Non è un caso che Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova, sia presente all’assemblea pubblica di Confindustria Genova intitolata “Ragionevoli Certezze”: «Il Teatro Nazionale di Genova fa parte di quella che è la prima grande industria e azienda italiana. Parlano i numeri, sono 43 miliardi della cultura italiana. Mi dispiace perché spesso pensiamo che debba passare tutto attraverso altre cose e non consideriamo il fatto che invece la cultura è il primo motore di questo Paese, quindi mi faccio rappresentante in qualche modo di quello che è non solo l’eccellenza, ma anche proprio da punto di vista numerico, l’azienda che produce e che crea più indotto nel nostro Paese».
Le ragionevoli certezze, per Livermore, sono queste: «Riuscire a ricordarci quali sono i nostri valori assoluti, tanto dal punto di vista economico quanto dal punto di vista etico, ed è una certezza il fatto che la cultura muove senso di aggregazione e muove senso di identità».
Certezza, però, non vuol dire essere chiusi: «Una delle ragionevoli certezze, soprattutto per chi fa cultura e fa arte, è avere cuore e mente aperti, elastici, perché solo attraverso l’inclusività si può pensare di comprendere quella che è la realtà in cui ci muoviamo e poter sviluppare pensieri e politiche che vanno in questa direzione».