La Cia Savona insieme alla rete “Vite in Riviera” e ai viticoltori ingauni richiama l’attenzione sullo stato di crisi attraversato dal settore e dalla filiera agricola e chiede che la Regione rimetta a bando gli ettari di vigneti disponibili.
«L’atteso rilancio, solo abbozzato, è stato stoppato da una serie di contingenze emergenziali che si sono presentate in maniera contemporanea, creando situazioni di criticità nelle aziende vitivinicole − commenta il segretario Cia Savona, Sandro Gagliolo».
I danneggiamenti: fauna selvatica, siccità, calamità naturali. Conto economico: calo produzione e riduzione export, rincari energetici e aumento dei costi gestionali con ripercussioni sul contesto inflazionistico.
«L’effetto clima, forse maggiormente che altre criticità, rappresenta l’incognita maggiore in vista delle vendemmia, in particolare per le rese : quest’anno l’uva appare sana e di assoluta qualità − spiega Gagliolo −, ma si spera che da qui a settembre non ci siano altre contingenze climatiche negative, che andrebbero a compromettere ancora le quantità di produzione. Per fronteggiare l’attuale dinamica che investe il settore, la richiesta è una sola, peraltro già sollecitata da Cia Savona a più riprese, ovvero l’aumento delle superfici coltivabili per consentire ai produttori di sostenere l’attività aziendale, oltre a tutto il pacchetto di semplificazione che la nostra associazione agricola ha richiesto in merito alle istruttorie su bandi, gare e domande di finanziamento e/o contributo per il settore agricolo nel suo complesso. E sosteniamo la necessità che anche le aziende vitivinicole possano accedere ai fondi del Psr, fino ad ora preclusi».
Tra le misure immediate richieste dall’associazione di categoria agricola c’è quella sugli ettari di vigneti dismessi e non produttivi “rimessi a bando solo per la Liguria, portando avanti anche una modifica strutturale sulla stessa assegnazione delle nuove superfici”.
«Oltre al servizio idrico a singhiozzo − racconta Gagliolo −, abbiamo assistito al devastante incendio nel comprensorio albenganese che ha provocato danni e distruzione nelle aree e strutture agricole: due emergenze per le quali si era richiesto lo stato di calamità e l’arrivo di risorse compensative rispetto ai scenari di pesanti danneggiamenti. Ecco perché sollecitiamo l’adozione di misure straordinarie a sostegno del settore vitivinicolo, avanzando la necessità di una maggiore tutela e valorizzazione dell’intera filiera del vino, che presenta margini di crescita sui mercati e nella commercializzazione delle nostre eccellenze vinicole».