A Savona, da sempre, esiste un carcere in pieno centro cittadino, sotto gli occhi di tutti, a pochi passi dal teatro comunale Chiabrera. Eppure nessuno ha quasi mai fatto caso alla presenza del Sant’Agostino. Qualcuno si accorgerà della sua scomparsa?
Il 28 dicembre del 2015 un decreto ministeriale firmato dal ministro Orlando lo ha soppresso. La struttura si sta già preparando alla dismissione: il numero dei detenuti è diminuito nell’ultimo periodo, ricevendo solo gli arrestati a disposizione della magistratura, semiliberi o lavoranti.
La città di recente sta incassando un duro colpo dopo l’altro. Prima lo svuotamento di potere della Provincia, poi l’annessione dell’Autorità portuale a Genova, dopo ancora il tentativo, finora non andato a buon fine, di eliminare la Prefettura.
A preoccupare gli addetti ai lavori è la mancanza di un piano alternativo concreto alla chiusura del carcere di Sant’Agostino. A dare voce a questa perplessità ci ha pensato anche Angelo Vaccarezza, capogruppo di Fi in Regione ed ex presidente della Provincia.
«La città è l’intero territorio si trovano – dice Vaccarezza – privati di una struttura che, oltre a essere stata da poco oggetto di lavori di ristrutturazione, e pur con tutte le sue difficoltà, è sempre stata di sostegno a Marassi. Qual è la soluzione alternativa? Pare anche che la ventilata ipotesi di costruzione di un carcere a Cairo sia, appunto, solo un’ipotesi».
Al suo, si aggiunge il grido di allarme del sindacato delle Guardie penitenziarie. «Nessuno degli agenti della polizia penitenziaria dell’istituto savonese conosce il suo futuro – ha specificato Lorenzo Michele, rappresentante regionale del Sappe – siamo a conoscenza della comunicazione della soppressione del Sant’Agostino, ma chiediamo di essere convocati al più presto dal Dipartimento per capire che cosa ne sarà dei colleghi che attualmente sono ancora in servizio a Savona, in tutto una cinquantina».