Oggi, nella prima seduta votante del Consiglio regionale dopo l’arresto del governatore Giovanni Toti, si vota il finanziamento della Regione da 57 milioni, tramite accensione di un mutuo ad hoc, per la realizzazione del lotto b della nuova diga di Genova.
L’opposizione proverà a ripresentare l’emendamento, già bocciato ieri in commissione, che chiede lo stralcio del provvedimento dal disegno di legge omnibus in cui è inserito, anche alla luce della commissione del ministero delle Infrastrutture che il viceministro Edoardo Rixi ha annunciato sarà inviata a breve in Autorità portuale a Genova per verificare la correttezza di tutti gli appalti affidati, visto anche quando sta emergendo dalle carte dell’inchiesta.
Ma il centrodestra è compatto. In assenza del governatore Giovanni Toti, era stato ieri il sindaco Marco Bucci, in qualità di commissario per la ricostruzione dopo il crollo del Ponte Morandi, a esortare la maggioranza a dare il via libera al provvedimento che consente il finanziamento dell’ultimo 4% della seconda parte dell’opera.
“Oggi votiamo la disponibilità ad accendere un mutuo. Con i ribassi d’asta potrebbe anche non servire, ma intanto ottemperiamo ai nostri impegni – Così il presidente della Regione Liguria facente funzioni, Alessandro Piana, a margine del consiglio regionale ripreso dalla Dire – Diamo seguito a un decreto legge attuato nel 2018 a seguito del crollo del Ponte Morandi che individuava le opere strategiche per il rilancio di Genova e della portualità nazionale – ricostruisce Piana – stiamo ottemperando a impegni presi con ministero delle Infrastrutture, ministero dell’Economia, Autorità portuale e con il commissario Marco Bucci. Questi impegni prevedono anche la possibilità della Regione di accendere un mutuo per cofinanziare l’opera che, successivamente, verrà ulteriormente cofinanziata dall’Autorità portuale”.
Per il presidente ad interim è necessario che il finanziamento venga approvato oggi perché “l’opera ha un cronoprogramma molto preciso: il commissario vuole andare a gara entro giugno, noi dobbiamo per forza approvare entro fine mese il finanziamento, per poi iniziare l’opera a luglio”.
Nessun dubbio da parte della maggioranza di centrodestra. “Non c’è stato bisogno di compattarci perché abbiamo molto chiara la pratica – assicura Piana – abbiamo la forza e l’intenzione politica di portarla avanti perché è un’occasione storica per il rilancio della portualità italiana e per lo sviluppo strutturale e infrastrutturale di Genova. Ci mancherebbe altro che avessimo titubanza e creassimo un ulteriore stallo”.
“Il finanziamento è un contributo marginale che sarà ridotto in seguito a ribassi d’asta per il lotto b, fino ad arrivare a un eventuale totale annullamento – precisa la presidente della commissione Bilancio Lilli Lauro -. Esattamente quanto era già successo per il primo lotto”.
Per il capogruppo del M5s, Fabio Tosi, “oggi non dovremmo neanche essere in aula: il presidente, la giunta, la maggioranza si sarebbero già dovuti dimettere. Ci vuole uno scatto di onestà e dignità, considerato quanto emerge ogni giorno dall’inchiesta”.
Il consigliere di Linea condivisa, Gianni Pastorino, rileva che “su questa infrastruttura c’è stato un dialogo imbarazzante tra persone che sono oggetto di questa inchiesta. Così come è imbarazzante approvare l’accensione di un mutuo per un’opera contestatissima, che ha una serie di rilievi giuridico-legali di non poco conto, a partire dall’Anac”.
Il consigliere del Pd, Enrico Ioculano, sottolinea che il suo partito è “a favore delle opere, ma trasparenti e partecipate. Visto anche l’invio degli ispettori da parte del ministero delle Infrastrutture, non ci sentiamo di dare un giudizio sull’opera né avallare un mutuo da 57 milioni. Mancano le condizioni tecniche, oltre che politiche e di trasparenza su cui è necessario porre attenzione prima di aprire un mutuo con 3,2 milioni di interessi”.
Simile il pensiero del consigliere di Azione, Pippo Rossetti: “Oggi sarebbe stato saggio non portare l’autorizzazione al mutuo perché sarebbe saggio e utile attendere l’esito delle valutazioni e delle verifiche della commissione ministeriale. Chi promuove le opere fatte in fretta e male è il miglior alleato dei signori del no”.
A chiudere il cerchio l’ex candidato governatore giallorosso, Ferruccio Sansa: “Sono terrorizzato dal veder costruire una diga sul fango. Non non siamo contro la diga, siamo contro la diga fatta con i soldi di tutti a beneficio di uno, a beneficio di un imprenditore agli arresti domiciliari, diventato simbolo del rapporto malato con la politica. Sono contrario a un’opera decisa a bordo di uno yacht con un imprenditore che ha finanziato la campagna elettorale del centrodestra”. Inoltre, aggiunge, “non si è mai visto che gli extracosti siano addossati sulle spalle del pubblico. Sono contrario a prendere questa decisione davanti a una sedia vuota di chi dovrebbe spiegare e che, invece, è agli arresti domiciliari”.
Per i voti si dovrà attendere con ogni probabilità oggi pomeriggio.
Intanto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini conferma, attraverso il suo staff, che sarà a Genova venerdì 24 maggio, nel pomeriggio, per la posa del primo cassone della nuova diga foranea. L’appuntamento, in dubbio fino all’ultimo per quanto sta emergendo dall’inchiesta della Procura di Genova, viene dunque confermato, seppur ancora senza dettagli. Lo scrive l’Agenzia Dire.