Le associazioni di categoria degli agricoltori stanno iniziando la conta dei danni nella piana di Albenga, la più colpita dal maltempo di questa notte. Anche il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis nel primo pomeriggio ha parlato di centinaia di migliaia di euro di danni e della necessità che debba essere riconosciuto lo stato di calamità naturale da parte della Regione. Lunedì sarà convocato un tavolo verde urgente con le associazioni per valutare gli interventi in somma urgenza.
Il presidente di Cia Savona, Sandro Gagliolo, assieme al direttore Gianluigi Nario e al vice direttore Osvaldo Geddo stanno svolgendo un sopralluogo nelle aziende agricole.
Stando ai primi riscontri avuti sul territorio e degli associati, sono milioni i danni a serre, infrastrutture e coltivazioni, ma la conta è, naturalmente, ancora in corso.
«Le nostre imprese si trovano in una situazione davvero difficile, ancora una volta dobbiamo registrare una serie di danneggiamenti che rischiano di mettere in ginocchio i produttori del nostro territorio − dice il presidente provinciale Cia Savona Sandro Gagliolo − ora ci aspettiamo un’azione decisa da parte delle istituzioni, con il via a lavori in somma urgenza e risarcimenti. Le risorse ci sono, ma troppo spesso gli interventi di messa in sicurezza vanno a rilento: la regimentazione delle acque è una priorità».
“Come ogni anno, con l’inizio dell’autunno metereologico − sottolinea Confagricoltura Liguria in una nota − dobbiamo fare la drammatica conta dei danni cagionati nell’albenganese dal maltempo”.
In poche ore sono caduti oltre 200 millimetri di pioggia, provocando l’esondazione del Rio Carenda e del Rio Antoniano, e, come sempre accade in questi casi, le aziende della Piana prospicienti questi corsi d’acqua e nelle zone limitrofe sono finite a bagno, provocando la perdita di tutte le produzioni in pieno campo, e, in molti casi, anche di quelle all’interno delle serre, dove la forza dell’acqua è stata tale da spaccare, in alcune, le vetrate e divellere porte di accesso alle stesse.
«Purtroppo − commenta il presidente ligure di Confagricoltura, Luca De Michelis − abbiamo aziende che stamane avevano più di un metro d’acqua a coprire vasi, impianti ed in alcuni casi i bancali stessi. I danni sono enormi in quanto, specie in pieno campo, si era già in piena produzione. Da anni Confagricoltura Liguria, al pari dell’intero mondo della rappresentanza, sottolinea come si debba, pur nel cambiamento climatico in corso, la cui repentinità e violenza dei fenomeni è in continuo aumento, passare “dalla cultura dell’emergenza a quella della prevenzione”».
De Michelis ha l’azienda proprio prospiciente al Rio Carenda ed è stata allagata: «Bisogna intervenire come si è fatto sulla Carendetta, e quindi chiediamo alla Regione di aprire al più presto la misura del Psr che ha consentito gli interventi che, in parte, hanno già dato, almeno questa volta, esiti positivi. Dobbiamo ragionare sul fatto che argini e dimensioni degli stessi, non sono più confacenti alle bombe d’acqua cui assistiamo».
L’altra questione evidenziata dalla nota di Confagricoltura è l’assicurabilità delle produzioni, dei vasi. “Non bastano agevolazioni sulle assicurazioni che definire irrisorie è un eufemismo. Non basta mettere ‘in piedi’ sistemi come AgriCat (AgriCat è il fondo mutualistico nazionale gestito dalla società Agri-Cat srl dedicato a tutte le aziende agricole percettrici di pagamenti diretti Pac) oggetto proprio nei giorni scorsi di un accorato appello di Confagricoltura che ha sottolineato come la situazione sia drammatica per numerosissime aziende che attendono ancora i risarcimenti o che finora sono state totalmente escluse dai rimborsi che il sistema nazionale prevede”.
«Agricat è uno strumento con grandi potenzialità, ma vanno rivisti i meccanismi relativi ai dati e alle valutazioni di intervento. C’è assoluta necessità di trovare soluzioni rapide per i territori colpiti: gli agricoltori non possono aspettare oltre», sottolinea De Michelis.
“Le aziende, i cui margini tra costi di produzione e ricavi della vendita sono sempre più sottili − si legge nella nota di Confagricoltura Liguria − non possono pagare premi assicurativi che superano addirittura il valore di mercato del singolo vaso prodotto. Confagricoltura Liguria chiede alla Regione di farsi parte attiva con il sistema assicurativo in maniera seria e finalmente foriera di risultati e fatti”.
Coldiretti sottolinea: “In campo, in alcuni casi, è rimasto solo il 10% di quello che c’era e molte piante, a causa del fango, non si riusciranno a salvare”.
«I nostri tecnici sono al lavoro in tutto il territorio per la conta dei danni ed il supporto necessario alle imprese, molte delle quali, soprattutto nel savonese, hanno visto andare distrutta tutta la produzione in pochissimo tempo perché l’ondata di maltempo è arrivata a flagellare la zona già nella notte – spiegano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, presidente di Coldiretti Liguria e delegato confederale – Parliamo di milioni di euro di danni, motivo per cui abbiamo già chiesto che venga attivato lo stato di calamità nella provincia di Savona per garantire che l’attività delle aziende possa andare avanti, ma la richiesta va estesa a tutte le altre province fortemente colpite. L’agricoltura deve sempre di più affrontare i cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di episodi violenti come quelli di questa notte e di queste ore».