Il disegno scientifico in epoca moderna si è affermato come una vera e propria disciplina, con regole, tecniche e finalità didascaliche ben precise. In particolare il ruolo di disegnatore scientifico si è affermato soprattutto nel corso delle esplorazioni del ‘700 e ’800, per scemare un po’ solo con la comparsa della fotografia.
Ma ancora oggi, per determinare una specie si ricorre molto più facilmente a disegni che a belle foto, proprio per la potenza comunicativa e descrittiva degli stessi.
In queste specifiche raffigurazioni, gli aspetti artistici e il dettaglio scientifico sono sapientemente miscelati restituendo immagini sintetiche di un organismo o dei suoi dettagli, pur non trascurando piacevoli risvolti estetici a contorno.
Mercoledì 15 febbraio si parlerà di questo e di molto altro in occasione dell’incontro organizzato dall’Associazione Amici dell’Acquario “Arte, disegno scientifico e ricerca: dalle raffigurazioni preistoriche ai modelli digitali in 3D” nell’ambito del ciclo di conferenze “Scienza ed Arte, un binomio (im)possibile?”.
L’incontro si terrà alle ore 17 presso l’auditorium dell’Acquario: Stefano Schiaparelli, Università di Genova, Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (Distav), delegato del rettore per la valorizzazione di musei e archivi di Ateneo, affronterà il tema delle raffigurazioni dell’ambiente e degli organismi partendo dall’epoca preistorica, passando per l’arte e il disegno scientifico, per arrivare alla creazione di modelli digitali tridimensionali con i più moderni software.
Sebbene sia impossibile tracciare un inquadramento complessivo ed esaustivo di tutte le forme artistiche con cui l’uomo ha raffigurato l’ambiente e gli organismi con cui ha condiviso la sua esistenza, nonché comprendere le finalità e il significato di queste rappresentazioni, è comunque possibile individuare molti esempi di raffigurazioni in cui non vi sembrerebbero essere solo intenti “artistici”, ma anche, forse, qualcosa di più tecnico e “scientifico”.
Molte rappresentazioni preistoriche, quali quelle dei celeberrimi siti di Lascaux e Chauvet nel sud della Francia (Paleolitico superiore) sono infatti estremamente dettagliate e vanno nella direzione opposta all’astrazione o alla rappresentazione simbolica.
Alcune pitture rupestri degli aborigeni australiani che si possono ammirare nel Northern Territory sembrano addirittura sconfinare nell’anatomia, rappresentando la posizione dei fasci muscolari delle prede e fungendo, forse, da power point ante litteram per addestrare i giovani cacciatori e guidarli nella delicata operazione di smembramento delle carcasse delle prede.
Arrivando a noi oggi le possibilità di azione sono pressoché infinite. Le “forme naturali” possono essere rappresentate con tutte le tecniche classiche affinate in secoli di pratica, dall’acquerello al disegno a china, dalle tecniche di disegno con polvere di carbone fino ad arrivare al disegno digitale in cui tutte le boccette di colore, i pennelli e le tavolozze sono sostituite da specifici comandi di un software di grafica.
Ma la tecnica ci ha portato ancora oltre … oggi possiamo anche scolpire da zero modelli di organismi con creta virtuale (qui l’unico limite è la fantasia), oppure riprodurre organismi reali in 3D con tecniche fotogrammetriche o ancora, ricollegandoci alle possibili intenzioni didattico-didascaliche degli aborigeni australiani, raccontarne l’anatomia interna con rappresentazioni 3D basate su tomografie.
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
Per informazioni: tel. 010/2345.279323, amici@costaedutainment.it; www.amiciacquario.ge.it