Si conclude con il segno meno questa settimana nei mercati finanziari: a tenere banco i timori sulla tenuta dell’economia americana di fronte alla guerra dei dazi, oltre alla discesa della fiducia dei consumatori. Preoccupa anche l’inflazione che a febbraio non ha mostrato rallentamenti rispetto al mese precedente.
A Milano il Ftse Mib ha perso lo 0,92%, penalizzato dalle vendite che hanno colpito sia i titoli industriali che il settore bancario. Iveco ha perso un altro 4%, mentre Stellantis ha ceduto il 3,94%. In controtendenza rispetto al settore auto, Ferrari è salita invece del 2,58% dopo essere stata premiata dal giudizio di Barclays a valle della conferma della guidance. In rosso anche Stm (-3,71%) e Unipol (-3,54%) nel giorno della presentazione del nuovo piano al 2027. In generale rialzo le utility (Snam +2,4%).
L’indice All-Share ha terminato a -0,90% (40.986 punti), mentre il Ftse Italia Growth ha concluso a -0,35% (7.852 punti).
Rosso anche sui listini delle Borse in Europa che archiviano la terza settimana di perdite in questo mese spaventate dall’arrivo dei dazi statunitensi la prossima settimana. Parigi ha perso lo 0,93%, Francoforte lo 0,96%, Madrid lo 0,84% e Londra è l’unica che ha tenuto (-0,08%).
Sul fronte dell’energia, il petrolio è in calo con il Wti maggio a 69,10 dollari al barile (-1,17%) e il Brent di pari scadenza a 73,38 dollari (-0,88%).
In ribasso anche il gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam: cede l’1,7% a 40,5 euro al megawattora.
Nei cambi l’euro è risalito sopra quota 1,08 dollari a 1,0832 (da 1,0796 alla vigilia). Si è rafforzato lo yen, che incrocia l’euro a 162,55 (da 163 ieri).
Lo spread tra Btp decennale italiano e corrispondente Bund tedesco è in aumento a 112 punti base (+1,26%). Il rendimento è a +3,85%.