Dal design navale alla specializzazione nel progettare locali commerciali, fornendo al cliente materiali e concept personalizzati. «Il design di interni in ambito navale è un’ottima scuola di formazione, si scende nei dettagli, si analizza anche la vite e da lì è nato l’approccio all’allestimento dei nostri locali: realizziamo tutto customizzato, su disegno, lavoriamo con una filiera di artigiani locali a cui forniamo tutti dettagli. Scorporiamo le forniture spacchettandole, è un bel mal di testa, ma ne vale la pena. Poi viene tutto montato durante il cantiere». Si può riassumere così la filosofia del genovese Dla Design Lab di Massimiliano Dalle Sasse, sposata da diverse realtà come Rooster (la streetfood rotisserie), il Marathon Hostel di Genova, l’Albergo Etico.
Lo studio nasce nel 2007 dall’idea di cinque neolaureati e compagni di studi: l’obiettivo era di aprire un ufficio che abbracciasse ambiti disciplinari diversi. «Ognuno cercava un proprio percorso di crescita personale – ricorda Dalle Sasse – eravamo in cinque soci, invece oggi sono da solo perché le vicende della vita sono le più disparate». Dalle Sasse arrivava da un’esperienza nel 2006 a Barcellona dopo la laurea e, proprio nel 2007, dal master in design navale nautico. Per tre anni è stato anche dipendente di una società di arredamento navale, la Demont, oggi il colosso DeWave.
Tra il 2016 e il 2017 lo spostamento dal primo piano di piazza San Lorenzo a vico dei Garibaldi, a due passi da via XXV Aprile. «Ci siamo spostati fisicamente con altri soci, con un nuovo nome e logo, dando vita a un esperimento di Stp, società tra professionisti: si tratta di una srl dedicata appositamente agli studi di progettazione. Però a livello burocratico alla fine non aiuta, per quello l’abbiamo abbandonata». Dalle Sasse, per propensione e approccio al lavoro, decide di dedicarsi alla libera professione, accantonando la Stp nel 2020 e rispolverando il nome iniziale, ma Dla è sempre e comunque un team fatto di collaboratori e studenti: «Ci caratterizza la flessibilità, siamo tre, quattro o cinque persone a seconda del periodo e ospitiamo tirocinanti dell’Università sia per le 150 ore del corso triennale in Design del prodotto e comunicazione, sia per le 500 ore dei laureati in Architettura in sostituzione di una delle tre prove dell’esame di Stato. Poi ospitiamo anche tirocini con ragazzi dall’Accademia di Belle arti o ospiti stranieri in Erasmus».
Ogni progetto realizzato da Dla DesignLab è un unicum: «Si raccolgono le richieste, esigenze, aspettative e poi si parte con la fase progettuale preliminare e il concept. Nel caso di marchi cerchiamo di seguire stilemi da riprodurre: colori, luci, materiali, ambientazione e grazie ai nostri studenti dedichiamo molta attenzione alla fase di ricerca sia sulle reference di progetto sia guardando come funziona nel resto del mondo, reinterpretando a modo nostro. La fase di ricerca è legata molto anche ai materiali, con soluzioni diverse da quelle standard».
Per esempio il progetto di Rooster è stato concepito secondo il concetto del design industriale con richiami alla Genova del porto con le lamiere grecate dei container che ospitano le attrezzature tecniche delle cucine. «Un materiale sperimentato per un progetto per me non è replicabile – sottolinea Dalle Sasse – così il portfolio è diversificato».
Il settore della progettazione di interni per attività commerciali spesso viene confuso con gli extra che forniscono i semplici allestitori, mobilieri che inseriscono questo servizio nella fornitura senza però avere tutta la parte di ricerca. «Il bello è che ho la sensazione che alcune piccole realtà stanno crescendo con noi: Rooster ha aperto in piazza Matteotti nel 2016, in via Fiasella nel 2017, nel 2021 abbiamo ampliato Matteotti, nel 2021 l’apertura a Chiavari e nel 2022 siamo arrivati a Milano, presto ci sarà un’altra novità. Lavoriamo molto bene con i brand piccoli e giovani che puntano a diventare catena».
Nel portfolio anche gli interni di Marathon Ostel in via degli Archi, sempre a Genova: «Una bella sfida, tre piani di camere, una sessantina in tutto, oltre alle aree comuni con un bar bistrot di 200 mq sponsorizzato da Heineken Italia. Per questo abbiamo dovuto confrontarci con gli uffici marketing di Ichnusa. È stato emozionante perché riguardava i primi temi progettuali che ho affrontato all’università: come utilizzare le arcate sotto corso Podestà, per anni dismesse. Il costruttore ha fatto un lungimirante investimento». Un altro progetto che Dalle Sasse considera importante è quello di Albergo Etico: «Ha sede ad Asti, ma il socio fondatore è genovese. La particolarità è che il 75% dei dipendenti è fatto di persone con ridotta capacità motoria, in particolare con sindrome di down. Noi per esempio abbiamo consegnato il progetto preliminare di una struttura a Pistoia che era un ex monastero del 1400, con 12 camere-suite ricavate dalle celle dei monaci. Prima era usato come rsa, quindi è stato necessario riconvertire tutto, anche l’impiantistica».
Il Covid non ha influito troppo sull’attività: «Ci siamo concentrati sui dehors, come quello di Rosmarino in piazza De Ferrari, per fare un esempio e sulle pratiche edilizie per appartamenti. Abbiamo anche sviluppato interni di abitazioni per nostri clienti».
Tra i progetti per così dire “laterali” oltre a qualche collaborazione ancora sul navale (cantieri Sanlorenzo in primis), anche il design di alcuni complementi d’arredo: «Nel 2019 abbiamo disegnato un tavolo in marmo con cui abbiamo fatto un evento al Fuori Salone di Milano, abbiamo avuto un ottimo riscontro e siamo stati pubblicati sul libro dell’architettura 2019 tra le 20 opere di design più influenti. Oggi abbiamo quasi creato una linea intera di arredi dei quali stiamo facendo i primi prototipi. È un contesto diverso dal nostro, ma sono comunque vetrine alternative per noi».