Un infermiere di comunità, per consentire alle persone anziane che abitano in zone montane e rurali, di continuare a vivere in casa propria, con il supporto di un professionista qualificato.
In pratica un collegamento tra l’anziano e i servizi disponibili su un territorio che di per sé è già complicato da vivere quando si è giovani e in salute.
L’idea è talmente buona che si è trasformata in un progetto europeo chiamato CoNSENSo, acronimo di COmmunity Nurse Supporting Elderly iN a changing Society (l’infermiere di famiglia e di comunità a sostegno dell’invecchiamento in una società che cambia) e che ha un “pay off” molto efficace: “home is a better place to grow old” (la tua casa è il posto migliore dove invecchiare).
I principali artefici di CoNSENSo sono Giuseppe Salamina dell’Asl di Torino e Lorenzo Bertorello della Regione Liguria, esperto di affari comunitari.
Sono state così coinvolte 5 Regioni dello spazio alpino, attraverso 10 partner provenienti da Austria, Francia, Italia e Slovenia: Regione Piemonte (capofila), Asl To1, Regione Liguria, Accmed (Accademia nazionale di medicina, che ha sede principale a Genova), la Carinzia, l’Ecece (European Center of Entrepreneurship Competence & Excellence), il dipartimento francese del Var, l’Adec (Association pour le Développement des Enterprises et des Compétences), l’Università di Primorska (Slovenia) e il Social Protection Institute of the Republic of Slovenia. Inoltre sono presenti 7 osservatori in rappresentanza della sfera governativa, socio-sanitaria e professionale dello spazio alpino di Germania, Slovenia, Francia, Italia e Austria.
Il progetto è stato co-finanziato dal Fondo europeo di Sviluppo regionale nell’ambito del Programma transnazionale di “Cooperazione territoriale europea” Interreg Spazio Alpino 2014-2020.
L’importo totale assegnato è di 1.744.540 euro (85% del totale delle spese ammontanti a 2.052.400 euro).
La cifra copre quattro aspetti: la formazione specifica per gli infermieri, la sperimentazione di 18 mesi, con valutazione dei risultati e l’elaborazione di un piano per mantenere attivo il modello sperimentale anche dopo la fine del progetto.
A inizio luglio la revisione di medio termine del progetto dal punto di vista del management e della condivisione delle esperienze, mentre l’analisi dei dati (e la seconda parte della sperimentazione) comincerà a settembre.
In cosa consiste
L’infermiere dialoga e informa gli anziani, attivando interventi, sia direttamente, sia in collaborazione con il medico di medicina generale. Offre suggerimenti per la sicurezza in casa, promuove l’alimentazione sana, l’attività fisica e le attività di svago, ma non solo.
L’Accademia di Medicina ha sviluppato una app che gli infermieri aderenti al progetto possono utilizzare per aggiornare la lista degli assistiti, dei loro farmaci, delle visite e per raccogliere le interviste di apertura (circa 150 domande), il piano di azione individuale e le interviste di chiusura, in modo da renderle analizzabili a sperimentazione conclusa. L’Accademia, che è un ente di formazione accreditato, ha messo a disposizione anche una piattaforma di e-learning per il supporto formativo di queste figure professionali e la condivisione di dubbi, tematiche comuni, casi specifici e problemi incontrati.
Gli infermieri coinvolti sul campo sono 2 di Asti, 4 di Genova, 4 di Cuneo, 3 di Verbania, 7 austriaci, 2 francesi e 4 sloveni. Il report, parziale, ricavabile dall’applicazione, parla di 6.732 over 65 contattati, 7.510 visite, 4.265 interviste di apertura, 3.847 piani di azioni individuale, 858 interviste di chiusura.
L’iniziativa ha avuto un tale successo che anche altri territori del Piemonte hanno chiesto di essere coinvolti da Novara ad Asti, sino alla provincia del Verbano-Cusio-Ossola.