La Liguria traina l’innovazione in Italia in relazione a capacità di spesa dei fondi dell’Unione Europea in Information and communication technology, Ricerca e Innovazione.
Secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro, la Liguria è al primo posto per spesa rendicontata: 45%, seguita da Emilia Romagna (41%), Toscana e Valle d’Aosta (38%).
La media italiana degli occupati nel settore è del 3,4%, trainata proprio dalla Liguria (4%), Lombardia (4,7%) e Lazio (6,1%), mentre gran parte delle regioni ha una quota di occupati in settori ad alta intensità tecnologica al di sotto del 2,5%.
Le buone notizie si fermano qui per i consulenti del lavoro, che evidenziano come, nonostante le grandi ambizioni del piano nazionale “Agenda Digitale”, l’attuazione del programma stenti a decollare: l’Italia si colloca sul fondo della classifica dei Paesi virtuosi dell’Unione Europea per la capacità di spesa dei fondi in Ict e Ricerca e Innovazione. In totale i fondi disponibili a valere sul Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR 2014-2020) per favorire l’innovazione nel nostro Paese sono 8,3 miliardi di euro: 6 miliardi per la ricerca e l’innovazione e 2,3 miliardi per lo sviluppo dell’Ict. Si tratta di un valore molto alto di risorse disponibili, il terzo dopo Polonia e Spagna. Ma, dopo quasi cinque anni dall’avvio dell’Agenda digitale italiana, se si osserva la quota di investimenti rendicontati e impiegati dal nostro Paese, si nota che sono stati spesi solo 828 milioni (pari al 12,3% del totale), collocando l’Italia al quart’ultimo posto in classifica.
Il report è realizzato analizzando gli open data della Commissione europea, aggiornati a settembre 2018.
La scarsa capacità di spesa delle ingenti risorse europee mostra i suoi effetti anche sull’occupazione nei settori ad alta innovazione tecnologica. Dal report emerge come in Italia in questi ambiti sono occupate 775 mila persone e la crescita, dal 2008 ad oggi, è stata di sole 11 mila unità (+1,5%). Per fare un confronto è sufficiente pensare che nell’area euro sono 5,7 milioni le persone occupate in tali settori, con una crescita di 362 mila unità dal 2008 (+6,7%). Nel nostro Paese la quota di occupati nella produzione di beni altamente tecnologici è dello 0,9% (la media europea è pari all’1,1%). Rispetto ai servizi ad alta tecnologia ed alta intensità di conoscenza nell’occupazione l’Italia si attesta al 2,5%: un livello inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto alla media dell’Eurozona.
Nel 2017, inoltre, il 39,8% degli occupati in settori ad alta intensità tecnologica ha conseguito la laurea (rispetto ad una media nazionale di occupati laureati pari al 22%).
Tuttavia le donne sono solo il 31,4%, oltre 10 punti percentuali in meno della quota di donne occupate in tutti i settori (42%).