Una manifestazione più legata alle imprese e al business, all’innovazione, con l’obiettivo di riuscire davvero a creare un legame con il territorio puntando sulla formazione artigianale, il design e la sostenibilità, che rappresentano la marcia in più del tessile italiano.
Torna GenovaJeans dal 5 all’8 ottobre, con un nuovo logo, su sfondo inevitabilmente blu jeans a rappresentare il mare, con una nuova coordinatrice – Anna Orlando – un team più ampio, a giudicare da quanto dichiarato dal sindaco Marco Bucci, che quantifica il finanziamento comunale in oltre 500 mila euro.
«Mi aspetto che tutte le persone al mondo comincino a capire che il jeans è nato qui e che la parola vuol dire Genova – spiega Bucci – un’occasione del genere non può essere gettata alle ortiche. Significa più visibilità, più conoscenza, ma anche cultura e occasione di venire a Genova. Ricordiamoci che questi investimenti pagano sul lungo periodo». Sulle polemiche legate alle cifre dell’edizione zero replica: «Io farei polemica sul fatto che i soldi non vengono spesi. Inoltre sono polemiche strumentali che non fanno bene della città».
Confermati i luoghi: da via Prè a via del Campo, quella via del Jeans che ha bisogno di continuità e insediamenti: «L’obiettivo è portare le persone in posti che hanno un grande fascino, ma anche delle difficoltà – conferma il sindaco – vogliamo portare gli eventi lì in ottica riqualificazione, ora siamo a quota 81 nuovi negozi aperti grazie a piano Caruggi».
Terminata l’edizione zero, però, era rimasto poco, se non InJeans, il progetto imprenditoriale di un singolo. Il paragone con il Distretto del Design e ciò che era partito come scommessa di singoli per trasformarsi in un evento di successo (la BeDesign Week) che però ha rivitalizzato il territorio è inevitabile. Qui l’impressione è ancora di un tentativo che fatica a trovare risposte a livello di attività economiche e questa prima edizione sembra più orientata nel favorire questi aspetti.
«Alle cadute dall’alto non ci credo – sottolinea Bucci – in genere chi cade dall’alto si fa male. L’amministrazione è fatta per portare delle cose. Noi possiamo fare molto per la visibilità delle imprese. Abbiamo un hub logistico nel porto, non siamo dotati invece di hub per la produzione industriale, mancano gli spazi, però possiamo favorire gli hub artigianali nel centro storico».
Manuela Arata, presidente di GenovaJeans e ideatrice della manifestazione, spiega: «L’edizione zero del 2021 è stata un miracolo. Oggi abbiamo consolidato il team e la capacità di incidere. Faremo convergere a Genova gli innovatori, per mostrare il business model del futuro sul jeans. Genova deve entrare nel palinsesto mondiale come punto di riferimento e vetrina internazionale per l’innovazione e la produzione responsabile e ci attendiamo ospiti di grande livello.
L’evento avrà dunque un format unico e nuovo: il centro storico sarà una sorta di spazio di lavoro e di rete a cielo aperto.
«GenovaJeans è un progetto che vuole coltivare e trasmettere ideali molteplici e trasversali – afferma Anna Orlando, coordinatore per il Comune di Genova – l’edizione 2023 intende essere sempre più inclusiva e partecipata anche sul piano storico e culturale. Il ricco carnet di eventi in programma aperti al pubblico, che affiancano quello dedicato agli operatori del settore con performance, spettacoli, concerti e installazione artistiche, assolve al ruolo principe dell’arte e della cultura, ossia sviluppare il senso di appartenenza identitaria al territorio: in questo caso, a Genova, che deve essere riconosciuta come indiscussa capitale del jeans, e dunque una delle città internazionali madrine del pop, capace di attirare davvero tutti».
Si incontreranno aziende, creativi, produttori di tecnologie ed esperti del settore con buyer, trader e utilizzatori finali.
Sergio Salerni si occuperà della creatività degli allestimenti con collettive di brand, artigiani, designer affermati e di nuova generazione, insieme ad aziende innovative dell’intera filiera produttiva: «Cercherò di contribuire a internazionalizzare l’evento riportando l’esperienza in campo del lusso e della moda. Potrebbe anche diventare un evento di moda. Creeremo l’aspetto glamour senza dimenticare la funzione didattica per far capire ai giovani come si produce. Genova ha delle location sorprendenti e straordinarie».
I brand saranno ospitati nella Biblioteca Universitaria di via Balbi, mentre i nuovi creativi (marchi e designer di nuova generazione che adottano strategie di eco-design circolari per la creazione di jeans dall’approccio smart) parteciperanno a un’esposizione collettiva nell’Edificio Metelino.
La filiera produttiva, le aziende italiane icone della catena di fornitura e del valore del jeans, che rappresentano tutti i passaggi della produzione, saranno presenti in una sede storica a loro interamente dedicata.
Le imprese di Cna Federmoda esporranno al Laboratorio del Jeans in via di Pré e gli associati di Confartigianato si distribuiranno in diversi luoghi della ‘Via del Jeans’ tra cui anche alcuni palazzi dei rolli.
GenovaJeans e la sua identità responsabile verranno condivise attraverso uno speciale tag con Qr code powered by Class (Creativity Lifestyle And Sustainable Synergy), un “passaporto” che racconterà le scelte aziendali rispetto all’etica ed alla trasparenza e la tracciabilità dei suoi prodotti quali abbigliamento, accessori, borse, calzature ed elementi d’arredo.
Durante GenovaJeans saranno allestite alcune mostre: “Un mito nelle trame dell’Arte contemporanea”, ideata dall’Associazione ArteJeans e ospitata all’Edificio Metelino, presenterà una cinquantina di opere, molte ancora inedite, realizzate in jeans Candiani donate alla città da artisti contemporanei di livello internazionale in vista della creazione del primo Museo Internazionale del Jeans, un progetto di museo diffuso e in evoluzione.
L’esposizione ‘Alle radici del jeans’ sarà ospitata dal Mei (Museo dell’Emigrazione Italiana) alla Commenda di Pré e racconterà le origini genovesi del jeans e la loro evoluzione nei secoli attraverso reperti storici e postazioni multimediali.
Al Museo del Risorgimento sarà esposta l’opera originale di Ian Berry, artista inglese di fama internazionale che deve la sua notorietà al particolare uso del tessuto jeans per i suoi lavori, dal titolo “Garibaldi in Jeans” che mette insieme i jeans dell’eroe dei due mondi con quello utilizzato per realizzare il ritratto. L’opera, esposta nel percorso museale in dialogo con la documentazione che sottolinea l’uso dei jeans da parte di Garibaldi e dei Garibaldini, generosamente donata dall’artista alla città di Genova, è tra i pezzi più significativi della collezione permanente, in cui si distinguono anche le “Camicie Rosse” e i “Jeans dei Garibaldini”.
Al Museo Diocesano sarà possibile visitare i Teli della Passione, considerati gli antenati del jeans: quattordici grandi opere in tela di lino e cotone tinte con indaco dipinte a biacca intorno al 1540 dal pittore genovese Teramo Piaggio per coinvolgere i fedeli nei misteri della Passione di Cristo.
Il Laboratorio del Jeans, in partnership con Cna-Federmoda attraverso la sua organizzazione di formazione Ecipa, in collegamento con Fulgis (Fondazione Urban Lab Genoa International School) e l’Istituto Istruzione Secondaria Superiore Duchessa di Galliera, che ospiterà iniziative di manufacturing e design e fungerà da incubatore per offrire formazione sulla lavorazione del jeans ad artigiani ed aspiranti tali all’interno di una facility attrezzata, grazie alla collaborazione dei partner industriali Candiani e Diesel. Questa iniziativa, sostenuta e ospitata all’interno di spazi allestiti appositamente dal Comune di Genova, si affiancherà agli importanti incentivi economici previsti dal Comune di Genova a coloro che decideranno di insediarsi lungo la ‘Via del Jeans’, che va da via di Pré fino in fondo a via San Luca.
Durante GenovaJeans, all’interno della Biblioteca Universitaria, si svolgeranno numerosi momenti di formazione e informazione, workshop con personaggi di rilievo mondiale, esperti, associazioni riconosciute a livello internazionale che si confronteranno sui temi attuali della transizione ecologica, del ruolo sempre più importante della tecnologia e del consumo responsabile, del design e dell’economia circolare, della comunicazione autentica, legati ai business di nuova generazione. Per quanto riguarda l’ambito dell’innovazione responsabile, verranno coinvolti i key players del mondo della scienza, dell’innovazione, del design e della supply chain.
GenovaJeans è promosso dal Comune di Genova, in collaborazione con Ita – Italian Trade Agency, in partnership con Regione Liguria, con l’omonimo Comitato Promotore di cui oltre al comune fanno parte Camera di Commercio di Genova, Candiani, Diesel, Ett e gli ideatori, e con il patrocinio di Smi – Sistema Moda Italia.
Andrea Crespi, vicepresidente del Comitato sostenibilità Smi, aggiunge: «Il tessile italiano rappresenta 400 mila addetti, un giro d’affari di 62 miliardi. La filiera italiana è tra le più complete: dal filo alla confezione. C’è la consapevolezza della responsabilità ambientale. La produzione del Denim è meno gestita e quindi impattante, ma oggi è anche molto virtuosa. Abbiamo dovuto fare di necessità virtù, visto che lo spreco diminuisce gli utili».
Roberto Luongo direttore generale di Ita, Italian Trade Agency commenta: «Il nostro ruolo sarà limitato all’attrazione di buyer esteri e all’internazionalizzazione. Inserire una manifestazione nuova nel calendario delle manifestazioni internazionali è difficile, ma con il supporto di imprese e associazioni di categoria possiamo farcela.
Per quanto riguarda la mostra di arte contemporanea Ursula Casamonti di Arte Jeans specifica che oltre alle 56 opere d’arte già esposte si aggiungeranno altri 10 artisti che lavoreranno su tessuti forniti da Candiani.