genovese con quello internazionale sembra aumentare rapidamente le sue connessioni. «I prossimi passi saranno la creazione di uno spazio di coworking nel Parco scientifico, pensato come un hub internazionale che possa offrire servizi altamente innovativi, per esempio rete internet a 1 Gb, che sarà in rete con gli altri spazi in Italia e all’estero dove i giovani imprenditori e i liberi professionisti saranno immersi nell’ambiente della ricerca e dello sviluppo delle grandi aziende facilitando la cross fertilization e la contaminazione reciproca», annuncia Silva. A completare il quadro del fermento in ambito tecnologico è in corso anche l’organizzazione di eventi specifici e orientati alla creazione di impresa, come ad esempio gli aperitivi organizzati dall’associazione Indigeni digitali per la promozione e la diffusione della cultura digitale (blog.indigenidigitali.com). In questi giorni lo start-up weekend al Talent Garden (spazio coworking) agli Erzelli, che ha coinvolto anche Zodiak Active, uno tra i più importanti produttori di contenuti multimediali con cinque sedi sparse per il mondo: una di queste è in Corte Lambruschini.