Con 78 sì, 57 no e 7 astenuti l’aula del Senato ha approvato il Disegno di legge di conversione del Decreto Ex Ilva – Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale. Il testo passa ora all’esame della Camera e dovrà essere convertito in legge entro il 6 marzo.
«Il Ddl ‘Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale’ riveste importanza strategica per l’industria italiana, in particolare per quella siderurgica. La modifica delle misure di rafforzamento patrimoniale sono volte ad assicurare la continuità di funzionamento produttivo dell’impianto siderurgico di Taranto, da cui dipende anche la capacità produttiva dello stabilimento di Genova», dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Giovanni Berrino.
«È fondamentale la specificazione che gli interventi sono autorizzati anche in costanza di provvedimenti di sequestro o confisca senza il limite del 2022. Lo scudo penale − aggiunge − garantisce che gli investimenti, possano essere fatti nelle more della messa in atto del piano di risanamento dell’impianto, rendendo così possibile la produzione, durante il tempo necessario ad arrivare al risanamento e all’attuazione delle restrizioni in esso previste. Da tutto ciò lo stabilimento di Genova Cornigliano non potrà che averne beneficio. La scommessa, per lo stabilimento, è far crescere la produzione di latta, la cui domanda in Italia non ha subito flessioni, sino ad arrivare al raddoppio del ciclo produttivo della latta stessa. In questo modo Cornigliano sarebbe in grado di servire il mercato della latta più grande in Europa, quello italiano».
«Questa scommessa, strettamente connessa al rilancio di Acciaierie d’Italia a Taranto, garantirebbe crescita occupazionale, implementazione delle attività portuali siderurgiche collegate non solo alla crescita di Genova, ma anche agli altri impianti del nord-ovest (Novi, Racconigi e i centri di servizio di Paderno e Legnaro). Inoltre, i maggiori volumi che verranno movimentati saranno parcati nelle aree dedicate da sempre alla logistica e attualmente sottoutilizzate per carenza di volumi produttivi», conclude Berrino.