Piove sempre sul bagnato? Pare di sì, stando ai dati di Openpolis, che ha realizzato un minidossier sul mercato del lavoro in Italia (e in Europa) negli anni della crisi. Tra 2007 e 2014 la disoccupazione è aumentata del 6,6% in Italia: il Sud ha fatto peggio di tutti, con variazioni che toccano anche il 12% (nel caso della Calabria), mentre la Provincia autonoma di Bolzano resiste con un aumento dell’1,98%.
E la Liguria? Il gap tra 2007 e 2014 è in linea con quello medio nazionale: +6%. L’occupazione vede dati negativi in tutte le regioni italiane con una sola eccezione: il Trentino Alto Adige, con il dato iniziale del 68% non solo rimasto invariato nel corso degli anni, ma addirittura con una leggera crescita fino a toccare il 69% nel 2008 e 2012. La Liguria è messa male, ma non malissimo: il calo dell’occupazione sfiora il 3,5%, ma ci sono regioni, come Piemonte ed Emilia Romagna che hanno fatto peggio. E addirittura cinque regioni italiane registrano un valore più di cinque volte superiore a quello medio europeo (-2,1%): Puglia, Molise, Campania, Calabria e Sicilia, tutte con una riduzione dell’oltre il 10%.
A una riduzione dell’occupazione, si affianca anche il dato relativo alla riduzione degli incidenti sul lavoro, che coinvolge tutte le regioni italiane: Marche, Umbria e Friuli-Venezia Giulia sono sul podio con un calo, rispettivamente, del 33%, 33% e 31,6%. Particolare invece il trend delle cosiddette “morti bianche”: in costante diminuzione fino al 2012, seguendo l’andamento europeo, negli ultimi due anni il numero è tornato a salire, segnando un dato record nel 2014. In Liguria, secondo le rilevazioni Openpolis, le morti sul lavoro sono aumentate con una percentuale compresa tra lo 0 e il 50%.
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La disoccupazione ha colpito soprattutto i giovani: la disoccupazione giovanile in Liguria tocca il 45% (aumentata di circa 23 punti negli ultimi sette anni), ma il dato è in crescita in tutta Italia (e sempre superiore alla media europea). Se le regioni del Sud, già fanalino di coda in questo campo, hanno avuto l’incremento maggiore in termini assoluti (Abruzzo 30 punti in più, Calabria 29) è stato il Nord-Est a registrare gli aumenti percentuali più rilevanti: Emilia-Romagna +281%, Veneto +250%.
Con la crisi, l’Italia è diventato il Paese con la maggiore percentuale di giovani fra i 15 ed i 24 anni che non lavorano e che non studiano, passando dal 16,2%
del 2007 al 22,2% del 2013 (in europa la media è del 13%). I cosiddetti Neet (Not in education, employment or training) in Liguria sono circa il 16%: questa volta la nostra regione si colloca tra i valori più bassi della classifica, che vede ai primi posti Sicilia (33%) e Calabria (32%).