Dopo quasi due anni di lavori, giunge a compimento con l’inaugurazione di oggi la ristrutturazione di un’intera palazzina nel quartiere genovese di San Quirico, in val Polcevera. Cinque gli appartamenti pronti, che saranno destinati a persone in difficoltà. Il nome dell’iniziativa, “Una casa per chi non ha casa”, racchiude la filosofia che ha ispirato questo progetto sociale ideato dalla Comunità di Sant’Egidio e realizzato con il sostegno di Asef, azienda di servizi funebri del Comune di Genova, con l’obiettivo di supportare un pieno reinserimento sociale degli ospiti. I cinque appartamenti si uniscono ad altre 14 abitazioni, che ospitano a oggi 36 persone.
Le famiglie che entro un mese verranno ospitate negli appartamenti, non avranno solo un sostegno dal punto di vista abitativo. Il percorso, sostenuto dal fondo sociale “Asef per Genova” per un valore di circa 20 mila euro e da una somma equivalente di donazioni destinate alla Comunità, vuole garantire affiancamento psicologico e spirituale, lavoro e aiuto a reinserirsi a soggetti già noti a Sant’Egidio.
La palazzina, lascito di Amedeo Cinquini e della sua famiglia alla Comunità, si trova in via San Quirico 9. Già nei prossimi giorni aprirà le porte agli ospiti, diventando volano di un progetto sociale dalle grandi e durature potenzialità. La prima famiglia, composta da due genitori e dalle loro tre figlie, si è già trasferita nella nuova casa di accoglienza.
«Il criterio con cui selezioniamo le famiglie ospiti è maturato ulteriormente durante la pandemia: di fronte all’esigenza, non diciamo mai “no” a nessuno, senza riserve – spiega Andrea Chiappori, coordinatore regionale della Comunità di Sant’Egidio – i nuovi appartamenti ospiteranno tra le 16 e le 18 persone, gente che rappresenta le crisi del nostro tempo. Quella che si è già trasferita è una famiglia italiana che non ha possibilità di trovare un alloggio. Presto arriveranno una famiglia ucraina che cerca rifugio dalla guerra, quella di un rom bosniaco che da molti anni risiede a Genova e avrà finalmente una collocazione adeguata, e un gruppo di persone al momento senza fissa dimora».
Quello della famiglia Cinquini è un lascito, ma allo stesso tempo un’indicazione molto precisa che Sant’Egidio ha rispettato. «Un’operazione – sottolinea Chiappori – che ha tra i precedenti un’altra casa in via Balbi realizzata grazie al contributo di Costa Crociere Foundation: ospita 15 persone che hanno vissuto l’esperienza della strada e che vi alloggiano temporaneamente mentre ricercano un appoggio più stabile. In questo modo, nell’arco di 5 anni abbiamo dato sistemazione a una ventina di persone».
«Asef collabora da diversi anni con la Comunità di Sant’Egidio – dice Maurizio Barabino, amministratore unico di Asef – visto che abbiamo anche finalità sociali. Ad esempio, in qualità di azienda comunale, tra i nostri compiti vi è quello di svolgere i funerali per i non abbienti. Quando, due anni fa, la Comunità ci ha voluto far partecipe di questo progetto, siamo stati contenti di poter dare una mano, essendo consapevoli che l’opera funge da incubatore sociale. Con un contributo limitato siamo riusciti a creare questa struttura, e ne siamo molto felici».
«Una casa di accoglienza è una nuova luce sul nostro territorio – commenta Federico Romeo, presidente del Municipio V Valpolcevera – il sostegno e l’accoglienza sono molto sentite dalla popolazione e dalle istituzioni, come dalla rete associativa di volontariato. La nostra comunità ha dimostrato negli ultimi anni di essere unita e solidale con le persone più in difficoltà, e con l’inaugurazione di questa nuova struttura ne abbiamo un’ulteriore prova».