Nel 2022, come è accaduto per i rifiuti urbani, anche la produzione nazionale dei rifiuti speciali, ossia generati dal sistema produttivo nazionale (attività industriali, commerciali, artigianali, di servizi, ma anche di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale) fa registrare una flessione rispetto al 2021, attestandosi in Italia a 161,4 milioni di tonnellate (-2,1%). A influenzare il tutto l’inizio del conflitto in Ucraina e dalla crisi energetica globale i cui effetti combinati hanno inevitabilmente avuto ripercussioni sul sistema economico nazionale che ancora stava riprendendosi dalla crisi pandemica del 2020.
Riguardo al settore dell’edilizia, nel 2022 sono continuati gli incentivi disposti dal governo per la ristrutturazione degli immobili mirati alla riqualificazione energetica degli edifici. Tali lavori hanno determinato maggiori quantitativi di rifiuti da costruzione e demolizione prodotti, pur se con un andamento più contenuto rispetto al 2021.
I rifiuti non pericolosi in Italia rappresentano il 93,8% del totale dei rifiuti prodotti e presentano un calo di 2,7 milioni di tonnellate (-1,8%), quelli pericolosi di quasi 680 mila tonnellate (-6,4%).
Liguria, la produzione sotto le 3 milioni di tonnellate
Nel 2022, la produzione regionale di rifiuti speciali si attesta sotto le 3 milioni di tonnellate (erano 3.026 nel 2021, 2.978 nel 2022), l’1,8% del totale nazionale (quint’ultimo posto in Italia).
Il 93,5% (circa 2,8 milioni di tonnellate) è costituito da rifiuti non pericolosi e il restante 6,5% (poco più di 194 mila tonnellate) da rifiuti pericolosi. Nel 2022 i rifiuti pericolosi erano il 6,8%. Le principali tipologie di rifiuti prodotte sono rappresentate dai rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione (60% della produzione regionale totale) e da quelli derivanti dal trattamento dei rifiuti e delle acque reflue (24,9%), rispettivamente appartenenti al capitolo 17 e 19 dell’elenco europeo dei rifiuti.
Liguria, come vengono gestiti i rifiuti speciali
Nel 2022, la gestione dei rifiuti speciali nella regione Liguria interessa poco più di 3,2 milioni di tonnellate, di cui 3 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi e quasi 214 mila tonnellate di rifiuti pericolosi.
Il recupero di materia è la forma prevalente di gestione cui sono sottoposti poco più di 2,1 milioni di tonnellate di rifiuti e rappresenta il 66,1% del totale gestito. In tale ambito, il recupero di sostanze inorganiche concorre per il 64,3% al recupero totale di materia.
Residuale è l’utilizzo dei rifiuti come fonte di energia pari a 17 mila tonnellate (0,5% del totale gestito).
Sono avviati a operazioni di smaltimento quasi 690 mila tonnellate di rifiuti speciali (21,5% del totale gestito): poco meno di 404 mila tonnellate (12,6% del totale gestito) di rifiuti sono smaltite in discarica, poco più di 286 mila tonnellate (8,9% del totale gestito) sono sottoposti ad altre operazioni di smaltimento quali trattamento chimico-fisico, trattamento biologico e ricondizionamento preliminare. La quantità di rifiuti speciali avviati ad incenerimento sul territorio regionale è nulla, non risultando operativo alcun impianto di incenerimento.
La messa in riserva a fine anno prima dell’avvio alle operazioni di recupero, ammonta a poco meno di 377 mila tonnellate (11,7% del totale gestito), il deposito preliminare prima dello smaltimento interessa poco più di 6 mila tonnellate (0,2%).
Infine, va rilevato che i rifiuti speciali esportati sono quasi 25 mila tonnellate, di cui circa 8 mila tonnellate di rifiuti non pericolosi e poco meno di 17 mila tonnellate di pericolosi; mentre i rifiuti speciali importati sono 35.677 tonnellate, costituiti da 35.668 tonnellate di rifiuti non pericolosi e da 9 tonnellate di rifiuti pericolosi.
Confronti regionali
Il 31,6% dei rifiuti speciali pericolosi generati dalla Liguria è ascrivibile al capitolo 17 ossia rifiuti di costruzioni e demolizioni (compresa la costruzione di strade). La percentuale si attesta al 20% in Campania, al 19,3% in Sardegna, al 17,3% in Trentino-Alto Adige e 16,6% in Toscana.
Il 47,6% della produzione della Basilicata è rappresentato dai rifiuti del capitolo 13 ossia gli oli esausti. In Liguria l’incidenza di questa tipologia di rifiuti risulta pari al 24%, mentre per il Friuli-Venezia Giulia e la Puglia tale percentuale si attesta, rispettivamente, al 17,1% e 15,3%.
Andando ad analizzare quali regioni hanno ancora come rilevante lo smaltimento in discarica, c’è ancora la Liguria: in Valle d’Aosta (26,7%), Sardegna (23,6%), Liguria (12,6%) e Umbria (11,4%). In Liguria però si smaltiscono solo rifiuti non pericolosi e la percentuale di rifiuti smaltiti in questo modo che rappresenta il 5,1% del totale nazionale, si osserva una diminuzione del 18,6% (-92 mila tonnellate).
In Liguria sono 248 gli impianti dedicati alla gestione dei rifiuti speciali. Mancano impianti di frantumazione e incenerimento, rispetto ad altre regioni.
Come viene suddiviso il recupero dei rifiuti speciai non pericolosi si può vedere nella tabella successiva. In Liguria prevale il riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche.
Per quanto riguarda i rifiuti speciali pericolosi nel 2022 si nota una prevalenza di riciclo/recupero dei metalli e dei composti metallici e la rigenerazione o altri reimpieghi degli oli.
Smaltimento
Lo smaltimento invece è organizzato in questo modo:
Dal confronto regionale delle quantità di rifiuti coinceneriti nel biennio 2021-2022, si osserva una prevalente diminuzione. Anche in Liguria, che guida la classifica in termini percentuali: oltre 8 mila tonnellate in meno (-33,1%).
L’andamento del coincenerimento a livello regionale nel quinquennio 2018-2022 vede in prevalenza riduzioni delle quantità di rifiuti recuperati. Per la Liguria il calo è del -64% alla pari della Basilicata, solo la Campania le supera con un -83,6%.
Sono solo tre in Liguria gli impianti di coincenerimento che trattano quantità superiori alle 100 tonnellate all’anno: 171.873 tonnellate vengono usate come combustibile. Non ci sono impianti di taglia inferiore.
Sono quattro le discariche per rifiuti inerti, cinque il numero di discariche per rifiuti non pericolosi.
Il quantitativo dei rifiuti speciali smaltito nelle regioni del Nord è pari, nel 2022, a circa 4,8 milioni di tonnellate con un decremento, rispetto al 2021, dell’8% (-415 mila tonnellate circa), che riguarda in particolar modo: la Valle d’Aosta (-11,1%, -10 mila tonnellate), il Trentino-Alto Adige (-8,6%, -4 mila tonnellate circa), il Friuli-Venezia Giulia (-36,1%, -121 mila tonnellate circa) e la Liguria (-18,6%, -92 mila tonnellate).
Non esistono discariche per amianto, nella nostra regione.