Un protocollo di intesa per restaurare e valorizzare l’antico acquedotto storico di Genova, non solo per preservarne il valore storico, ma soprattutto per farlo rivivere e sfruttarne le potenzialità turistiche.
È questo l’obiettivo del documento firmato oggi dall’assessore al Bilancio e Lavori pubblici del Comune di Genova, Pietro Piciocchi, dal segretario regionale del ministero della Cultura, Manuela Salvitti, e dalla soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Città metropolitana di Genova e la provincia della Spezia, Cristina Bartolini.
L’acquedotto si snoda per un totale di circa 28 km: molte parti sono in stato di degrado, alcuni tratti sono crollati, altri inagibili a causa della mancata manutenzione. Ma le potenzialità sono molte. In particolare l’idea è quella di sfruttarlo come percorso naturalistico collegandolo anche alla più ampia rete sentieristica dei forti.
Il Comune di Genova ha già stanziato 2 milioni di euro, provenienti dal Pnrr, per interventi sul primo tratto, tra via delle Ginestre e Molassana, che a breve andrà in gara. A questi si aggiungono altri 2 milioni di euro messi a disposizione dal ministero della Cultura.
«Con la firma di questo Protocollo d’intesa andiamo a gettare le basi di un’importantissima sinergia con Segretariato regionale del Mic e Soprintendenza – dichiara l’assessore Piciocchi –, che ci aiuteranno nella messa a terra di un sistema di interventi con i quali sarà garantita la percorribilità di tutti e 28 i km dell’acquedotto: un monumento itinerante che vogliamo far diventare una delle principali attrazioni turistiche del genovesato insieme al circuito dei forti, su cui è in corso una specifica progettazione. La convenzione stipulata oggi ci offre l’opportunità di approfondire le tematiche per riqualificare una struttura storica unica e di interesse polivalente per il turismo».
Conoscenza, manutenzione e restauro, tutela e valorizzazione, fruizione e comunicazione sono questi i quattro ambiti di intervento individuati congiuntamente da Comune, segretariato del ministero della Cultura e Soprintendenza.
«L’acquedotto storico rappresenta una struttura polivalente sotto il profilo storico, turistico, architettonico e paesaggistico − spiega il geologo del Comune di Genova Giorgio Grassano −. È un percorso lungo, ma con poco dislivello e per questo fruibile a tutti. L’idea è quello di farlo diventare un parco, da reclamizzare anche oltre i confini genovesi».
Gli escursionisti potrebbero salire dalla Val Bisagno, percorrere un tratto dell’acquedotto e allacciarsi al sentiero dei forti. «Le vallate sono un patrimonio importante per la nostra città e l’acquedotto da sempre è una meta visitata da migliaia di persone – commenta il consigliere delegato in materia di tutela e sviluppo delle vallate Alessio Bevilacqua –. Valorizzare le vallate interne rappresenta un’opportunità in più per Genova e permette di aprirsi sempre di più al mondo dell’outdoor e del turismo all’aria aperta che è in continua crescita».
«Oltre a essere un percorso paesaggistico di interesse − aggiunge Salvitti − l’acquedotto di Genova ha al suo interno elementi architettonici ed esempi di archeologia industriale di valore». Il segretariato regionale del MiC ha ottenuto 2 milioni di euro per “Interventi di miglioramento dell’accessibilità, restauro e ripristino del percorso storico dell’acquedotto”. «All’interno di questo finanziamento di 2 milioni di euro – spiega Salvitti – ricade la collaborazione con l’Università di Genova, Dipartimento di Architettura e Design, per approfondire la conoscenza dell’acquedotto e mettere a punto un manuale tecnico che guidi gli interventi di manutenzione». Nello specifico si tratta di uno studio propedeutico che ha l’obiettivo di indagare lo stato di conservazione e di degrado dell’intero percorso, in modo da individuare e coordinare le priorità di intervento.
I fondi del ministero serviranno a finanziare anche un altro intervento, quello relativo alla galleria della Rovinata. Il progetto ottocentesco dell’architetto Carlo Barabino sottolineava l’importanza dell’acquedotto e della via dell’acqua per la città di Genova e il suo recupero ne rappresenta il rilancio. L’idea è quella di sfruttare l’opera architettonica come punto di accesso del percorso per le persone diversamente abili.
«Questo protocollo − dice la soprintendente Bartolini − è il punto di partenza per il progetto di conservazione e valorizzazione dell’acquedotto, ma è anche la dimostrazione dell’efficacia del lavoro di collaborazione tra le istituzioni. Rappresenta un importante strumento di condivisione del lavoro che permette, nel rispetto di ciascun ambito di competenza, uno sviluppo condiviso dei progetti e uno snellimento delle procedure».