Il contratto collettivo Anaste, che riguarda i dipendenti di organizzazioni del campo socio-sanitario-assistenziale-educativo, è stato rinnovato dopo mesi di trattative complesse, caratterizzate dalle difficoltà finanziarie delle rsa e dalla crisi del comparto.
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«Un atto di coraggio – dichiara il segretario nazionale Snalv Confsal, Maria Mamone – in un momento critico per il settore socio-sanitario-assistenziale: i lavoratori ricevono ancora stipendi bassissimi e i loro turni sono massacranti. Abbiamo fatto il possibile nell’impossibile, portando i livelli retributivi sopra la media del settore. Ma adesso occorre l’impegno serio della politica: questo comparto non può essere considerato di serie B ed i lavoratori devono avere la stessa dignità dei colleghi del pubblico impiego».
Il contratto collettivo ha previsto un aumento medio retributivo di 40 euro a partire da gennaio 2023. I lavoratori, inoltre, riceveranno ulteriori 20 euro per quindici mensilità a titolo di una tantum.
Aumento cospicuo dell’indennità degli infermieri, che passa da 37 a 155 euro mensili, e miglioramento complessivo della parte normativa.