L’Istat ha presentato l’undicesima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) che fotografa la condizione di benessere della popolazione nei diversi territori prendendo in esame 152 indicatori statistici.
Attraverso l’analisi di questo set di indicatori statistici, integrata da approfondimenti tematici, il Rapporto offre una lettura approfondita dei livelli, delle tendenze e delle disuguaglianze di benessere che si possono osservare nei 12 domini presi in esame: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi.
L’andamento recente degli indicatori Bes è prevalentemente positivo: poco più della metà dei 129 indicatori per cui è possibile il confronto sono migliorati rispetto all’anno precedente, il 28,7% è su livelli peggiori e il 17,8% risulta stabile.
Osservando il set complessivo degli indicatori Bes, 132 sono disponibili anche nel dettaglio regionale fornendo una lettura più precisa di macroaree e territori. Classificando le regioni italiane in cinque classi di benessere relativo (bassa, mediobassa, media, medioalta e alta), le regioni del Nord-est si caratterizzano per i maggiori livelli di benessere, con oltre la metà degli indicatori nelle due classi più elevate e non più di un quinto nelle due classi di coda. Per le regioni del Mezzogiorno la situazione si inverte, con oltre il 55% degli indicatori nelle classi bassa e medio-bassa (circa il 70% in Campania e Sicilia).
Nel confronto con le altre regioni della ripartizione del Nord Ovest, Istat rileva che la Liguria presenta un profilo “meno favorevole”. Rispetto alle altre regioni del Nord Ovest, gli indicatori della Liguria sono più concentrati nella classe centrale (43,2%, in aumento rispetto al 34,8% dell’edizione precedente), e meno nelle due classi estreme: nella alta ci sono il 10,6% dei parametri monitorati (vs 7,6% del 2022) e nella bassa il 3% (vs 3,8%).
Entrando nel dettaglio della Liguria, tra i domini in cui la maggior parte degli indicatori sono “verdi”, collocandosi sopra la media nazionale, c’è “Istruzione e formazione” (8 indicatori su 11 analizzati), “Relazioni sociali” (6 su 8 positivi), “Salute” (6 su 9) e “Sicurezza” (5 su 6). Tuttavia proprio in questo ambito si registra uno dei valori peggiori, quello relativo al numero di rapine. Molto distante dalla media nazionale anche l’indicatore del dominio “Innovazione, ricerca e creatività” che rileva le imprese con almeno 10 addetti con vendite via web a clienti finali e anche quello collegato all’occupazione culturale e creativa.
Altro indicatori negativi si registrano nel settore “Lavoro e conciliazione dei tempi di vita” (4 indicatori su 9 sotto la media nazionale) e “Politica e istituzioni” (4 indicatori su 7 esaminati, il peggiore quello relativo alle donne e rappresentanza politica a livello locale).