Pochi abbattimenti di cinghiali in Liguria. La Regione corre ai ripari per rinnovare il contrasto alla diffusione della peste suina e stabilisce una serie di contributi straordinari per ogni animale che verrà abbattuto nella stagione primaverile ed estiva, variabili a seconda della vicinanza alle zone di restrizione. Lo riporta l’agenzia Dire.
Una delibera approvata in giunta giovedì scorso, prevede 80 euro per l’abbattimento di ogni esemplare di femmina adulta e subadulta (esemplari rossi e striati) di cinghiale selvatico all’interno delle zone di restrizione I e II o entro i 50 chilometri dal loro confine. Il contributo si dimezza a 40 euro per ciascun esemplare di maschio adulto, sempre all’interno della stessa area. Si scende, poi, a 30 euro per l’abbattimento di ciascun cinghiale selvatico sul territorio regionale a una distanza superiore ai 50 chilometri dai confini della zona di restrizione II. Infine, 30 euro verranno riconosciuti anche per il rinvenimento di ciascuna carcassa in seguito alla cosiddetta ricerca attiva coordinata dai Gruppi operativi territoriali.
Il finanziamento complessivo viene stimato in 200 mila euro e rientra negli oltre 3,3 milioni già accantonati e messi a disposizione di Alisa per il rimborso delle spese sostenute dagli Ambiti territoriali di caccia per il contrasto alla pandemia. Le risorse saranno riconosciute fino all’apertura della prossima stagione di caccia, ma, se si dovessero rivelare incisive, potrebbero anche essere rinnovate nel corso della stagione stessa. Tutti gli interventi di prelievo dovranno essere condotti sotto il coordinamento e la programmazione dei Gruppi operativi territoriali e per il riconoscimento dei contributi il numero dei capi abbattuti dovrà essere puntualmente rendicontato dagli Ambiti territoriali di caccia.
La delibera porta la firma dell’assessore regionale alla Sanità, Angelo Gratarola.
«Considerato che si tratta di contrapporsi a un’emergenza di salute veterinaria − spiega − questo provvedimento va nel solco delle strategie messe in campo per il contenimento della peste suina africana sul nostro territorio, in pieno coordinamento con l’assessorato all’agricoltura e all’allevamento del collega Alessandro Piana».
La Regione ha valutato la necessità della misura in seguito alla scarsa adesione del mondo venatorio alle azioni di depopolamento, con una netta riduzione degli abbattimenti di cinghiali a partire dallo scorso febbraio, come peraltro già verificato lo scorso anno nell’avvicinarsi della primavera. Per questo, viene spiegato, è stato deciso di seguire la strada tracciata da Lombardia e Piemonte per provare a incentivare i cacciatori bioregolatori. Peraltro, nel piano nazionale di eradicazione della peste suina, inviato dall’Italia all’Unione europea, è previsto il riconoscimento di contributi per ogni carcassa di cinghiale selvatico femmina adulta e dei subadulti abbattuti entro i 50 chilometri dal confine della zona II di restrizione per la peste suina africana, se adeguatamente rendicontati. Con dati aggiornati alla settimana scorsa dall’Istituto zooprofilattico, in Liguria finora sono stati riscontrati 754 casi di carcasse di cinghiale positive alla peste suina africana, a partire dal 27 dicembre 2021.