«La prima scelta spetta a Taranto, per motivi morali, storici e produttivi-occupazionali. E Taranto oggi è messa in condizione di scegliere da un governo responsabile. Decideremo insieme. Se Taranto deciderà di mantenere un livello produttivo di 6 milioni di tonnellate, questo garantisce tutti gli impianti. Poi dovremo valutare insieme se sarà utile, necessario, creare le condizioni affinché gli investitori possano eventualmente realizzare un forno elettrico per Genova e gli stabilimenti del Nord, così da fornire quello che serve a quei siti». Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al termine del tavolo sull’ex Ilva che si è svolto ieri a Roma.
La riunione per giungere all’accordo di programma per la decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto, che si è conclusa dopo circa otto ore, è stata definita “proficua” dal ministro. «Credo che sia una giornata importante, decisiva, storica per Taranto, per la siderurgia italiana, per la politica industriale nel nostro Paese – ha dichiarato Urso al termine del tavolo -. Abbiamo delineato insieme, in 8 ore di lavoro continuativo, in piena trasparenza, una soluzione che ora avrà bisogno degli approfondimenti tecnici e anche della definitiva approvazione da parte degli enti locali. E ci siamo dati appuntamento a martedì mattina in cui insieme incontreremo in questa sede i sindacati e poi sigleremo l’accordo».
Gli enti presenti al tavolo, scrive l’Agenzia Dire, si sono impegnati a sottoscrivere l’accordo interistituzionale nella prossima riunione, convocata per martedì 15 luglio, per consentire ulteriori approfondimenti sulle due opzioni di lavoro emerse per il sito di Taranto. La prima opzione prevede di realizzare tre forni elettrici con tre Dri (Direct reduced iron), gli impianti per realizzare il preridotto: tale soluzione necessita di una nave rigassificatrice che fornisca il gas per alimentarli. Nella seconda ipotesi a Taranto verranno realizzati tre forni elettrici alimentati anche con un contratto di servizio da parte della società Dri Italia, che realizzerà però il preridotto in un’altra località del Sud.
«Apprendiamo che il confronto al Mimit tra il Governo e gli enti locali in merito all’accordo di programma interistituzionale è stato aggiornato alla prossima settimana. Per la Fiom-Cgil è importante il dialogo in corso tra i livelli istituzionali, ma ritenevamo e continuiamo a ritenere che non si possa prescindere dal confronto con le rappresentanze sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori». Così, in una nota, Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil. «Qualsiasi decisione – aggiunge- non può mettere in discussione la continuità produttiva necessaria a garantire il raggiungimento di due obiettivi: la decarbonizzazione e la tutela occupazionale. Ad oggi per attuare il piano di transizione, la soluzione immediata è il capitale e la gestione pubblica. Questa risoluzione non esclude la presenza in equity anche di soggetti privati, se dovessero esserci». «Ribadiamo, come abbiamo fatto ieri al Mimit – conclude Scarpa – vista la drammaticità della situazione, la necessità della convocazione del tavolo permanente a Palazzo Chigi».