Sarà il primo corso di alta formazione al mondo dedicato ai cavi sottomarini. I dettagli non sono ancora resi pubblici, ma oggi, con la firma del protocollo d’intesa tra Sparkle (gruppo Tim), primo operatore italiano di servizi internazionali e quarto nel mondo, SubOptic Foundation, organizzazione filantropica che ha l’obiettivo di promuovere la conoscenza del settore delle infrastrutture digitali tra gli stakeholder globali e Università di Genova, viene avviata una collaborazione strategica a lungo termine per la realizzazione di iniziative per l’insegnamento, la ricerca e l’innovazione nel campo delle comunicazioni sottomarine.
A siglare l’intesa Federico Delfino, rettore dell’Università di Genova, Jayne Stowell, componente del Consiglio di SubOptic Foundation, ed Enrico Bagnasco, amministratore delegato di Sparkle.
Verrà istituito un master di secondo livello in lingua inglese, primo percorso al mondo di specializzazione accademica sui cavi sottomarini in fibra ottica.
«Questa idea − racconta Enrico Bagnasco, a.d. di Sparkle − nacque quando facemmo qui a Genova, a Palazzo Tursi, l’evento di approdo del cavo a febbraio del 2023, volevamo far corrispondere al progetto ingegneristico anche un’attività di formazione di queste professionalità così critiche anche perché molto multidisciplinari. Occorrono competenze ingegneristiche, tecnologiche, ma anche di leggi e regolamenti, di permessi, di tematiche ambientali, perché usare un’infrastruttura nel mare è sempre un’operazione complessa. E quindi da qui l’idea con l’Università di Genova di questo Master di secondo livello, insieme alla SubOptics Foundation, che è una fondazione che raccoglie i principali gestori e aziende del mondo dei cavi sottomarini e ha un obiettivo filantropico di favorire la conoscenza e la competenza».
C’è carenza di queste figure professionali: «Alla generale mancanza di figure legate al mondo tecnologico − spiega Bagnasco − si aggiungono altri elementi connessi ai cavi sottomarini, come il mare stesso, il fondale, gli elementi biologici, tutti i permessi collegati a questo mondo, quindi è ancora più interdisciplinare di altri fattori e pensiamo di essere nel posto giusto per avviare un percorso di generazione di talenti e di competenze che possono essere utili».
I cavi sottomarini trasportano oramai nel mondo i dati per oltre il 90% del traffico globale. Sparkle, che è “figlia” di Italcable, a sua volta Compagnia Italiana dei Cavi Telegrafici Sottomarini (nata nel 1921), dal primo cavo steso tra l’Italia e l’Argentina chiedendo un contributo agli emigrati in Sudamerica (operazione ripetuta per il cavo di collegamento con New York), ne ha fatta di strada: oggi opera in 40 paesi e 80 città. Tre anni fa per uno dei progetti principali ha scelto la Liguria come punto di partenza del nuovo cavo sottomarino che collegherà l’Italia, in particolare Genova, con Mumbai, in India. «Il corridoio che collega l’Europa con l’India − dice Bagnasco − è tra quelli a più alto traffico dati nel mondo e quindi questa opera andrà a fornire ulteriori capacità su questa rotta così altamente trafficata. Oltre al cavo che Sparkle realizza insieme a Google e a Omantel (il Blue Raman), a Genova è stata realizzata anche una vera e propria stazione di approdo dei cavi sottomarini. Noi la chiamiamo la Genova Landing Station ed è in grado di accogliere fino a 8 cavi sottomarini perché vogliamo che Genova si sviluppi come un hub di aggregazione di queste infrastrutture che sono oramai strategiche altamente indispensabili sostanzialmente per tutto il traffico dati che noi tutti utilizziamo e generiamo tutti gli anni. Questa infrastruttura fa di Genova a tutti gli effetti un nodo centrale di quella che sta diventando la rete Internet del futuro».
Il primo cavo è già arrivato appunto a febbraio del 2023. Ha dentro 20 fibre ottiche e ognuna di esse può trasportare 18 terabit al secondo. Dall’Italia complessivamente ogni giorno ne entrano ed escono 8-10 di terabit per avere un’idea.
«È un momento importante per l’Università di Genova − afferma il rettore Federico Delfino − perché mette a valore una serie di competenze integrate nel settore della subacquea, delle telecomunicazioni e della protezione delle infrastrutture tecniche. Siamo molto lieti dell’accordo e di quello che potrà portare non solo questo master di secondo livello sui cavi sottomarini in fibra ottica. Sono in programma anche iniziative di dottorato, di collaborazione su progetti che possono portare valore alla nostra ricerca perché troverà sicuramente delle applicazioni. I fondali del Mediterraneo sono relativamente bassi, quindi sono anche accessibili, con problematiche di sicurezza. Per questo ci sono tanti temi, dall’informatica alla cybersecurity, alla robotica sottomarina, alla protezione dei dati. Il master rimane in capo alla scuola politecnica, quindi nella nostra scuola di ingegneria, e sicuramente auspichiamo che possa diventare un momento formativo che poi diventerà ricorrente nel corso degli anni. L’accordo è comunque molto più ampio perché oltre alle iniziative formative prevede anche l’attivazione di percorsi di ricerca anche con possibili attivazioni di dottorati di ricerca industriali specifici, ma anche di progetti di ricerca che possono riguardare anche questa nuova vocazione che adesso ha la città di Genova come hub importante dell’innovazione e delle telecomunicazioni internazionali».
L’attività didattica del master, coordinata dall’Università di Genova, si avvarrà anche del contributo di professionisti esperti provenienti da Sparkle e da altre aziende del settore e avrà una forte impronta internazionale anche grazie al contributo di SubOptic.
«La Fondazione SubOptic − dice la managing director Jayne Stowell − è un’organizzazione filantropica la cui missione principale è l’istruzione e la ricerca nel campo delle comunicazioni sottomarine. Per questo facciamo ricerca sull’impatto ambientale, che è stato dimostrato essere trascurabile o nullo. Siamo qui oggi per incoraggiare la prossima generazione di giovani a conoscere meglio la tecnologia, le opportunità di lavoro e il futuro delle comunicazioni sottomarine e a cercare opportunità di lavoro e a informarsi su questo settore entusiasmante di cui ho fatto parte per oltre 35 anni della mia vita. Ho conosciuto il sindaco Bucci che mi ha detto “Voglio che Genova diventi il centro del mondo per l’educazione alle comunicazioni sottomarine”, ed è questo l’obiettivo che ci poniamo oggi».
È prevista anche la collaborazione con altri enti che condividono l’attenzione per l’innovazione tecnologica subacquea, primo fra tutti il Polo nazionale della dimensione subacquea (Pns), che ha sede sempre in Liguria alla Spezia, e che riunisce le eccellenze nazionali pubbliche e private operanti nel settore.