960 euro pro capite è il valore (al netto delle partite finanziarie) della spesa in conto capitale del settore pubblico allargato in Liguria (che comprende cioè anche le politiche di spesa delle imprese pubbliche nazionali e locali). Nel valore rientra anche quello riferito alla sola pubblica amministrazione (sempre calcolato al netto degli interessi e delle partite finanziarie) che in Liguria ammonta a 739,7 euro pro capite.
I dati, riferiti al 2015, emergono dalla relazione annuale del sistema Cpt, Conti pubblici territoriali, un’analisi delle diverse componenti della spesa in Italia e nelle regioni. Il documento è stato presentato oggi in sala trasparenza della Regione Liguria.
Nel bilancio dello Stato, la spesa corrente è la componente di spesa pubblica costituita principalmente da redditi da lavoro dipendente (spesa per gli stipendi del personale della pubblica amministrazione), consumi intermedi (spesa per beni o servizi), prestazioni sociali (soprattutto pensioni).
Le spese in conto capitale comprendono invece le spese per investimenti (sia diretti, sia indiretti, attuati questi ultimi mediante assegnazioni di fondi ad altri soggetti) e le spese per l’acquisizione di partecipazioni, azioni, per conferimenti e per concessioni di crediti per finalità produttive, ecc). In sostanza, si tratta di spese che rappresentano il contributo che lo Stato dà alla formazione del capitale produttivo del Paese.
In linea con l’andamento nazionale, anche in Liguria il trend della spesa in conto capitale è in caduta (nel 2014 era 1.048): in Italia questo valore è passato dai 1.122,85 euro pro capite del 2014 ai 1.076,71 del 2015.
Ad aumentare è invece la spesa corrente (+3,7% a livello nazionale, +3,8% nel centro-Nord), fattore che incide in modo determinante sull’andamento della spesa totale, costituita per il 90% proprio dalle spese correnti: dopo il consistente sforzo di contenimento che ha caratterizzato gli anni di crisi, la spesa totale del Settore pubblico allargato in Italia si attesta quindi sui 14.567,12 euro pro capite, in aumento del 3,7% sul 2014.
Scomponendo le due parti principali della spesa in conto capitale si comprende come ciò che ha maggiormente influito sul risultato finale è il deciso aumento rispetto all’anno precedente degli investimenti nel Mezzogiorno, frenato da una netta riduzione del Centro Nord (+13,6% contro -11%). L’andamento negativo degli investimenti nelle regioni centro-settentrionali è aggravato da una contestuale riduzione dei trasferimenti in conto capitale a famiglie e imprese private (-7,5%). Tra le regioni del Centro Nord la maggiore riduzione degli investimenti nel 2015 si è verificata proprio in Liguria (addirittura -20,5%), seguita da quella nel Lazio (-20,3%), Emilia Romagna (-14,4%) e Lombardia (-14,2%). In Liguria (come anche nel Lazio) sono soprattutto le grandi aziende (Poste Italiane, Finmeccanica, Anas e Filse nel caso della nostra regione) a ridurre il loro impegno sul territorio.
Diversamente da ciò che accade per gli investimenti, la seconda componente della spesa in conto capitale, i trasferimenti, si riduce su tutto il territorio nazionale. Nonostante l’intensità maggiore si verifichi nelle regioni nel Centro Nord, proprio la Liguria si discosta da questo trend generalizzato, evidenziando una tendenza decisamente opposta: nel 2015 i trasferimenti nella nostra regione sono lievitati del 54,9%, dovuti essenzialmente alla crescita di alcuni finanziamenti statali in trasporti e in industria. Aumentano anche i trasferimenti in Veneto, ma in maniera più contenuta rispetto alla Liguria (+2,3%).
I tempi delle opere pubbliche
Nella relazione annuale del Sistema Cpt è contenuto anche un focus sui tempi delle opere pubbliche italiane, tratto dal nuovo mini-sito Tempi delle Opere pubbliche (lanciato sul portale dell’Agenzia per la coesione territoriale, i dati, per ora, sono aggiornati al 2014). Di interesse il confronto regionale sui tempi di attraversamento (che se in parte dipende dalla dimensione media delle opere, può fornire anche un’indicazione sulle capacità amministrative territoriali). La Liguria è nona in Italia per peso dei tempi di attraversamento sulla durata totale: sono il 59,2% contro il 40,8% di fase effettiva. Il valore (a livello nazionale distribuito tra il 61,3% di tempi di attraversamento e il 38,7% di fase effettiva), tende a crescere da Nord a Sud.
Inoltre, il focus sottolinea anche che i tempi di realizzazione della spesa sono sempre successivi a quelli di esecuzione dei lavori, poiché tale fase non esaurisce l’intero ciclo di realizzazione delle opere. In media, il tempo necessario per esaurire la spesa a partire dall’avvio della fase di esecuzione lavori è di 2,2 anni (26 mesi e mezzo): il tempo medio che intercorre dalla fine dei lavori alla chiusura finanziaria dell’opera è invece di 0,8 anni (si va dal minimo di 0,5 anni in Trentino Alto Adige, Molise, Campania e Puglia all’1,7 di Basilicata). La Liguria risulta sotto al dato medio nazionale, con un tempo di 0,6 anni tra la fine dei lavori e la loro chiusura finanziaria. La tempistica media ligure per l’esecuzione dei lavori è invece di 1,5 anni, di poco superiore al valore italiano (1,4).