Nel 2018 in Italia le opposizioni alla donazione sono state il 29,9%, un dato in leggero aumento (+1,2%) rispetto al 28,7% del 2017, ma in calo rispetto al 32,8% del 2016 (-2,9%). A distinguersi nella classifica delle regioni italiane c’è la Liguria, con una riduzione record pari al 13,3%. Insieme alla nostra regione, spiccano anche la Sardegna (-11,2%), l’Abruzzo (-6,1%) e il Piemonte (-5,4%). I dati del Sistema Informativo Trapianti 2018 sono diffusi da uno studio del portale Dove e come mi curo.
«Le opposizioni sono ciò su cui dobbiamo lavorare di più − commenta Massimo Cardillo, direttore del Centro Nazionale Trapianti − specialmente nelle regioni del Sud, dove le dichiarazioni negative superano il 40%. È necessario informare i cittadini sull’importanza della donazione. Sono i donatori a rendere possibili i trapianti e a permettere di salvare migliaia di vite ogni anno. Il nostro è un sistema trasparente ed efficace, di cui ci si può fidare: è ciò che vogliamo comunicare agli italiani con la campagna “Diamo il meglio di noi”, a partire dalla prossima Giornata nazionale della donazione di domenica 14 aprile».
I numeri dei trapianti in Italia
Nel 2018, in Italia, sono stati eseguiti 3.718 trapianti, un numero in leggero calo rispetto al 2017. Si tratta del secondo miglior risultato di sempre che va a consolidare il trend di crescita degli ultimi 5 anni: +20,4%. Sono stati eseguiti 2.117 trapianti di rene (di cui 287 da vivente), 1.245 trapianti di fegato (86 da vivente), 233 trapianti di cuore, 143 di polmone e 41 di pancreas. Quanto ai soli trapianti da donatore cadavere, sono stati 3.407, il 6% in meno rispetto ai 3.624 del 2017.
Riguardo ai donatori, sono anch’essi in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente: tra deceduti e viventi, nel 2018 sono stati 1.680: 83 in meno (-4,7%) rispetto al 2017 ma al di sopra della media degli ultimi 5 anni (il 6% in più rispetto al 2016 e il 24,4% in più rispetto al 2014). Lo stesso vale per i donatori utilizzati: nel 2018 sono stati 1.370, un numero in calo (-4,66%) rispetto al 2017, che si traduce in 1,1% donatori utilizzati in meno per milione di persone. Visto l’incremento registrato l’anno scorso (+10.7%), però, rispetto al 2016 i donatori utilizzati sono comunque cresciuti del 5,55%.
La percentuale di sopravvivenza a un anno dall’intervento dipende molto dall’organo trapiantato: è del 97,3% se si tratta di un trapianto di rene; dell’86,5% in caso di trapianto di fegato; dell’80,9% in caso di trapianto di cuore e del 69,6% in caso di trapianto di polmone. Dopo l’operazione, inoltre, la maggior parte dei pazienti può tornare al lavoro o è in condizione di farlo.
In lieve calo i trapianti di tessuti effettuati nel 2018, 16.468 (-1,4% rispetto al 2017, dati preliminari del CNT). In particolare, sono calati quelli di cute (33,4%) e vasi (-12,1%). In diminuzione (-8,9%) anche le donazioni, passate dalle 14.799 del 2017 alle 13.482 del 2018. Il trend resta comunque molto positivo rispetto ai 4 anni precedenti (+9,6%). L’incremento maggiore, rispetto al 2017, si registra per le donazioni di membrana amniotica (+16,5%) mentre il calo più consistente si ha nelle donazioni dei vasi (-25,4%).
Le classifiche nazionali
Rene
1. Azienda Ospedaliera di Padova (195 di cui 63 da vivente)
2. Presidio Ospedaliero Molinette – A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino (184, 16 da vivente)
3. l’Ospedale Borgo Trento – Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona (114, 17 da vivente)
4. Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna (96, 24 da vivente)
5. Policlinico Umberto I di Roma (78, 5 da vivente)
Le strutture che eseguono trapianti in Italia sono 105: il 45,7% si trova al Nord, il 20% al Centro e il 34,4% al Sud. La regione che effettua più trapianti è la Lombardia, con il 20,4% degli interventi totali effettuati in tutta Italia. Seguono il Piemonte e il Veneto, con il 16%.
L’azienda ospedaliera di Padova si riconferma prima per volume di trapianti di rene (tenendo conto anche di quelli pediatrici che, nel caso di Padova, sono segnalati separatamente nel Report 2018 del CNT). Al secondo posto, c’è il presidio ospedaliero Molinette – A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino, al terzo l’ospedale Borgo Trento – Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e al quarto il Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna. Entra in classifica e si posiziona quinto, infine, il Policlinico Umberto I di Roma.
Fegato
1. Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana – stabilimento di Cisanello – di Pisa (161)
2. Presidio Ospedaliero Molinette – A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino (152)
3. Azienda Ospedaliera di Padova (102, di cui 1 pediatrico da vivente)
4. Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo (90)
5. Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano (79)
Per quello che riguarda il numero dei trapianti di fegato, l’azienda ospedaliero universitaria Pisana – stabilimento di Cisanello – di Pisa conquista la prima posizione. Seguono il presidio ospedaliero Molinette – A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino, l’azienda ospedaliera di Padova, l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e il grande ospedale metropolitano Niguarda di Milano.
Cuore
1. Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano (31)
2. Azienda Ospedaliera di Padova (30)
3. Azienda Ospedaliera Universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine (24)
4. Presidio Ospedaliero Molinette – A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino (18)
4. Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo (18)
Proprio il Niguarda di Milano si aggiudica il primo posto per volume di trapianti di cuore. Al secondo c’è l’azienda ospedaliera di Padova, al terzo l’azienda ospedaliera universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine mentre al quarto, pari merito, si posizionano il presidio ospedaliero Molinette – A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino e l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
Polmone
1. Presidio Ospedaliero Molinette – A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino (33)
2. Ospedale Maggiore Policlinico – Clinica Mangiagalli di Milano (31)
3. Azienda Ospedaliera di Padova (30)
4. Azienda Ospedaliera Universitaria Senese di Siena (11)
5. Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo (9)
5. Ospedale Policlinico San Matteo di Pavia (9)
Il presidio ospedaliero Molinette – A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino avanza di una posizione e conquista il primo posto per numero di trapianti di polmone. Seguono l’ospedale maggiore Policlinico – Clinica Mangiagalli di Milano, l’azienda ospedaliera di Padova e l’azienda ospedaliera universitaria Senese di Siena. In quinta posizione, pari merito, entrano in classifica l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e l’ospedale policlinico San Matteo di Pavia.
Pancreas e cellule pancreatiche
1. Azienda Ospedaliera di Padova (11)
2. Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato di Milano (8)
3. Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana – stabilimento di Cisanello – di Pisa (6)
4. Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano (5)
5. Presidio Ospedaliero Molinette – A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino (4)
Trapianti pediatrici: spicca anche il San Martino di Genova
«Quello delle donazioni e dei trapianti in età pediatrica − spiega Cardillo − è uno degli ambiti più complessi da gestire sia per ragioni cliniche sia per implicazioni emotive e familiari. Nel nostro Paese, il programma dedicato viene coordinato a livello nazionale dal Centro nazionale trapianti operativo. Anche su un fronte così difficile il lavoro del CNT ha contribuito a fare della rete trapiantologica italiana un modello di efficienza».
I trapianti pediatrici effettuati nel 2018 in Italia sono stati 136: 63 di fegato (29
interi e 34 split), 51 di rene, 19 di cuore e 9 di polmone. Sono 12 gli ospedali italiani in
cui vengono eseguite questo tipo di operazioni. I primi per volume di attività
sono l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma (37), l’ospedale Papa Giovanni XXIII di
Bergamo (33), l’azienda ospedaliera di Padova (21), l’ospedale San Martino di Genova
(13) e l’ospedale maggiore policlinico – Clinica Mangiagalli di Milano (8).
Seguono l’Ismett – Istituto Mediterraneo per i Trapianti e le Terapie ad Alta Specializzazione di Palermo, il presidio ospedaliero Molinette – AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, l’ospedale Sant’Anna – A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino, il Consorziale Policlinico di Bari, il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, il Policlinico Umberto I di Roma e l’azienda ospedaliera universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine.
In calo le liste di attesa
Una buona notizia per chi aspetta un organo è la riduzione per la terza volta consecutiva del numero di pazienti in lista di attesa. Al 31 dicembre del 2018, il totale dei registrati ammontava a 8.713 contro gli 8.743 di un anno prima. A essersi ridotte, in particolare, sono le liste per il rene (da 6.683 pazienti a 6.545: -2,1%), per il cuore (da 741 a 716: -3,4%) e per il pancreas (da 262 a 247: -5,7%). Quella per il fegato è rimasta praticamente invariata (da 989 a 990) mentre quella per il polmone è l’unica ad aver subito un lieve aumento (da 354 a 363: +2,5%).
«Sul calo generalizzato delle liste intervengono diversi fattori: sicuramente il primo è l’aumento dei trapianti, cresciuti del 20% negli ultimi 5 anni. C’è poi una diminuzione degli ingressi in lista, come nel caso del cuore: nel 2018 questi pazienti sono calati del 21%, probabilmente anche per un maggior uso dei VAD, i sistemi di assistenza meccanica al circolo. La realizzazione e l’implementazione dei registri delle insufficienze d’organo, prevista nei prossimi anni, ci aiuterà a misurare meglio l’intera platea dei malati potenzialmente curabili con il trapianto», precisa il direttore del Centro Nazionale Trapianti. Quanto al tempo medio di attesa, è di circa 3,3 anni per il rene; 1,6 per il fegato; 3,4 per il cuore; 2,6 per il polmone e 4,3 per il pancreas.