Nessun termovalorizzatore o impianto “waste to chemical” verrà realizzato in Liguria per la chiusura sul territorio regionale del ciclo dei rifiuti, senza l’esplicito consenso del Comune in cui la nuova struttura dovrebbe sorgere. Lo riporta l’agenzia Dire.
Lo ribadisce l’assessore regionale ai Rifiuti, Giacomo Giampedrone, rispondendo in aula a un’interrogazione del vicepresidente ed esponente savonese del Pd, Roberto Arboscello.
«È necessario che almeno un Comune interessato dia un assenso di massima alla valutazione progettuale, altrimenti nessun player può pensare di venire a fare anche solo una presentazione della proposta. Se il bando dovesse andare deserto, è chiaro che o ritareremo un altro tipo di manifestazione di interesse, magari allargando ad altre aree, o faremo altre scelte rispetto alla chiusura del ciclo. Ma resta, in ogni caso, il consenso vincolante del Comune interessato».
La gara dovrà essere bandita dall’Agenzia regionale ligure per i rifiuti entro fine maggio, mentre le proposte dovranno arrivare entro la fine di luglio. In queste, le aziende dovranno includere già l’esplicito consenso del Comune interessato e rientrante in una delle cinque aree individuate come maggiormente idonee da uno studio del Rina: Valpolcevera-Scarpino, Valle Scrivia, Vado-Quiliano, Cairo Montenotte e Cengio.
L’unica su cui non è ancora arrivata un’esplicita contrarietà del territorio sembra essere la Valle Scrivia. Tra le altre prescrizioni per il nuovo impianto, che dovrà trattare almeno 320.000 tonnellate di rifiuti all’anno, ci sono una superficie minima di circa 100.000 metri quadrati, comprensivi di strutture e servizi ausiliari, con tolleranza del 30%, e un saldo positivo in termini di emissioni di anidride carbonica.
Ma per il Partito democratico «il piano di Marco Bucci per la realizzazione dell’impianto di chiusura del ciclo dei rifiuti è fallito. Non lo diciamo noi, ma lo dicono gli amministratori locali che sono potenzialmente sede dell’impianto e nemmeno l’assessore Giampedrone rispondendo alla nostra interrogazione ha potuto smentire».
Il segretario regionale, Davide Natale, e il consigliere Roberto Arboscello ricordano che «per Scarpino è arrivato il no di Pietro Piciocchi, per Vado Ligure quello del sindaco Fabio Gilardi e per i siti previsti in Val Bormida quello di tutti i sindaci del territorio e del presidente della Provincia di Savona. Rimane la possibilità di realizzazione in Valle Scrivia, ma non risulta nessun interessamento da parte di aziende e non crediamo che quello sia il sito più idoneo».
I dem, dunque, dicono di «prendere atto del cambio di rotta della giunta, che ha inserito il criterio vincolante del consenso dei territori», ma rilevano che si tratta di «un piano irrealizzabile, visto che tutte le amministrazioni si sono pronunciate negativamente. Lo studio commissionato al Rina dall’Agenzia regionale, scatola vuota di cui si occuperà la Corte dei Conti, è stato un esercizio di approfondimento pagato caro dai cittadini liguri. Sul tema dei rifiuti si deve cambiare radicalmente pagina, provando ad ascoltare anche le nostre proposte. Bucci si scontra con la realtà e il risultato è che ha fallito».
Marco Bucci a gennaio aveva annunciato che entro primavera sarebbe stato fatto il bando.